31 agosto 2010

L'Inter ha l'avversario in casa

Per il quarto anno consecutivo, l'Inter pareggia la gara d'esordio. I precedenti campionati, tuttavia, sappiamo come sono andati a finire. Quest'anno, peró, sará diverso. Le passate stagioni, infatti, si diceva che l'unico avversario dell'Inter era l'Inter stessa. Frase piú che mai azzeccata. Mi spiace per Benitez, allenatore simpaticissimo e preparato, ma non ha idea in che guaio si é cacciato firmando per l'Inter. Subentrare ad un vincente non é mai facile, peró ammettiamolo, non é Mourinho che subrantra a Mancini e vince, come lui, lo scudetto al primo tentativo. É subrantrare ad una Coppa dei Campioni che mancava da 45 anni. Personalmente questo non é amare le sfide, é essere autolesionisti. Anche perché al massimo si puó eguagliare un traguardo, ma le probabilitá dicono che si ha molto piú da perdere in questi casi. Lippi docet.

Il vero colpevole di eventuali insuccessi nerazzurri quest'anno non sará il tecnico spagnolo, ma Moratti, che rischia seriamente di ripercorrere gli stessi errori che ha commesso il Milan, ovvero quello di considerare la propria rosa invincibile, non capire che l'anagrafe é un fattore da tenere in considerazione (tipo il recente rinnovo di 3 anni per Zanetti che ha compiuto 37 anni il 10 agosto), e non rendersi conto che la gente con la pancia piena ha bisogno di nuovi stimoli, perché é vero che non ci si stanca mai di vincere, ma l'appeal di giocare con Barcellona o Manchester United non é lo stesso di affrontare un Bologna, e alla lunga, impegno e motivazioni vengono a meno. Quindi il primo errore é stato quello di aver confermato in blocco la rosa, senza cedere nessuno con cui si poteva monetizzare, e non comprare nessuno che attualmente puó giocarsi una maglia da titolare. Coutinho, infatti, oltre ad essere giovanissimo, é per ruolo il vice Sneijder, e l'olandese é forse l'unico vero insostituibile di questa formazione.

L'Inter, alla faccia delle leggende metropolitane e dei tempi in cui al Milan c'erano ancora Favalli e Maldini, é la rosa piú vecchia del torneo, con la formazione tipo in assoluto piú canuta: J.Cesar (31), Maicon (29), Lucio (32), Samuel (32), Chivu (30), Zanetti (37), Cambiasso (30), Snejider (26), Eto'o (29), Milito (31) e Pandev (27). Hanno vinto tutto e superato ogni aspettativa di un tifo, quello nerazzurro, la cui maggior parte dei componenti un trofeo come la Champions non l'aveva mai vinta. Inoltre il monopolio in Serie A dal post Calciopoli é un ulteriore motivo di appagamento psicologico. Inevitabile. Non a caso, l'Inter ha steccato la prima partita ufficiale internazionale contro un discreto Atletico Madrid, e all'esordio in Serie A si é fatto bloccare da un Bologna che sta navigando senza una guida tecnica e che nel primo tempo poteva farne 2 con Gimenez, e non sarebbe stato uno scandalo.

Oggi leggo che Branca sta tentando il colpo Inler, o Ledesma (che ha appena rinnovato, tra l'altro), sognando sempre Fabregas (che ha risposto picche, per lui o Barcellona o Milan se lascerá Londra) quando tutta estate il tormentone era Mascherano o Schweinsteiger. In attacco al posto di Balotelli (venduto per 24 mln, quando a giugno si sparavano 45 mln) era giá data conclusa per Kuyt, per poi ripiegare su Sculli, e quindi rimanere senza nessuno. Si é voluto tirare troppo la corda per Maicon, 29 anni, e alla fine non sono stati accettati 28 mln dal Real Madrid e ci si é ritrovati ad aumentare a 6 mln l'ingaggio all'esterno. Notizia data come acquisto, stile resurrezione di Nesta lo scorso anno ad opera di Galliani. I tentativi per Vargas e Forlan sono stati piú mediatici che altro, in compenso ha tenuto banco tutta l'estate un mercante in fiera per Burdisso, giocatore talmente considerato da giocarsi attulamente il ruolo di 5' centrale, considerando il fatto che in mezzo puó giocare Chivu.

Il fatto é che all'Inter quest'estate sono stati piú attenti a rilasciare dichiarazioni ipocrite e sconclusionate, come Moratti che vaneggiava sui suoi stranieri e sulle partite comprate da altri (frase da aprirci una inchiesta federale, ma ovviamente, caduta nel nulla), o Zanetti che parlava di Ibrahimovic. Qualcuno potrebbe anche ricordare in Via Durini che Vieri, come Ibrahimovic, venivano dalla Juventus prima di vestire nerazzurro. Inoltre lo sappiamo tutti che quando un giocatore indossa una maglia diversa é un nemico, per poi diventare l'idolo. Ibrahimovic stesso ricorda sia i cori che i tacchetti di Materazzi quando era bianconero. Mi ricordo anche che in Real Madrid - Liverpool del 2009 a Fernando Torres in Spagna cantavano "Nino Torres, icho de puta", quando invece nel 2008 e nel 2010 tutta la Spagna lo acclamava come campione d'Europa e del Mondo. Per non parlare di quanta gente, compresa molta conosciuta dal sottoscritto, che all'epoca della trattativa per portare Inzaghi al Milan diceva che avrebbe cambiato squadra, per poi inventargli un coro alla prima partita in rossonero. Che la smettano dunque di blaterare sui colpi al cuore ricevuti per Ibahimovic al Milan o Adriano alla Roma, perché il vero avversario quest'anno se lo ritrovano in casa.

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30 agosto 2010

C'é chi giá lo sapeva...

"L'arrivo di Zlatan? E' un grande campione, ma con il suo arrivo gli spazi si stringono... Devo valutare bene il mio futuro e parlarne con la Società e il mio procuratore, anche perchè sono nel pieno della mia carriera" (Marco Borriello, 29 agosto).

Non ci voleva certo una boccia di cristallo per prevedere l'uscita di Borriello, timing compreso, ovvero dopo uno spumeggiante 4 a 0 davanti gli occhi divertiti del Presidente Berlusconi e del neo bomber rossonero Zlatan Ibrahimovic. Oggi giá si parla di Robinho, chi lo considera il dopo Ronaldinho (il Gaucho a gennaio finirebbe ai Galaxy), chi l'alternativa di lusso allo stesso Dinho e a Pato, chi la punta in arrivo al posto di Borriello. Se va via Borriello, al Milan il problema attacco rimane, ovvero mancano una vice punta centrale (non si puó pensare all'eterna giovinezza di Inzaghi e, sprattutto, non si puó contare su di lui in un eventuale periodo lungo con il trentasettenne giocare 90' ogni 3 giorni), e un vice Pato vero e proprio (niente Abate e Odumandi per intenderci). Huntelaar avrebbe sopperito alla cosa, ma ahimé, quando un destino é sancito, é sancito. Ancora 48 ore e il parco attaccanti del Milan sará completo e definivo (quantomeno fino a gennaio), e si attende qualche soffiata sulla veridicitá dell'approdo anche di Maxwell (e Antonini dirottato a destra) ma soprattutto, della veridicitá del passaggio in rossoblu di Kaladze.

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Come cambia il vento

L'editoriale del direttore Criscitiello mi ha dato lo spunto per l'argomento odierno del blog, ovvero di quanto sia assolutamente inutile giudicare le squadre, e il loro operare sul mercato, troppo in anticipo. Ancora ho in mente il famoso draft in cui il Milan venne messo come nona (9) forza del campionato, ma la cosa che mi é assolutamente rimbalzata alla memoria, fú il voto del direttore Criscitiello all'operato di Branca in data 2 agosto: 7. Oggi, con l'Inter che da allora non ha mosso un dito in entrata e ha venduto Balotelli, il voto é precipitato a 5. Riporto testalmuente i due paragrafi, citando direttamente il sito di TuttoMercatoWeb come fonte.

Moratti e Branca meritano un 7 solo per la soddisfazione che si stanno togliendo nel mettere il bastone tra le ruote a Mino Raiola, nel passaggio di Balotelli al City. Una volta, il Presidente Moratti incassava e andava al tappeto, adesso colpisce, prima di cadere giù. Il colpo Coutinho, avvenuto due stagioni fa, è la dimostrazione di un club che vuole progettare e che di giovani calciatori se ne intende; ottimo il mercato del settore giovanile, Piero Ausilio è il nuovo Ariedo Braida. Maicon è alle corde: può andare via ma alle condizioni dell'Inter (2 Agosto).
Inter: Voto 5: L'anno dopo aver vinto tutto, ci aspettavamo un regalino dall'ex Presidente-Paperone. Benitez voleva Mascherano, ma è andato in bianco. Coutinho non è un colpo di oggi ma di due anni fa. Benitez non piace agli interisti; la fortuna di Moratti è che, nonostante tutto, in Italia i Campioni d'Europa siano ancora avanti a tutte le altre squadre (30 Agosto).

Passiamo al Milan, ovvero i giudizi pre e post Ibrahimovic:

Infelice e insoddisfatto questo povero diavolo che un po' di pena ci fa. Yepes a parametro, Amelia come dodicesimo, Sokratis per 7 milioni di euro, Filkor e Daminuta per 2 milioni complessivi e una squadra che deve accontentarsi dei soliti "vecchietti" per tirare la carretta. Ad oggi in via Turati non possono strappare più di un 5. Grande confusione sul contratto di Ronaldinho: ma cosa se ne farebbe il Milan, del brasiliano, fino al 2014? Tralasciamo lo spalma stipendi, strategia incomprensibile e controproducente (2 Agosto).
Milan: Voto 8,5: E' vero che un singolo non fa una squadra, ma se il singolo è Ibrahimovic la squadra può trasformarsi. Complimenti al club di via Turati per l'operazione vantaggiosa, economicamente e tecnicamente. Con un mediano di qualità in più avremmo detto definitivamente colmato il gap dall'Inter; è ancora distante ma si avvicina notevolmente ai cugini. Berlusconi dimostra ancora una volta che non merita critiche dal popolo rossonero. Allegri si gioca la carta della vita (30 Agosto).

Putroppo il mestiere del giornalista é anche quello di dover riempire degli spazi, di dover rispondere ad esigenze editoriali, a dover dare il contentino ai tifosi che hanno la morbosa necessitá di doversi sentire rassicurati, di dover leggere il parere di un noto esperto di mercato o di un professionista del settore. Una squadra é forte a prescindere dal parere di Tizio o Caio, e il mercato non puó essere giudicato se non alla fine, anche perché lo sappiamo, ormai i veri colpi o sono giá avventui ad inizio mercato, oppure sono i botti finali, Ibrahimovic docet. Quindi niente di personale con il dottor Criscitiello, il quale ha dovuto giudicare la medesima situazione ad un mese di distanza (e non a caso, Palermo e Genoa ad esempio, hanno mantenuto le stesse votazioni poiché il mercato era giá fatto, o altamente indirizzato). Anzi, contestualizzata nel tempo, ha fornito la giusta analisi. Ma appunto per ribadire non ai giornalisti, ma ai tifosi, che se il calciomercato é la principale lettura dell'estate, poi alla fine ció che conta é il calcio giocato, e quello va giudicato sui campi e non sotto gli ombrelloni nelle afose domeniche estive.

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Oggi...

Oggi non ho assolutamente voglia di parlare di Ibrahimovic, di commentare il fiasco della Juventus e della solita "bella ma fine a sé stessa" Roma.

Oggi non ho neanche voglia di commentare la partita del Milan, questo blog non sará mai una cozzaglia di sintesi misto pagellone, visto che ritengo la cosa inutile in quanto chi ha visto la partita, cosa legge una sintesi a fare; e chi non l'ha vista, che cosa capisce dalle parole?

Oggi potrei dire la mia riguardo Palermo e Lazio, squadre troppo incensate nel pre campionato in fase mercato, e che si sono sciolte sul piú bello, ovvero sul campo. O sulla Sampdoria, che ha intanto oggi ha zittito gli scettici, sottoscritto compreso.

Oggi si potrebbe parlare giá di arbitri, con un goal fantasma e due espulsioni in Fiorentina-Napoli, o che Donati del Lecce non era un ex del Milan, gaffe per fortuna fatta una sola volta e a freddo nei primissimi minuti di Milan - Lecce, con un commentatore che dopo 5 minuti aveva giá finito il repertorio dei complimenti ai neo promossi pugliesi per l'approccio al match... se non é gufare questo...

Oggi, aspettando l'Inter, mi guarderó un paio di sintesi (e non solo gli highlights) per commentare in panoramica la prima giornata della Serie A, edizione 2010-2011.

Oggi di argomenti ce ne sarebbero, come le stecche di Mancini e Mourinho, l'incidente in macchina a Balotelli, e l'assurditá di fermare il torneo dopo appena un incontro per far giocare la Nazionale.

Oggi si é giocato a calcio, il resto sono solo parole.

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28 agosto 2010

Bastone e carota

Nonostante Quagliarella alla Juventus, Burdisso alla Roma, e altri svariati colpi messi a segno dalle altre squadre, a tenere banco é l'affare dell'anno, ovvero il ritorno di Zlatan Ibrahimovic a Milan, questa volta al Milan. Un approdo, quello dello svedese in rossonero, arrivato con 4 anni di ritardo, a causa di Calciopoli e del golpe Raiola-Branca. Visto che non ho mai perso l'occasione di usare il bastone sulla dirigenza del Milan, é giusto riconoscere i propri meriti quando questi ne hanno. Portare Ibra al Milan per 25/30 mln pagabili in tre rate é stata sicuramente una operazione difficile, il cui successo é dovuto anche alla meticolositá con cui tutto l'ambiente rossonero, finalmente in sinergia, si é mosso. Un acquisto che fá ben sperare i tifosi, non tanto per l'acquisto fine a sé stesso, ma per il segnale che il Presidente Berlusconi ha lanciato.

Posto la e-mail che ho inviato al sito Milannews.it, che comunque, contine un pizzico del consueto pepe che mi contraddistingue.

"Gentile redazione e amici tifosi, vorrei contribuire al tema caldo Ibrahimovic dicendo che le critiche societarie ad oggi sono fuori luogo. Io stesso ho bastonato la dirigenza per le scellerate decisioni del passato, ma strappare Ibrahimovic al Barcellona per 30 mln (in 3 rate), quando i catalani hanno speso 55 mln + Eto'o solo 12 mesi fá, é un capolavoro. Ibrahimovic appunto ha 29 anni, uno in piú di Borriello, quindi non vedo come sia massacrare la politica sui giovani. Alla societá muovo solo un appunto, ovvero che il cash per Ibrahimovic va, e andava, recuperato in modo diverso.
Ad esempio, sarebbe un suicidio vendere Flamini (che prende 4,4 mln all'anno, non 5,5 o addirittura 6,5 come letto oggi sul Corriere), quando un Gattuso (32) voleva essere ceduto ed é stato riconvinto a rimanere (operazione che fruttava al Milan 10/12 mln). O tra gli attaccanti, vendete Borriello, non Huntelaar. Motivi: il Cacciatore é piú bomber, é piú duttile dimostrando di dedicarsi anche a giocare esterno, e soprattutto, non scalcia in panchina. Il partenopeo invece gioca solo centrale, non é un bomber vero, e alla terza panchina inizierá ad imbizzarrirsi. Inoltre, Huntelaar ha dimostrato di voler rimanere, rifiutando svariate destinazioni, mentre a quanto mi risulta, Borriello ha sempre risposto con dei "vedremo" e dei "chissá" e non avrebbe aspettato un secondo ad andare in Spagna. Su di lui ci sono Juventus e Napoli sicuri, approfittiamone. Anche perché comunque la stagione é lunga, la societá con la scelta Ibrahimovic ha dato un chiaro segnale che non ha piú voglia di apparire il "club piú titolato al mondo", ma di dimostrarlo, e quindi con una stagione lunga, Huntelaar e Flamini risulterebbero assai piú utili di Gattuso e Borriello.
Dispiace che entrambi siano italiani, ma i sentimentalismi ultimamente al Milan hanno fatto piú danni che utili, vedi appunto essere vincolati all'estravaganze di Kaladze e Jankulovski, giocatori a cui venne proposto un vitalizio per riconoscenza e per i fasti del passato, politica che al Milan é un lusso che nessuno piú puó permettersi".

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27 agosto 2010

Ibrahimovic: qualcosa non torna

Leggendo svariati articoli online e seguendo quasi live gli sviluppi della trattativa grazie a diverse fonti internet, volevo permettermi un piccolo, ma significativo, aggiornamento sul caso Ibrahimovic. C'é qualcosa infatti che non riesco assolutamente a capire, e comunque, i conti non tornano. Anche perché sto leggendo che il Milan potrebbe cedere Flamini per fare cassa, e che Berlusconi avrebbe dato l'ok all'operazione. Signori, ma di cosa stiamo parlando? Non bisogna guardare la vicenda in modo panoramico, bisogna entrare nei dettagli, cosa che sta sfuggendo di mente.

Partiamo dal concetto del famoso tesoretto, somma che io stesso sbagliai a definire di 15 mln. Infatti, a inizio mercato, l'ammontare pro Milan della Fininvest era di 30 mln, da spartire con la Primavera. Ad oggi la Primavera non ha certo speso 15 mln (anche se si é dovuta accollare l'ingaggio di 3 giocatori provenienti dall'Inter, che in realtá sono la penale per il mancato acquisto di Mancini... ma meglio cosí, comunque). Cosa un pó difficile da quantificare é invece la somma cash versata al Genoa per Sokratis e il prestito oneroso di Boateng. Anche perché a quanto pare, se é certa la cifra di 4.5 mln incassati per Storari, sembra che per il difensore greco il Milan abbia messo sul piatto della bilancia 6 mln + 3 comproprietá, e per Boateng, 2 mln + la comproprietá di Beretta. In ogni caso, anche ad arrotondare per difetto, possiamo comunque affermare che 15 mln di tesoretto sono ancora intatti e pronti all'uso. Quindi vediamo ai particolari che davvero non riesco a decifrare in questa vicenda.

Riassumendo un pó tutti i rumours, il cartellino verrebbe a costare o 40 mln in 3 rate (15+15+10) oppure 20 mln + una contropartita (si parla di Pato, di Pirlo, o Thiago Silva, ancora piú gradito). Togliamo Pato che vale da solo 40 mln, delle 3 proposte, sinceramente opterei per Pirlo + 20 mln. Il bresciano ha 31 anni, é nella fase calante della carriera, e con Ronaldinho, Pato e Ibrahimovic non c'é certo questo estremo bisogno di un ulteriore suggeritore, ma eventualmente, meglio puntellare il centrocampo con una diga Flamini-Boateng-Ambrosini che possa coprire la difesa, reparto che regge fintanto Nesta e Thiago Silva sono in campo. Thiago Silva ovviamente incedibile, anche perché se deve essere venduto, va valutato 30/35 mln. Emerge inoltre la possibilitá di incassare 10/15 mln dal Lione per Flamini. E perché? Flamini é un buonissimo centrocampista, entrato in sintonia con l'ambiente, coi tifosi e con il nuovo mister. Ed é giovane. Non capisco il non aver voluto vendere Gattuso a questo punto; certo, Ringhio garantiva 8 ml in meno di Mad Dog (tra cartellino e ingaggio), ma il mercato va anche visto in prospettiva, e 10 mln per un Gattuso di 32 anni sono oro colato in confronto ai 20/22 del francese. La stessa cessione di Huntelaar é assurda. L'olandese avrebbe accettato il ruolo di riserva, si é sempre e comunque adattato a fare l'esterno, ha un rapporto minuti/reti da bomber puro ed é un calciatore che puó entrare e risolvere la partita. Risparmio ingaggio e cartellino: 22 mln. Borriello non fará di buon grado la panchina, puó giocare solo centroboa, non é un bomber e non é un giocatore che puó cambiare una partita se entra sul finale. Risparmio ingaggio e cartellino: 28 mln. Dispiace che é italiano, ma cosí é il mercato. In ogni caso, senza contropartite, la prima rata di 15 mln il Milan l'ha bella e pronta a prescindere da nuove cessioni.

Sull'ingaggio molto dipenderá da Ibrahimovic (e da Raiola). Il Milan 12 mln non puó garantirli, spingendosi al massimo a 8 e pareggiare quanto offrono a Ronaldinho. In ogni caso, lo svedese potrebbe anche decurtarsi lo stipendio, visto che di mln tra l'Inter e quest'anno al Barcellona ne ha presi parecchi, senza comunque contare che 8 mln all'anno non sono certo come saldare un debito con conchiglie e brandy...

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Champions League 2010-2011

Oggi finalmente si inizia ad annusare l'odore del calcio vero, quello dell'erba  e del sudore, quello giocato. Mancano infatti pochi giorni alla fine del mercato e all'inizio della Serie A, e il tutto é stato coronato dai sorteggi di ieri relativi alla nuova edizione della Champions League. Ai nastri di partenza, la detentrice del titolo Inter dovrá difendersi dalle squadre solite a questi palcoscenici, che a differenza dei nerazzurri, si sono tutte rafforzate durante il mercato. Il Real Madrid ha posto Mourinho alla guida tecnica, oltre un discreto numero di inserimenti come Carvalho, Pedro Leon, Angel Di Maria, Khedira e Ozil. Il Manchester United dal canto suo ha prelevato il talento messicano Hernandez, mentre il Barcellona ha puntellato l'attacco con David Villa e la fascia con Adriano. Il Milan in Europa é comunqe una squadra tosta, a prescindere dall'arrivo di Ibrahimovic. L'handicap é costitutito dall'inesperienza di Allegri nella competizione, ma puó esser compensato dall'apporto dei veterani come Seedorf, Nesta e Pirlo. Bayenr Monaco e Chelsea non si sono estremamente rafforzate, ma rimangono comunque due classiche "gatte da pelare", cosí come lo sono i giovani Gunners e i francesi del Lione, formazione impreziosita dal recente acquisto del petit Zidane, al secolo Gourcuff. Le vere outsider saranno rappresentate dalla Roma, Marsiglia e Shaktar Donetsk. La competizione inoltre riabbraccia Ajax e Benfica, squadre la cui tradizione e fascino é rimasta comunque immutata.

Gruppo A: Inter, Werder Brema, Tottenham e Twente

L'Inter dovrebbe passare in modo abbastanza indolore il gruppo, con chi sbaglia meno tra Werder e Tottenham a garantirsi il secondo posto del girone. I tedeschi sono sempre ossi duri, ma la forza di questo club é il venire spesso sottovalutato. La "vergine" Sampdoria ha abbassato la guardia al 3' di recupero, altrimenti Pizarro e co. partecipavano all'Europa League. Gli Hotspur invece rappresentano la squadra inglese per tecnica e gioco, hanno un numero discreto di elementi interessanti (su tutti l'ex Robbie Keane e il connazionale Garreth Bale) e hanno una formazione che mescola esperienza (come quella del neo arrivo Gallas) ed entusiasmo. Il mio pronostico é 60% Tottenham, e 40% Werder. Il Twente dovrá cercare di racimolarsi qualche soddisfazione in Olanda e magari puntare al terzo posto per l'Europa League se gli altri club sbagliano completamente stagione.

Gruppo B: Lione, Benfica, Schalke 04 e Hapoel Tel Aviv

Gruppo spettacolo che non annoierá sicuramente, con Lione sopra Benfica e Shalke 04. I portoghesi hanno perso Di Maria ma saranno comunque una squadra agguerrita, soprattutto in casa. Stesso discorso per lo Shalke, formazione imprezziosita dal veterano Raul e forse dall'approdo del cacciatore Huntelaar, in attesa di sapere la risposta sempre del Real per van der Vaart. Se si formasse questo tridente, lo Shelke avrebbe acquisito in un botto solo un carattere europeo invidiabile alla maggior parte delle pretendenti. Hapoel comparsa, il suo ruolo sará quello di bilanciere, ovvero mandare in Europa League a chi avrá rosicato piú punti

Gruppo C: Manchester United, Valencia, Rangers Glasgow e Bursaspor

Girone senza competizione per il Manchester che dovrebbe vincere a mani basse. Il Valencia é una squadra che ritorna in Europa dopo le illusioni di inizio decade (e secolo, e millenio), ma perde il suo bomber David Villa. Gli scozzesi invece sono ostici in casa, dove sono capaci di fare anche 9 punti su 9, come nel 2007, quando il Celtic proprio nel girone con il Manchester, vinse tutte le partite del giorne e impattó il Milan sullo 0 a 0 prima di capitolare a San Siro su assolo di Kaká.

Gruppo D: Barcellona, Panathinaikos, FC Copenhagen e Rubin Kazan

L'unico ostacolo per i catalani sono loro stessi. Incontreranno per il secondo anno consecutivo il Rubin Kazan, squadra ben organizzata ma nulla di straordinario. La determinazione dei graci e la fisicitá dei danesi sono gli unici elementi davvero di interesse in questo girone, dove il primo posto sembra giá esser assegnato a tavolino, mentre per la seconda piazza tutte e tre le altre contendenti si presentano al via con le medesime chance di approdare alla fase ad eliminzaione diretta.

Gruppo E: Bayern Monaco, Roma, Basilea e CFR Cluj

Questo girone é molto piú equilibrato di quanto sembri, e la Roma non dovrá permettersi passi falsi casalinghi e nelle sfide col Basilea e con Cluj. I bavaresi sono finalisti della scorsa edizione, sono una squadra esperta e ogni giocatore che rappresenta il Bayern sá di rappresentare il calcio tedesco, con le stesse caratteristiche, ovvero quelle di partire da "tagliato fuori", ma alla fine, si piazza sempre. basile a Cluj sono squadre dal valore tecnico decisamente inferiore a quello dei giallorossi, ma sono squadre molto atletiche, hanno entusiasmo e in casa sono ostiche. Se comunque il calcio fosse un libro scritto, questo girone, forse come nessuno degli altri, dovrebbe finire esattamente nell'ordine del ranking.

Gruppo F: Chelsea, Marsiglia, Spartak Mosca e Zilina

L'unica certezza é il quarto posto dello Zilina e il passaggio del turno del Chelsea, molto probabilmente come prima. Il Marsiglia peró é una squadra tosta, molto veloce, fisica e con giocatori dotati di buona tecnica. Lo Spartak Mosca invece ha perso il suo uomo di punta, Krasic, peró rimane una selezione che in casa, e soprattutto d'inverno, ha molti colpi in canna da sparare per tentare la qualificazione alla seconda fase.

Gruppo G: Milan, Real Madrid, Ajax e Auxerre

Solo il Tottenham al posto dell'Ajax avrebbe potuto costituire un girone piú difficle per il Milan, anche se il Lanceri sono una selezione di tutto rispetto e che evoca battagle storiche e nostalgici momenti di quando il Milan non era verdeoro, ma bensí, oranje. Per il resto, girone da apnea, da seguire fino all'ultrimo minuto. Il Real Madrid era la squadra che tutti volevano evitare, perché il suo essere in seconda fascia é solo una questione di ranking teorico. Milan e Mourinho dunque si riaffrontano, cosí come Milan e Real. Il Milan poi soffre storicamente le squadre francesi e l'Auxerre non sará certo l'eccezione, sempre contando sul fattore "appeal della sfida", col Diavolo in grado di espugnare il Bernabeu ma di perdere in casa contro lo Zurigo. Girone di ferro, ma chi ne esce, o ne é indenne e si é fatto le ossa per il rush finale, o ne esce a pezzi.

Gruppo H: Arsenal, Shaktar Donetsk, Sporting Braga e Partizan Belgrado

Che l'Arsenal sia una buona squadra, ben organizzata, con giocatori di assoluto livello e a tratti anche molto divertente da seguire non é una opinione, ma un dato di fatto. Dato di fatto come comunque il notare che i Gunners in questi ultimi anni hanno sempre gironi molto lineari, una squadra, la seconda, che potrebbe leggermente infastidirla, per il resto, tutto liscio. Sproting Braga e gli slavi del Partizan dovranno giocarsi al meglio le proprie carte per l'approdo all'Europa League, e questo é l'unico motivo di suspence del girone.

La Champions é sempre una competizione tosta, magica e affascinante. 13 partite da giocare contro le migliori squadre del continente, stadi caldi, emozioni a fior di pelle. C'é chi saprá far valere il proprio gioco, chi la propria esperienza e chi il proprio entusiasmo. In ogni caso, la Champions é la Coppa che conta e vincerla é una sensazione unica. A chiusura, volevo dedicare due parole alle neofite del torneo: il Bursaspor e lo Zilina rappresentano il nuovo corso voluto da Platini, non ci resta che accettarlo, e vedere abbinamenti assurdi anche in fase di qualificazioni. Per loro queste 6 partite saranno una manna economica e una occasione piú unica che rara. Ne perderá forse un pó il blasone della competizione, peró se fare il calciatore é un sogno, diamo anche a questi giocatori, e ai loro tifosi, il loro momento di gloria. Che per me, come per loro, il calcio é una emozione prima ancora che uno sport.



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26 agosto 2010

Tra il Milan e il Barcellona c'é di mezzo Raiola

Si é appena aperta la seconda giornata per portare Ibrahimovic al Milan. Ormai é la sagra della speculazione, dalla piú classica "é tutta una messa in scena, Milan e Barca sono giá d'accordo", alle ennesime percentuali dell'A.D. rossonero, scese da 99.99% periodico, poi a 90%, oggi addirittura 50%. L'affare Ibrahimovic, in realtá, é abbastanza lineare, il vero scoglio da affrontare per garantirsi le prestazioni sportive dell'attaccante svedese é costituito dal proprio rappresentante Mino Raiola. Questo perché l'agente otterrá una percentuale sul movimento in denaro, e percepirá anche una percentuale derivante dall'entitá del contratto di Zlatan.

Il Barcellona acquistó Ibrahimovic 12 mesi fá dall'Inter, in una operazione complessa che vide l'ex numero 8 nerazzurro e Maxwell in blaugrana, e Eto'o e 55 mln al club di Via Durini. Sapete giá che secondo me c'é in ballo un futuro passaggio di Messi, tempo 3 (massimo 4) anni. In ogni caso, Ibrahimovic passó dal percepire 11 mln a 12. Qui il primo "ostacolo", ovvero che il Milan non puó garantire lo stesso stipendio. La proposta é decurate lo stipendio del 40%, arrivando dunque sui 7 mln (e "rotti"), che in pratica diventerebbero 8 appaiando Ronaldinho nella top list salariale. Questo vorrebbe giá meno soldi per Raiola, che non a caso, anche ieri a Barcellona, é uscito con una dichiarazione abbastanza perentoria quale "non esiste che Ibrahimovic si tagli l'ingaggio". In Spagna sono tutti furiosi con Raiola, Guardiola non passa giorno che lo apostrofi, lo stesso club, seppur in modo decisamente piú diplomatico, non ha gradito molto i suoi interventi, tanto che nelle ultime 24 ore, i progressi maggiori sono avventui quando a trattare erano direttamente Rosell e Galliani.

Ibrahimovic ormai, nonostante le classiche dichiarazioni di facciata e sorrisini di rito, é in rotta con l'intero ambiente, é diventato il quinto attaccante nelle gerarchie e non é da escludere che anche qualche elemento della Cantera possa passargli davanti. Di certo, per lo svedese si presenta il classico scenario "ora o mai piú", in quanto con 4 anni di contratto davanti, non puó permettersi di rimanere ancorato tra panchina e tribuna per altro tempo, e garantirsi il famoso vitalizio (autentica specialitá rossonera, alla faccia delle belle parole e dei manifesti sull'austerity, sulla salary cap, sulla programmazione e sul progetto giovani...). Da qui la quasi inevitabile necessitá di trovarsi un club. Le sirene inglesi del Manchester City non lo attirano piú del necessario: ritroverebbe infatti l'ex mister Mancini, ma anche un club in costruzione e senza Champions, palcoscenico in cui lo svedese vuole assolutamente partecipare.

Tornando alla trattativa, c'é da valutare la formula d'acquisto. Il Milan, da parte sua, vorrebbe il giocatore in prestito con diritto di riscatto (e qui Raiola guadagnerebbe poco e niente), mentre il Barcellona vorrebbe garantirsi quantomeno 35/40 mln (ovvero la metá di quanto investito la scorsa estate), anche perché cosí Rosell potrebbe investire il ricavato per Mascherano e/o Fabregas. Il problema economico e abbastanza superabile, se vogliamo, perché ormai tutte le squadre comprano a rate, e quindi, il Milan potrebbe girare subito 10 mln del "tesoretto" al Barcellona. Senza comunque dimenticarci che Zlatan sarebbe il famoso "regalo", o "colpo", del Presidente Berlusconi in persona, e che quindi, in quanto regalo, potrebbe anche esser calcolato senza l'intaccamento diretto delle casse societarie; la stessa normativa sul fair-play finanziario parla della donazione, e quindi, Berlusconi potrebbe donare Ibrahimovic al Milan.

In sostanza, la trattativa per Ibrahimovic, sia questa giá terminata o meno, é comunque parte del big show che nel frattempo ha fatto (e sta facendo) vendere giornali, monitorare siti internet, e che ha trasformato il Trofeo di ieri in un evento mediatico mondiale a prescindere dalla presenza di molti talenti e l'atteso ritorno di Ronaldinho in Spagna. Resta il fatto che la sua soluzione é piú lineare di quanto vogliano farci credere, Raiola e precentuali di Galliani a parte, che come giá scrissi, si stanno dimostrando comunque una strategia mediaticamente vincente.

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25 agosto 2010

Aspettando Ibra... ma gli altri?

Ecco la situazione del Milan quando mancano ancora sette giorni per gli ultimi colpi di mercato. Il mondo impazza per l'affare Ibra. Io, fuori dal coro, decido di parlare d'altro, ovvero degli altri rumours intorno al mercato rossonero. Mi permetto solo di dire che se Pirlo é una contropartita gradita, cederei immediatamente il bresciano, per due motivi: ha 31 anni e soprattutto, la sua cessione non puó piú dare alibi alla squadra. Inoltre, con un eventuale attacco Ibra-Dinho-Pato, chi ha bisogno di un vero e proprio regista a centrocampo, quando tutti e tre questi signori possono agire da collante tra i reparti, offrire assist, attaccare gli spazi ecc... Comunque:

Abate sembra destinato a fare le valigie. Il giovane campano infatti non verrebbe ritenuto da Allegri un giocatore su cui fare affidamento né come terzino, né come esterno offensivo. Abate rappresentava una pedina fondamentale per le liste Uefa in quanto prodotto del vivaio, ma evidentementi, i progressi manifestati da Merkel, Verdi, Odumandi e Strasser hanno fatto intendere che qualcuno di questi sará certamente inserito effettivamente in Prima Squadra (gli ultimi due citati figuarano giá nel rooster). Per Abate si prospettano due destinazioni principlamente: Fiorentina (con smentita di rito) e Genoa.

Fabio Grosso avrebbe accettato la destinazione Milan, la palla passa a Kaladze che in questo ultimo anno ha rifiutato tutte le soluzioni proposte. Se il Vitesse é una tentazione come ingaggio (ma non come club e campionato), la Juventus permetterebbe al georgiano di rimanere in Italia e non allontanarsi drasticamente dalla amata Milano. Una piccola nota, ahimé dolente, anche se non in tema: il non pubblicare immediatamente le fotografie di Kaladze e Jankulovski sul sito ufficiale, con il loro profilo comunque presente, é una stata una caduta di stile che sinceramente mai mi sarei sognato di vedere al Milan, squadra che nonostante i noti difetti, ha sempre avuto una immagine pubblica degna di nota e rispetto, considerando inoltre quanto l'immagine sia una peculiaritá fondamentale per il Presidente Berlusconi. Oggi Kaladze si é sfogato sui giornali rompendo irremediabilmente il rapporto con la societá. Jankulovski concovato potrebbe essere l'ennesima strategia di facciata per evitare il mobbing. In ogni caso, la situazione é tesa e il Milan non ne giova assolutamente. Che Kaladze non sia nuovo a queste cose lo sappiamo, ma é anche vero che durante il caso del fratello si dimostró un autentico professionista. Purtroppo questa situazione é degenerata in seguito alla politica fallimentare della "grande famiglia", fallimentare non solo dal punto di vista finanziario a quanto sembra.

Tra Borriello e Huntelaar si profila una vera e propria guerra alla cessione. Il campano non gradirebbe fare panchina per garantirsi una convocazione in nazionale, e per questo, giocherebbe pressoché ovunque. Se deve far panchina, la farebbe volentieri in Spagna, indipendentemente sia a Madrid o Barcellona. L'olandese invece é tentato dalle ambizioni tedesche dello Shalke 04, ma sembra davvero determinato a giocarsi le proprie carte al Milan, forse anche inorgoglito dalle parole del Presidente che definí "un colpo al cuore" vedere il Cacciatore cosí lontano dall'area.

Per finire, rimbalza sempre piú forte nell'ambiente di un interessamento del Milan verso i due uruguagi Coates e Montelongo. Il primo é un centrale, classe 1990, alto 1.96 mt. Il connazionale invece, a quanto pare giá fermato dai rossoneri, é un terzino destro. Entrambi i sudamericani sarebbero tra l'altro in possesso di passaporti comunitari. La domanda a questo punto é leggitima: i due calciatori sono giocatori di prospettiva, o sono gli ennesimi consigli di Fonseca che finiranno in quel limbo situato tra il dimenticatoio e la fornace degli sfottó, come i predecessori Mathias Cardacio e Tabaré Viudez?

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24 agosto 2010

Interopoli: tutti lo sanno, ma nessuno lo scrive

"Noi antipatici? Non credo. In passato ricordo che chi vinceva tanto era quello antipatico, quindi, anche se fosse, andrebbe bene lo stesso. L'Inter ha troppi stranieri? Io sono orgoglioso di aver consegnato al nostro paese una formazione così vincente. E poi, sempre meglio avere tanti giocatori di altre nazionalità piuttosto che comprare le partite... Si cerca sempre di trovare un difetto a chi vince" (Massimo Moratti).

Nonostante siano passati anni da Calciopoli e la sua Inter ha vinto gli ultimi 5 scudetti e una Champions che mancava da 45 anni in bacheca, il presidente Massimo Moratti non perde l'occasione per tirare frecciate e continuare la parte della vittima, di colui che avrebbe fatto, ma che non poteva. Ultima nell'ordine, l'uscita infelice per festeggiare la Supercoppa Italiana. Ma questa Inter quanto ancora potrá godere del silenzio degli addetti ai lavori, dell'assoluta mancanza di contraddittorio, e di qualcuno che fuori dal coro ricordi alle masse che l'Inter non é poi tutta questa vergine innocente?

Su Calciopoli si potrebbe ancora scrivere per decadi, ognuno ha le proprie opinioni. Io le mie me le tengo, non mi interessa fare il gioco delle parti. Di certo, Calciopoli fu un processo sommario, sbagliato per modalitá e tempistiche. Di Calciopoli ci ricorderemo che il giudice di tutto fú Guido Rossi, ex dirigente dell'Inter e futuro presidente della Telecom (di Tronchetti-Provera). Un discreto conflitto di interessi, direi. Rossi che revocó due scudetti alla Juventus, assegnandone solo uno all'Inter. Lo "scudetto di cartone" rappresenta l'apice di un processo grossolano, in quanto l'assegnazione si basava su delle frottole. L'assegnazione infatti venne giustificata come necessaria ai fini delle classifiche e per necessitá nei confronti dell'Uefa. La menzogna é doppia. Intanto, l'Uefa stesso smentí il proprio intervento nella questione. Non a caso, l'Uefa ha bisogno delle liste dei partecipanti alle proprie competizioni, indipendentemente dal loro effettivo piazzamento. In Serie A, le prime tre della classifica infatti si qualificano direttamente per la fase finale della Champions League, e il loro posizionamento nello scacchiere dei raggruppamenti é a prescindere dalla posizione nel campionato, ma dal ranking, meccanismo che inoltre si basa su medie ottenute in tre anni. A rafforzare il discorso, ci sono due particolari: l'Uefa non prevede l'assegnazione di un titolo al secondo qualora revocato, come successe con il Marsiglia. Infatti, la competizione vinta dai francesi sul Milan rimase senza un vincitore, e il Milan partecipó all'Intercontinentale. In Italia esiste giá un caso analogo, con il Torino. Anche in quella circostanza, lo scudetto non venne assegnato al secondo classificato (che era il Bologna). E comunque, perché revocare due scudetti ma assegnarne solo uno?

L'Inter godette di un appoggio mediatico (e demagogico) notevole, basando tutto sul famoso furto del 1998, al secolo "il rigore di Iuliano su Ronaldo". Dettagli: L'Inter non doveva godere di un rigore, ma di una punizione a due in area, perché l'intervento di Iuliano é un netto caso di ostruzione. Questo non é fare gli opinionisti (gente che abbastanza odio, perché commentano una moviola con "io fischierei", non sapendo due regole che due), é impugnare un regolamento, che punisce l'ostruzione e il gioco pericoloso senza contatto (come la gamba tesa ad esempio) un fallo di seconda, indipendentemente da dove avvenga, quindi anche in area. In ogni caso, qualora assegnato un rigore (che ripetiamo, sarebbe stato un errore tecnico dell'arbitro), e l'Inter lo avesse trasformato, i nerazzurri avrebbero eventualemte pareggiato, e non vinto, la partita. Concludendo che la Juventus vinse il campionato con un distacco superiore al punto eventualemente trafugato, e che l'Inter buttó via contro squadre mediocri i rimanenti incontri, in ogni caso, i nerazzurri non avrebbero comunque mai vinto matematicamente il titolo. Non solo. L'Inter per tutta la stagione schieró Recoba come comunitario, ma Recoba era un extracomunitario, il quarto. Il processo ai suoi danni vide l'Inter consapevole della frode, tanto che Gabriele Oriali venne indagato anche per ricettazione. Per regolamento, all'Inter andava inflitta una sconfitta a tavolino ogni qualvolta l'uruguagio era schierabile (quindi anche in panchina). Con un rapido calcolo matematico, l'Inter non solo non avrebbe vinto lo scudetto, ma sarebbe addiritura retrocessa in Serie B.

Fuori dai confini nazionali, ripercorriamo il percorso in Champions League, arrivando alla partita dentro-o-fuori con la Dinamo Kyev, con i nerazzurri virtualmente eliminati dalla Coppa a pochi minuti dalla fine. Capolavoro, doppio, del portiere ukraino, che prima sviene su una conclusione tutt'altro che irresistibile, e poi si addormenta su una respinta grossolana degna di uno scontro parrocchiale tra amatori over 40. Quindi i 3 rigori negati al Chelsea, di cui uno all'andata su Kalou (intervento di Samuel da dietro) che sullo 0 a 0 avrebbe potuto cambiare le sorti dell'incontro, anche perché Samuel avrebbe ricevuto un cartellino rosso. Al ritorno due rigori non visti, uno di Thiago Motta e uno ancora di Samuel. Contro il CSKA il goal dell'andata nasce su una gamba tesa non fischiata, con Krasic diffidato ammonito in modo assurdo e quindi coi russi senza l'uomo di punta al ritorno. Col Barcellona assisteremo all'impossibile, ovvero mettere un arbitro portoghese, nonché ex socio in affari di Mourinho, ad arbitrare una sfida contro degli spagnoli.Risultato: 3 a 1 per l'Inter con goal di Milito in fuorigioco e rigore negato su Dani Alves. Contemporaneamente l'italiano Rosetti rifila giusto 3 giornate di referto a Ribery. In Spagna l'Inter perde 1 a 0, con un nuovo rigore negato al Barcellona, e nei minuti finali, la decisione fotografia della partita, ovvero una netta punizione per i catalani per fallo su Pique (e una punizione dal limite con Messi, Xavi, Iniesta, Alves ecc... non é certo da buttare) segnalata come fallo in attacco del difensore iberico. In finale ennesimo episodio di un mani in area di Maicon. Ma d'altronde, tutta l'Italia giornalistica era impegnata nella crociata contro il goal in fuorigioco di Klose contro la Fiorentina, e quindi non aveva tempo di girare il collo dall'altra parte.

I misfatti, o le sviste, in questi campionati poi sono numerose, come il famoso rigore contro il Parma per salvataggio di Couto di testa (2-1, 3-2 a tepo scaduto), o il goal di Maicon col Siena, col brasiliano (e altri giocatori) in fuorigioco di metri su azione nata da un calcio da fermo. Ma queste sono le classiche e semplici sviste, i famosi errori che a fine anno si compensano. Si potrebbe anche aggiungere la famosa Inter Logo SRL e altri magheggi per i bilanci societari (tipo l'operazione plusvalenze col Milan), tutti scoperti e multati. O che Moratti fece l'affare Milito-Motta con Preziosi quando quest'ultimo era inibito, il che é costato ad entrambi i presidenti l'ennesima multa (e farsa all'italiana). Ma meglio non andare troppo in profondita e intaccare la famosa targhetta di "squadra simbolo di lealtá sportiva" che recita lo scudetto assegnato a tavolino da un proprio ex dirigente e futuro dipendente.

Questo per dire che Moratti potrebbe per una volta stare zitto ed evitare di fare la vittima, anche perché sta vincendo da 5 anni e non si capisce il suo continuo lamentarsi. Vuole forse vedersi assegnati ulteriori trofei cartonati? Anche perché le sue frasi suonano esattamente come le frasi che faceva la dirigenza della Juventus, squadra che comunque non é mai stata provata comprare le partite, a differenza di altri personaggi ancora ben ancorati nel sistema... fate vobis!

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23 agosto 2010

Grosso-Kaladze: lo scambio fra poveri

Mentre manca in pratica la sola ufficializzazione dell'ex rossonero Antonelli all'Inter (ennesimo segno che fino ad un recente passato la politica sui giovani é stata completamente abbandonata), sembra farsi sempre piú sostenuta la voce che vorrebbe uno scambio di difensori tra Juventus e Milan, nello specifico tra l'ex eroe mondiale Fabio Grosso e il sempre piú epurato Kaladze. Uno scambio tra poveri, in sostanza, di giocatori indesiderati. Nessun di questi calciatori infatti farebbe la fortuna del club che lo accoglie, ma ad oggi, questo favore reciproco ha davvero senso, per entrambe le fazioni.

Il Milan ha attualmente 11 difensori (+1 se si puó contare Abate). Di questi, peró solo 4 sono terzini di ruolo, alias Antonini, Zambrotta, Oddo e Jankulovski (dei quali gli ultimi due elencati praticamente fuori rosa). Gli altri 7 sono centrali, anche se sia Sokratis che Bonera potrebbero giocare terzino destro. Aggiungiamo pure che sia Zambrotta che Antonini sono destri naturali, e quindi chiunque vada a sinistra é un adattato, i Rossoneri rimangono con un solo difensore mancino che é appunto Jankulovski. Fabio Grosso, in questo senso, sarebbe un mancino naturale a completare la coppia di terzini al posto del laterale ceko. Dall'altra parte, sponda Juve dunque, il georgiano Kaladze andrebbe a completare il pacchetto centrali della Juventus, che ad oggi corrisponde a soli 3 elementi, ovvero Chiellini e Bonucci titolari con Legrottaglieunico rincalzo. La Juventus comunque dovrebbe tutelarsi con almeno un ulteriore inserimento in difesa, visto che non abbonda nemmeno lei di esterni, soprattutto sulla mancina dove rimane il solo (buon ma non eccezionale) De Ceglie, e a destra, dietro a Motta, c'é l'imbarazzo della scelta tra l'assoluta mediocritá rappresentata sia da Zebina che da Grygera.

Uno scambio tra poveri, in pratica un farsi un favore a vicenda, visto che entrambi i giocatori non rientrano nei piani tecnici dei nuovi mister, ne negli interessi societari, senza dimenticarci che ormai sono bersaglio delle rispettive tifoserie per aver rifiutato svariate proposte di trasferimento (Kaladze specialmente). Del resto, se non si puó, o non si vuole, investire in modo massiccio sul reparto, e bisogna adeguarsi con il sempre piú di moda "fare con quello che passa il convento", lo scambio Grosso-Kaladze sarebbe l'avvicendamento piú sensato tra tutti quelli ipotizzati tra Galliani e Marotta. Rimaniamo comunque in attesa di tempi migliori...

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22 agosto 2010

Il mercato delle percentuali e capri espiatori

In attesa di scoprire come, o a questo punto se, verrá speso da Galliani il misero quanto famoso tesoretto di 15 mln, il mercato rossonero vive sempre di piú parole, e sempre meno di fatti. I conti si fanno alla fine, giustissimo. Peró alla fine del mercato mancano pochissimi giorni, e le strategie delle altre squadre sono giá state attuate, o comunque ben definite e in fase di dettagli finali. L'Inter sembra essersi magicamente resa conto che Sculli non era certo l'uomo ideale per il post Balotelli (e non solo a livello di colpo mediatico) e sembra esser ritornata su Kuyt, strizzando l'occhio al vecchio rapace Klose come vice Milito. La Juventus dopo due mesi di marcatura ha ufficializzato Krasic e rimpatriato Aquilani dal Liverpool, giocatore che se non si infortuna é il regista che mancava a Delneri. A proposito di Krasic, con il russo, Pepe, Lanzafame e Martinez, mi chiedo quali siano le gerarchie: io credo che siano esattamente quelle da me espresse, e pertanto, ritorno a giudicare assurdo l'acquisto dell'ex esterno del Catania per 12 mln. Al Milan, finita la dieci giorni mediatica per Boateng, é iniziata immediatamente la maratona per Ibrahimovic, o per meglio definirla, la maratona delle percentuali e dei capri espiatori.

Galliani afferma che Ibrahimovic non si fará al 99,99% (periodico). Affermazione che conta come il famoso due a briscola. Se lo svedese non dovesse finire al Milan, l'A.D. l'aveva detto che era difficile. Se invece si verificasse l'opposto, giá mi immagino Galliani gongolarsi per una operazione ritentua impossibile. In ogni caso, la famosa 99,99% é la classica percentuale che la dá vinta alla dirigenza rossonera, comunque; ergo inutile per farne qualsiasi previsione. Ibrahimovic peró é talmente pompato dalla stampa rossonera, faziosa e meno, da risultare ormai il salvatore della patria, il colpo che dimostra una presidenza presente e attiva; inoltre, in lungo e in largo si leggono articoli che parlano del colpo voluto dal popolo, ma siamo sicuri: ricordiamoci che il "popolo" é un concetto che non esiste, é pura demagogia. Perché allora il popolo rossonero fu anche quello che fischió Maldini alla sua ultima a San Siro, e certamente é quello che non si dimentica che Ibrahimovic, all'epoca del passaggio in nerazzurro, dichiaro che "l'Inter é la squadra per cui tifo fin da bambino" (cit.). Tuttavia questa brama di vedere lo svedese in rossonero ha portato spiacevoli episodi, causati comunque dal martellante ritornello societario "se nessuno parte, nessuno arriva". Scusate, ma quest é una politica da serie b, segno di una societá schiava dei propri tesserati e che si vuole lavare le mani della sorte del Milan, potendo sempre contare sul fatto che non si é potuto costruire una squadra con Tizio perché Caio non se ne é andato... scusate, ma Caio chi lo ha voluto e chi lo ha fatto firmare?

Il Caio per definizione al Milan é Huntelaar, giocatore che Galliani prese l'ultimo giorno del mercato proprio per dare il contentino ai tifosi e non far vedere un Milan totalmente immobile. Huntelaar arriva dunque da non desiderato, tanto che l'olandese chiede di esser ceduto giá a gennaio. La dirigenza si impunta e lo convince a rimanere. Il Cacciatore finisce la stagione con 7 goal, 6 dei quali determinati, che portano 15 punti in classifica. Considerando il minutaggio, e il fatto che gioca da esterno quasi tutti gli incontri, Huntelaar é come rapporto l'attaccante piú prolifero rossonero. Rincuorato dalle parole di Braida sulla fiducia della societá, parte per il mondiale, per poi ritrovarsi (a sua insaputa) centro di una guerra mediatica nei suoi confronti, in quanto la sua permanenza di fatto blocca il mercato del Milan. La situazione degenera fino a toccare il fondo pochi giorni fá, quando una manciata di supporter avrebbero apostrofato l'attaccante ad andarsene. Qui mi vergogno della societá, una societá che non solo non tutale un proprio tesserato, ma é la causa delle sue disavventure.

Partiamo dal dire che non voglio giudicare l'operato di Huntelaar come calciatore, ma analizzare la situazione. Intanto, va ben definito il ruolo dell'attaccante, ovvero quello di punta centrale. Ogni squadra dovrebbe avere due giocatori per ruolo, il Milan gioca con due o tre attaccanti (molto piú probabile), quindi servono comunque minimo cinque. Pato e Ronaldinho gli esterni, Borriello, Huntelaar e Inzaghi le punte centrali. Considerando che Huntelaar é piú giovane e piú bomber di Borriello, che l'olandese é anche il piú propenso di tutto il parco attaccanti a fare la riserva (Borriello alla seconda panchina scalcerebbe come un neonato), e che Inzaghi coi suoi 37 anni non puó essere considerato una prima riserva (ve lo immaginate titolare per 90' anche solo 1 mese se Borriello si infortuna?), qualcuno mi spieghi la base tecnico/tattica di un beneficiare della cessione di Huntelaar. Punto secondo, i soldi. Huntelaar frutterebbe esattamente quanto investito, 15 mln. Considerando che ad oggi l'attaccante seguito é Ibrahimovic (che arriverebbe in prestito con diritto di riscatto, e cifra lontano anni luce dai 15 mln), a cosa servirebbe tale gruzzoletto? 15 mln sono poi il tesoretto intatto, qualcuno ha in mente un colpo da 30 mln della dirigenza? Quale sarebbe? Dzeko? Non scherziamo... E con la bellezza di 11/12 difensori, e l'impossibilitá di piazzare Kaladze, Oddo, Jankulovski e Onyewu, il ricavato di Huntelaar andrebbe a picchettare la difesa? Sempre restando al concetto che un difensore da 30 mln é fuori discorso (Nesta e Silva sono i titolari), anche solo 15 mln sono giá tanti per portarsene a casa uno ottimo (Otamendi si accaserá al Porto per 7/8 mln), ma in ogni caso il tesoretto é inalterato e 15 mln per un Bale o un van der Wiel sono intoccati da giugno.

Il mercato delle parcentuali e dei capri espiatori entra dunque nel vivo, ed essendo alle battute finali sará sempre piú intenso e sempre piú tagliente. Alla fine pero conterá il concreto, che se non si stringe nulla, un acquisto sfumato, che sia stato del 0 a 99,99% non fá differenza, rimane sempre un acquisto mancato, o peggio, un acquisto altrui.


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21 agosto 2010

Amarcord volume 2

Visto il continuo vociare di un possibile approdo di Ibrahimovic al Milan, e al conseguente tormentone "Huntelaar deve andarsene, ma lui vuole rimanere", vorrei dire la mia a riguardo. Credo che se lo svedese approdasse al Milan, il giocatore da far partire sarebbe Ronaldinho, per mototivi sia di equilibrio tattico in campo, sia per vicende di spogliatoio e finanziarie, perché al Milan pagare due super stipendi é un lusso che non possono permettersi. Oggi poi leggo di un interesse della Juventus su Borriello... dove devo firmare? Il partenopeo é un buon giocatore ma non un fenomeno, ha 28 anni e bomber non lo é mai veramente stato. Se devo cedere una punta, cederei Borriello, anche perché al contrario, Huntelaar segnerebbe davvero i 20 goal e quindi, se proprio non si puó far altro, l'olandese va assolutamente venduto all'estero, cosa che per Borriello non ritengo strettamente necessaria. Tornando dunque a monte, ripropongo un articolo tratto dal mio blog intitolato "Scetticismo tattico su Ronaldinho", scritto il 06 maggio 2008

"So di andare fuori dal coro, ma non é una novitá e la cosa mi interessa relativamente, per non dire nulla. Dopo l'ufficializzazione di Flamini, intorno all'ambiente rossonera é ritornata l'euforia che era venuta a calare in seguito alle dichiarazioni del Presidente Berlusconi riguardanti la vicenda Ronaldinho. Ora, chi mi conosce e "mi legge", sa benissimo che ho sempre considerato Ronaldinho l'eventuale cigliegina sulla torta, ma mai un acquisto di vitale importanza. A tale proposito, vorrei fare una riflessione tecnico-tattica riguardante l'eventuale arrivo del brasiliano al Milan. Ronaldinho fondamentalmente al Milan non serve. Parlo a livello tattico. Il Milan infatti con Ronaldinho potrá giocare solo con due schemi: 4/3/2/1 oppure 4/2/3/1.

Vediamo il primo caso: Ronaldinho affiancherebbe Kaká dietro all'unica punta. Con questo schema li davanti devi avere un uomo d'area, fisicamente prestante, in grado di pressare alto e saltare di testa. Insomma, un Gilardino dal fiuto del goal, quel centravanti che il Milan non ha dai tempi di Bierhoff. L'unica alternativa in casa é Inzaghi, che sarebbe servito in modi differenti, ma che non é eterno e una stagione sappiamo tutti che non riesce a giocarla. Pato sarebbe il sacrificato illustre, e sinceramente, la cosa non mi aggrada. Un tridente carioca infatti sarebbe allettante sulla carta e stimolante per la fantasia, ma alla lunga sarebbe una scelta sbagliata, che limita il Papero e lo snatura. Pato ha bisogno di spazi e preferisce partire sull'esterno, ed é li che puó esprimersi al massimo. Sarebbe una formazione tatticamente coperta, ma brucerebbe definitivamente Pato.

Secondo caso: Con questo schema a rimetterci é il centrocampo, visto che la trequarti sarebbe composta da Pato - Kaká - Ronaldinho a supportare il nuovo centroboa. Uno schema dinamico offensivamente, ma che scopre troppo la mediana, in quanto nessuno dei tre garantirebbe le giuste coperture se non sporadiche e decisamente non nell'intero arco della stagione. Con questo schema poi, il Milan dovrebbe intervenire sul mercato alla ricerca di almeno una alternativa, visto che il solo Seedorf é troppo limitata come parco riserve. Meglio se un giocatore esterno (stile Gasbarroni per intenderci). Tornando a bomba, la mediana ne soffrirebbe troppo, e a giocarsi 2 posti si sono 4 titolari. A farne le spese maggiori sarebbe Pirlo, in quanto se giochi con 3 trequartisti, 1 punta e 2 terzini di spinta (o almeno 1 dei 2 lo sará sempre), hai giá ´metá della squadra devota ad offendere, quindi sulla mediana hai decisamente la necessitá di avere Ambrosini (altrimenti di testa non la prende nessuno) e a rotazione Gattuso e Flamini, senza dimenticarci che sembra praticamente certo il ritorno del giovane Sammarco. In quel senso, a garantire piú copertura in regia, ci sarebbe Emerson, ma lo sappiamo tutti, é un ex giocatore ormai. Sarebbe poi di assoluta necessitá un centrale alto che offra piú garanzie del buon Kaladze, ormai sulla trentina anche lui, che essendo inoltre anche extracomunitario, potrebbe essere tranquillamente ceduto di fronte ad una offerta concreta (cosa che non manca dall'Inghilterra).

L'affare Ronaldinho sarebbe dunque un botto mediatico e un vero boom di euforia tra molti tifosi, oltre che un toccasana per il Milan dal punto di vista commerciale. Ma permettetemi di rimanere dubbioso sulla sua efficenza in campo e soprattutto, sulla sua reale efficacia negli schemi del Milan. Non vorrei che questo acquisto risulti troppo vincolante e a farne le spese sia la concretezza, visto che le partite, volenti o nolenti, si vincono quasi sempre a metá campo."

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20 agosto 2010

Il grande inganno degli 11 difensori

Calcio Critico non é nato per distruggere i sogni di un tifoso, per andare contro una societá a prescindere, o per lamentarsi per il gusto di farlo. Questo blog é nato per creare dei ragionamenti e capire certi meccanismi. Per stimolare appunto il senso critico di una persona appassionata di calcio, che non subisca passivamente le parole quotidianamente sbrodolate dalla propria societá, e per chi in pratica non vive il calcio semplicemente durante i 90 minuti di gioco. In sintesi, fare una critica che sia costruttiva e non fine a se stessa. E se c'é una squadra che é una autentica fucina di spunti, quella é il Milan. Il Milan infatti in chiave mercato é disarmante, la societá predica una cosa ma agisce diversamente, i proclami sono sempre gli stessi, ma alle parole non seguono i fatti. Basti appunto pensare che al famoso Anno Zero, l'anno del rinnovamento e delle politiche sui giovani, sono seguiti l'acquisto di Yepes, e i rinnovi, nell'ordine, di Onyewu, Abbiati, Oddo e Zambrotta.

Ma partiamo ad esempio dalla difesa, con le dichiarazioni recenti di Ariedo Braida che ha affermato la chiusura del mercato per questo reparto, salvo qualche (chissá forse sperata) partenza. Ora, la difesa viene dichiarata di 11 elementi, ma analizziamola: Zambrotta, Antonini, Oddo e Jankulovski rappresentano i terzini di ruolo, mentre Nesta, Thiago Silva, Bonera, Yepes, Sokratis, Kaladze e Onyewu in centrali (con Bonera e Sokratis in grado di poter giocar sull'esterno). Undici difensori per quattro posti (e all'estrema occorrenza ci sono sia Abate che Flamini a poter ricoprire il ruolo di terzino destro) sono un sovrannumero se non addirittura un lusso. Un lusso teorico peró, perché a tutti gli effetti, la difesa é il reparto che davvero piú di tutti necessitava di una vera e propria rivoluzione.

Ad oggi, Kaladze e Jankulovski sono in pratica e a tutti gli effetti fuori rosa. Piccola parentesi: per quanto paradossale (e personalmente inesplicabile) l'accanimento con cui due calciatori preferiscano non giocare un solo minuto per un intero anno piuttosto che trasferirsi, non dimentichiamoci che hanno firmato un contratto proposto dalla societá e alle condizioni della societá, le quali includono l'ammontare dello stipendio e la durata del contratto. Quindi con questi giocatori si poteva essere piú lungimiranti ieri, invece che crocifiggerli ad ogni occasione oggi. Peró ribadisco, non riesco assolutamente a capire cosa passi per la testa di un calciatore, quando questi é disposto ad allenarsi (senza nemmeno le partitelle in famiglia, ma esclusivamente atleticamente tra l'altro, e solo per evitare il mobbing) per una intera stagione piuttosto che giocare altrove, anche perché altrove erano piazze come Parma, Genova e Roma. Ma proseguiamo con altri casi singolari, come Onyewu e Oddo, che nonostante non siano minimamente presi in considerazione dall'allenatore, hanno ottenuto un prolungamento del contratto che, in teoria é uno spalmamento dell'ingaggio, ma che in pratica vuol dire avere entrambi questi giocatori, impossibili da piazzare anche gratis (o poco ci manca), per altre stagioni. Onyewu addirittura fú lodato ufficialmente con tanto di trafiletto sul sito ufficiale, in quanto in pratica, giocherebbe un anno gratis. Gli altri: Zambrotta ha le sue primavere (ma anche lui ha appena rinnovato), cosa che hanno anche Nesta e Yepes (entrambi 34). Nesta inoltre é titolare inammovibile, ma per quanto tempo fino all'inevitabile stop per infortunio siamo sicuri? Dulcis in fundo, Bonera, che non vive una stagione in salute da un paio di anni, rendendo quindi in pratica gli uomini d'affidamento Antonini, Sokratis e Thiago Silva.

Riassumendo, l'affidabile per Allegri si é ridotto a 3/11, considerando poi che Sokratis non sará titolare, e che Antonini é un buon giocatore ma anni luce dai terzini che militano nei club di punta. L'allenatore chiede un centrale, Galliani&Braida rispondono picche. Intanto Otamendi si accaserá con molta probabilitá al Porto per 6.5 mln (al Milan non chiedevano 12/15, sempre per tornare in tema con quanto scritto ieri?); Galliani peró lo giudicó troppo caro preferendogli il greco Sokratis, giocatore che é costato teoricamente 4.5 mln cash, ma che in pratica equivalgono a 12, in quanto 7.5 mln derivano dalle comproprietá di Odumandi, Strasser e Zigoni che il Milan ha girato al Genoa; ora, se anche per solo uno di questi giocatori si verificasse una situazione come Borriello, alla fine il nazionale ellenico verrebbe a costare anche 20/25 mln, cifra con la quale si sarebbe portato a casa un talento di cui la rosa necessita come Cissokho, van der Wiel, Bale e chissá quanti altri giocatori, e con anche qualche milioncino di resto.

Basta dunque poco per rendersi conto che numeri, e nomi, dicono tutto e dicono niente. L'analisi non é disfattista, ma é una fotografia della realtá attuale, realtá di cui si é reso conto perfettamente anche mister Allegri, che appunto, nonostante 11 difensori, ha chiesto ufficialmente alla societá un centrale e spera sempre in un terzino, ruolo in cui il Milan non ha un degno interprete dai tempi di Cafú.

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19 agosto 2010

Tre fattori da non sottovalutare per Ibra

Superato mediaticamente il colpo Boateng, per gli addetti ai lavori é giá ora di tirar fuori nuovi scoop per garantirsi il titolone. Puntuale dunque come un orologio svizzero il tormentone Ibrahimovic al Milan, rumours spalleggiato non piú soltanto dalla stima del presidente Berlusconi per lo svedese, ma anche dalle recenti parole di Ariedo Braida, senza trascurare che Raiola e Bronzetti ormai campeggiano in Via Turati. Non voglio peró parlare di Ibrahimovic, giocatore dalle indubbie doti tecniche, che corrisponde all'identikit del fantomatico eventuale colpo promesso da Berlusconi ai tifosi rossoneri. Vorrei sottolineare peró come in questi giorni la dirigenza stia forse sottovalutando alcuni aspetti, preoccupandosi a quanto sembra solo ed esclusivamente della natura dell'operazione, ovvero il famoso prestito con diritto di riscatto. Esistono peró almeno tre elementi da prendere in considerazione, a prescindere dall'aspetto meramente finanziario del cartellino.

Primo fattore: Raiola e Bronzetti. Raiola é l'agente di Balotelli e Ibrahimovic, personaggi le cui bizze sono ben note nell'ambiente interista tanto quanto le doti tecniche dei calciatori. Bizze che riflettono molto il proprio agente, che non vede l'ora che capiti qualcosa ad un proprio assistito tanto per ricavarne una percentuale. Ora, Raiola é l'agente che nel 2006 aveva un appuntamento con Galliani per il trasferimento di Ibrahimovic in rossonero, trasferimento giá fissato con la Juventus. La sera prima della firma, Raiola si incontra con Branca e con una trattativa stile mercante in fiera, accorda Zlatan in nerazzurro. Se questa vicenda é ben nota nell'ambiente, tanto che lo stesso Branca piú volte si vantó della cosa per sfottere i cugini, la leggenda vuole che in Via Turati si aspettasse Raiola la mattina seguente, che non cancelló l'appuntamento, né avvisó dell'operazione della notte precedente; si vocifera addirittura che Galliani apprese dai media il passaggio di Ibrahimovic sull'altra sponda del Naviglio... Questa é, e rimarrá, una leggenda, ma si sa, ogni storia nasconde un pizzico di veritá. Tornando a monte, arriva il turno di Bronzetti, il famoso mediatore delle trattative sull'asse Italia-Spagna. Ora, Bronzetti lavora contemporaneamente come consulente per Real Madrid e Milan: adesso alzi la mano il primo milanista che possa elencarmi una sola operazione su quest'asse che non dico abbia fatto felice la Curva, ma anche veramente giovato al Milan? Per non parlare di 2 anni di trattativa per Ronaldinho e Zambrotta per 36 mln dal Barcellona, o i precedenti colpi messi a segno dalla Spagna (Javi Moreno, Jose Mari, Oliveira...), senza dimenticarci dell'epoca in cui si foraggiava l'Atletico Madrid senza ricavarne nemmeno una opzioncina su Torres. La lista dei disastri su questo binario é lunga.

Secondo: Ibrahimovic prende nel Barcellona 12 mln, e non esiste nemmeno la piú remota possibilitá che si decurti lo stipendio a 4 mln. Si vociferá che il Milan arrivi a pagargli il 60%, che tradotto in soldi, sono comunque piú di 7 mln (7.2 per la precisione). Quindi pensate a Pato e Thiago Silva, o lo stesso Ronaldinho, quando discuteranno per un adeguamento, un prolungamento o dell'eventuale rinnovo. Sicuramente provocherá una reazione a catena di aumenti per tenersi i propri gioielli, e sará il nuovo tetto su cui tarare gli eventuali colpi futuri. Dov'é finito il famoso fair-play finanziario, talmente voluto e sbandierato tanto da iniziarlo con 6 anni di anticipo rispetto agli altri (e con risultati sotto gli occhi di tutti)?

Ultimo: Ibrahimovic se venisse preso, ovviamente giocherebbe titolare. Punto. Il che vorrebbe dire un tridente Pato-Ibra-Dinho. Abbiamo giá visto all'opera Ibrahimovic, giocatore che non é capace, e non vuole, giocare da punta centrale. Questo é il motivo per cui non é contento di lui Guardiola, che abituato ad Eto'o, poteva contare su due schegge impazzite esterne, ma su un centravanti di riferimento in mezzo. E avendo visto tutti all'opera il fallimento del tandem Kaká-Dinho (e senza andare bene ad investigare che in pratica il miglior Dinho lo abbiamo visto con Pato infortunato), mi chiedo se valga la pena tentare l'ennesimo esperimento. Escludendo comunque che il parco attaccanti é completo, anche solo numericamente parlando, e che quindi il tutto vorrebbe dire una cessione di Huntelaar, e il tenersi in panchina Borriello e Inzaghi, due giocatori che sono si attaccati alla maglia, ma lo sono di piú quando sono loro a sgambettare nel rettangolo verde.

Per concludere, anche se la cosa non é veramente inerente al topic, ho appreso che ieri non solo il diciannovenne Danilo Pereira si é accasato al Parma (che ha investito addirittura 150.000 euro non dico per il nuovo Viera, ma certamente per un degno sostituto di Mariga), ma che anche Malomo della Roma (anch'egli diciannovenne) giocherá in prestito nel Verona. Queste notizie, aggiunte al trasferimento di Hernanes alla Lazio, a Rafinha al Genoa, e chissá quante altre, non fanno che alimentare lo sconforto dei tifosi, perché casualmente il Milan si vede richiedere cifre insormontabili (o i giocatori stanno bene nel proprio club) per poi firmare dopo pochissimo per altri club, e a cifre assolutamente umane... I casi sono due: o ci tempestano di panzane oramai anche per il solo gusto di farlo, oppure il Milan non ha assolutamente piú quell'appeal tanto sbandierato alla prima occasione, e il fatto di essere il Club piú titolato al Mondo é una frase che va bene ormai solamente per il banner del sito ufficiale.

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18 agosto 2010

Basta samba al Milan

Ho appena finito di leggere un articolo riguardante il secondo mini stop stagionale per Pato (il quarto da quando é al Milan... in 2 stagioni e ½). Questa notizia mi ha fatto ricordare di una e-mail che lessi nella rubrica la lettera del tifoso, e-mail nella quale l'autore, tale Loris Silenzi, ipotizzava un Milan senza brasiliani e un investimento pesante del ricavato degli stessi. Parliamo infatti di cifre notevoli, intorno ai 100 mln se consideriamo cartellini e ingaggi del trio Silva-Pato-Dinho.

L'operazione é difficile dal punto di vista emotivo, piú che altro: Thiago Silva, seppur alla sua seconda stagione, é giá entrato nel cuore dei tifosi in quanto era dal 2003 che con la coppia Nesta-Maldini, non si vedeva una diga davanti alla porta. Ronaldinho é un caso a parte, il classico talento destinato a far discutere, cosí come da migliore tradizione (Baggio docet). Pato invece é per la Curva ció che fú Kaká, ovvero un fenomeno arrivato in erba e destinato a fare grandi cose con, e per, questa maglia. A livello tecnico i tre giocatori sono indiscutibili, a livello tattico quasi (se escludiamo appunto il Gaucho). Ma traduciamo il discorso in soldi, opportunitá e programmazione.

Per Thiago Silva c'é una fila di squadre disposto ad averlo, capitanate dal Real Madrid, che nonostante l'arrivo del pupillo Carvalho, tornerebbe a trattare per il giovane brasiliano. L'ultima offerta é stata 25 mln + il cartellino di Diarra. Il Real Madrid ha appena preso Ozil, il che potrebbe liberare l'olandese van der Vaart, giocatore che non rientra nei piani tecnici delle Merengues e che fú lasciato in stand-by solamente per l'infortunio capitato a Kaká. Con l'arrivo della stallina del Werder, l'olandese ritorna di fatto sulla piazza, e l'offerta potrebbe quindi diventare 25 mln + il regista. Tatticamente van der Vaart sarebbe un giocatore che farebbe molto comodo al Milan, nonostante l'arrivo di Boateng. L'olandese infatti puó ricoprire perfettamente sia il ruolo di mezz'ala offensiva, che quella del regista vice-Pirlo, che, e specialmente, il ruolo di mezzapunta/fantasista dietro alle due punte. Diventerebbe dunque la famosa "riserva di lusso" che in pratica giocherebbe spesso e volentieri in quanto polivalente, e tra scelte tattiche, infortuni e squalifiche, un giocatore cosí universale farebbe sicuramente comodo. L'olandese inoltre ha un ingaggio che non sconvolge i piani societari, anzi. Pertanto, questa operazione porterebbe a Milano 25 mln freschi e un giocatore tatticamente utile e che completerebbe definitivamente la mediana di Allegri.

Ronaldinho, come detto in passato, ha un mercato americano in grado di mantenergli inalterato il contratto attuale, senza contare sponsor come la Nike e diritti d'immagine vari. Al Milan finirebbero 8 mln circa, ma il risparmio del cartellino sarebbe di 16 mln (24 mln totali in piú in cassa). L'approdo di van der Vaart non richiederebbe un investimento massiccio nel ruolo, potendo il Milan contare sui due olandesi (c'é anche Seedorf) o cambiare modulo (4-3-3).

Pato invece é un giocatore dalle potenzialitá incredibili, quando é in forma é assolutamente un attaccante letale. La stessa nazionale carioca punta su di lui per il Mondiale casalingo del 2014. Peró c'é quella caviglia che si é giá infortunata ben due volte, oltre al fatto che il Papero soffre troppo frequentemente di acciacchi. Il motivo é che fisicamente Pato non é ancora formato, intendo come uomo. Ha una etá dove sta maturando fisicamente e sta completando la crescita. Evidentemente il suo corpo non riesce a smaltire carichi di lavoro da calciatore durante questa ultima fase dello sviluppo. Si puó portare pazienza, nella speranza che queste ammaccatture non pregiudichino questo autentico campione in erba, o venderlo e intascarsi ad oggi una cifra che si aggirerebbe quantomeno sui 30/35 mln (facendo un rapporto con Balotelli, ad esempio, ma considerando che il giocatore non é spudoratamente sul mercato per diatribe intestine). Mettiamo nel calderone dunque 4 mln d'ingaggio del Papero, e arriviamo che la vendita dei tre brasiliani frutterebbe alle casse di Via Turati una cifra appunto sui 90/100 mln. Cifra con la quale si rifarebbe l'attacco (che a questo punto prevederebbe anche la cessione di uno tra Borriello e Huntelaar) e si puntellerebbe la difesa con l'arrivo di un centrale e di un terzino, giocatori richiesti comunque da mr. Allegri con la rosa attuale.

Non sono un fan di Ibrahimovic, devo ammetterlo, ma per questioni piú extra calcistiche che altro. Peró con quella cifra sarebbe possibile creare la ipotizzata (anche dallo stesso Loris Silenzi) coppia Ibra-Dzeko, tandem che a quanto sembra sia tra sondaggi vari che a livello societario rappresenterebbe la realizzazione dei due sogni (proibiti) di mercato. Per Dzeko l'acquisto secco per una cifra di 40/45 mln, per lo svedese invece un prestito oneroso con diritto di riscatto (che ribadiamo, in pratica costerebbe per la stagione attuale poco piú di quanto ricavato dalla sola cessione di Borriello o Huntelaar).

Sarebbe anche un Milan che non deve piú assolutamente dipendere da Pirlo, giocatore che ho apprezzato moltissimo ma che oggi sta diventando troppo ingombrante. Verrebbe fuori una formazione effettivamente in grado di potersela giocare con l'Inter, questa volta peró sul campo e non piú solo nella mente della dirigenza milanista.

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17 agosto 2010

Il principe e il deja-vu

Dopo una settimana di "oggi é il giorno buono", é finalmente arrivato il tempo di Boateng al Milan. L'ex Portsmouth é stato comprato dal Genoa per una cifra intorno ai 6 mln, per poi essere girato al Milan in attesa che le parti si accordino sulla migliore modalitá di stipulare il contratto del centrocampista ghanese (la piú accreditata é prestito oneroso con diritto di riscatto). Ascoltando Preziosi vengono i brividi a pensare ad una operazione Borriello 2, ma ad oggi il tutto converge in quella direzione:

1) Il Milan non puó permettersi di investire nemmeno piú 6 mln per acquisire direttamente un  giocatore le cui caratteristiche sono richieste espressamente dal proprio tecnico.

2) Preziosi di augura che Prince-Kevin Boateng non vesta mai la maglia del Genoa e che il Milan lo riscatti, generando per i Rossoblu una notevole plusvalenza (parole testuali del presidente Preziosi), segno che la base economica del riscatto é giá stata fissata. Il fatto poi che si compri uno che non rientri minimamente non solo nelle scelte tecniche dell'attuale allenatore, ma nei piani societari, é abbastanza emblematico.

3) Preziosi tiene in mano 3 comproprietá rossonere, alias Zigoni, Strasser e Odumandi. Il passato insegna che metá Borriello valeva 2,5 mln e venne riscattata a 7,5 + metá Di Gennaro.

Sul Genoa ho giá detto abbastanza in precedenza, il quadro completo lo vedremo sicuramente tra un anno con il prossimo mercato e l'inizio del fair play finanziario. Al momento speriamo solo che l'ortopedico di Galliani non sia come il suo dentista, perché Boateng minacció una operazione alla schiena se il Portsmouth non lo avesse liberato. Cissokho docet...

PS: Leggete QUI l'editoriale di Franco Rossi... chissá che l'abbia ispirato io ;)

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16 agosto 2010

La mia posta su milannews.it

"Carissima redazione e amici tifosi, come é stato evidenziato da utenti e addetti ai lavori, il Milan é una societá in grado di aver creato una profonda spaccatura all'interno della tifoseria stessa. Come sempre, la veritá sta nel mezzo, quindi nessun piagnisteo, ma altrettanto un po di oggettivitá non guasterebbe. Definire il Milan una squadra mediocre, addirittura fuori dalla Zona Uefa, o quasi, mi sembra eccessivo, quasi paradossale. Peró guardiamo in faccia alla realtá, il Milan ha 13/14 giocatori e basta, quindi non é una questione di "undici", ma di rosa. Se si ferma Pato non segna nessuno, o quasi. E speriamo che il trentaquatrenne Nesta, che non é integro da 6 anni, giochi questa stagione intera? Bonera é sempre rotto, Kaladze e Onyewu sono inguardabili e finalmente fuori rosa. Rimane Sokratis e un altro trentaquatrenne, il bello Yepes. Huntelaar continua a ricevere conferme di facciata, ma non vedono l'ora di venderlo e rientrare dei 15 mln spesi solo una stagione fá. Ieri contro l'Inter abbiamo perso ai rigori prendendo una traversa, ma in piú di 20 minuti non abbiamo creato una situazione da goal concreta contro 5/11 della loro Primavera. Il famoso tesoretto Fininvest di 15 mln é intatto aspettando chissá chi, visto che anche Boateng arriverá tramite Preziosi per un massimo di 1,5/2 mn per il prestito oneroso, il fair play finanziario entrerá in vigore dal 2018, ma noi l'abbiamo iniziato nel 2005 vendendo Shevchenko per 45 mln e investendone 22 per Oliveira (con il Saragozza che ci deve 6 mln, arrivando a 21 mln di tesoretto), e dulcis in fundo, se avessimo solo voluto, Danilo Pereira sarebbe stato nostro da almeno un mese, con il nulla hosta e benedizione di Rui Costa, ma anche 150.000 euro sembrano diventati una somma difficile da investire per una delle migliori promesse mondiali, nonostante sia un parametro zero e abbia 19 anni. Ormai sembra passato un secolo da quando nella stessa sessione arrivarono Seedorf, Rivaldo, Nesta e Tomasson, seguiti l'estate successiva da Kaká, Pancaro e Cafú. Sembra un secolo da quando il Milan sapeva fare mercato e programmava le vittorie, invece che fare proclami. Speriamo non passi davvero un secolo, e che torni entusiasmo e competenza, perché altrimenti la prossima finestra di mercato vedrá Pato e Thiago Silva salpare verso realtá ambiziose".

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