26 settembre 2010

Milan - Genoa: il sabato perfetto

Non si sono dovute aspettare le famose Calende Egizie, citazione dotta del celebre Fabio Noaro, per rispedire al mittente, al secolo Massimo Moratti, la famosa uscita del "sabato perfetto". Il doppio anticipo di ieri infatti ha visto scendere in campo entrambe le milanesi, con risultati opposti: il Milan conquista i tre punti contro il Grifone, mentre l'Inter ne lascia altrettanti alla Lupa. E cigliegina sulla torta, il match-winner é proprio Ibrahimovic, colui che sbaglió il rigore nella fatal Cesena.

Il Milan é incerottato, schiera la quinta formazione in altrettante giornate, in difesa torna la linea titolare di Leonardo, con Abate e Antonini sugli esterni, Nesta e Thiago Silva al centro. Fascia di capitano a Gattuso, che con Boateng e Pirlo completano la mediana alle spalle del tridente Ronaldinho-Robinho-Ibrahimovic. Allegri dunque rinuncia a Seedorf, troppo lento in questo avvio di stagione, e a Zambrotta, tra i piú propositivi contro la Lazio ma ancora in debito d'ossigeno per poter giocare ogni 3 giorni. In avanti dunque é scattata l'ora del Pelezinho, che nonostante i proclami del tecnico, rimane in campo per tutti i 90 minuti, con una prova decisamente positiva, e facendoci intravedere numeri di puro talento.

Il Genoa sulla carta schiera un 3-4-3, ma in campo assistiamo ad un 5-4-1 in cui Rafinha e Criscito sono terzini puri, mentre Mesto e Palacio (a lui il compito di raddoppiare costantemente su Ronaldinho) sono a tutti gli effetti ali. Davanti il solo Toni che per tutta la partita si prende a sportellate con l'amico Nesta. Il Genoa peró é molto piú tonico, difende in 6 ma attacca in 4 sui rovescimaneti, fisicamente sta bene e quando riparte punge. Eppure Gasperini non si fida del solo contropiede, sapendo anche che Allegri non puó piú concedersi il lusso di attaccare all'arma bianca per 90 minuti. Il Milan infatti é piú attento e disciplinato, soffre e sa soffrire, gioca a tratti da provinciale. Eppure nel primo tempo la vera occasione da goal del Grifone nasce da un cross sbagliato da Palacio e smanacciato in malo modo da Abbiati, con il risultato che il pallone di infrange sul secondo palo. Abbiati si riscatterá poi con una ottima parata su colpo di testa di Chico, ma l'amnesia precedente ha giá cancellato la prova dell'Olimpico, facendo tornare attuale l'ombra di Amelia. Il Milan si affaccia nell'area genoana solo due volte, con Gattuso e Boateng che sparano col sinistro su Edoardo da posizione ravvicinata ma troppo defilata.

Nel secondo tempo il Milan é piú in palla, Abate e Antonini prendono piú confidenza, Gattuso finché ne ha sembra essere ringiovanito 5 anni, e Pirlo dopo una serie incalcolabile di palle gettate al vento, trova il corridoio giusto per Ibrahimovic che si incunea tra Dainelli e Criscito e distende la gamba per un morbido pallonetto che Edoardo puó solo sfiorare. Goal numero 4 in 5 partite per lo svedese, il primo a San Siro in Campionato (dopo la doppietta con l'Auxerre). Girandola di cambi, il risultato non cambia, anche se non é il Genoa a rischiare il pareggio, ma é il Milan la squadra che potrebbe dilagare, se Flamini (subentrato ad un esausto Ringhio) non si divorasse due reti e Criscito non salvasse sulla linea un tiro di Robinho, giocatore che per quanto fatto intravedere avrebbe sicuramente meritato il goal.

Il Milan doveva vincere e ha vinto. I difetti ci sono, soprattutto la tenuta atletica che rimane allarmante. Ma vincere fa morale, e soprattutto punti. Anche perché fino a ieri pomeriggio l'Inter aveva giá ammazzato il campionato da sola in vetta a +5. Questa notte Vucinic ha riportato l'Inter sulla terra, e il Milan a -2. Il campionato é ancora lungo, e quando il Milan troverá assetto e finalmente la serentiá nel non dover aver giocatori costantemtne ai box, su tutti Pato, allora potremmo giudicare l'operato di mister Allegri e dare un voto a questa stagione. Intanto godiamoci Ibrahimovic, l'attaccante che ci mancava, il calciatore che risolve le partite che non potrebbero essere risolte altrimenti.

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