14 settembre 2010

Cesena - Milan e la maledizione della nr. 11

Parafrasando una frase di Mauro Suma, a Cesena il Milan doveva solo far capire alle provinciali l'inutilitá di disputare la partita della vita. Cosí non é stato, e adesso il Catania verrá a San Siro consapevole che una determinata tattica paga. Eravamo anche rimasti che Ibrahimovic sale in cattedra con le piccole e si abissa con le grandi, che segna con regolaritá ai propri esordi, e che Cesena per la Cabala rappresentava un 2 fisso, visti i precedenti, come l' 1 a 0 firmato Marco Van Basten, o l'esordio in rossonero del Bambino d'Oro, Ricardo Kaká. Tutto giá scritto, l'unico argomento di conversazione era l'utilizzo o meno del Poker d'Assi, giá risoprannominato con un orrendo IbRoPaRo. Invece al 93' il risultato é Cesena 2 - Milan 0. E da candidati unici a vincere (o stravincere) lo scudetto, il Milan ritorna mediocre, coi soliti problemi, con la difesa da aggiustare, e chi piú ne ha piú ne metta. Insomma, come scrissi nell'articolo "Come cambia il vento", si é passati da un estremo all'altro. Prima il Milan era la 9' forza del Campionato. Poi con gli acquisti di Robinho e Zlatan é diventata la 1' (ancora tutto sulla carta, ovviamente), e dopo una sconfitta il Milan é tornato coi piedi per terra, giá ad inseguire (1 punto dall'Inter) e via discorrendo. 

Ho atteso a fare questo articolo perché per me non ha senso farneticare a ferro caldo troppi concetti, soprattutto quando si viene da una sconfitta. In questi giorni infatti ho letto giudizi dati con troppa frenesia, non si puó commentare e dare al contempo una disamina della partita dopo un quarto d'ora. Ho la fortuna di scrive opinioni, e non fare cronaca, quindi non stupitevi quando leggerete la mia opinione sul mondiale, per dire. Ma tornaimo a monte, ovvero cosa é successo a Cesena.

Premessa: il Cesena ha giocato la sua partita, ha disputato una magnifica prestazione, con mister Ficcadenti che ha preparato i suoi in modo perfetto dal punto di vista sia fisico che tattico. Ha impostato un fortino e giocato sul contropiede, confidando nella mira dei cecchini. E il tutto ha funzionato, quindi tanto di cappello ai Romagnoli che non hanno rubato nulla, anzi.

Adesso passiamo al Milan, e vediamo cosa ha funzionato, e cosa no. A funzionare é stato Pato. Il Papero ha giocato largo, si é accentrato, ha segnato due reti e si é sbattuto per la squadra. A non funzionare, tutto il resto. Abbiati impacciato sul secondo goal e rischia di essere beffato su calcio d'angolo, Bonera da terzino non copre e non spinge, da centrale non affonda perché ormia il danno era giá fatto. Sokratis all'esordio da centrale perde Bogdani sulla prima rete e si fá saltare sul raddoppio, serata da dimenticare. Antonini ci mette volontá ma l'impegno non puó sopperire sempre a vistose lacune tecniche. Gattuso é un giocatore regalato al Cesena, perché sbaglia completamente partita. Lui doveva ancorarsi davanti alla difesa e fare solo da muro, invece si propone lasciando voragini. Non a caso, i bianconeri non lo marcano mai e Rino si ritorva un numero incredibile di palloni giocabili nei pressi dell'area o in posizione di tiro. Del resto, chi ha paura delle doti balistiche di Gattuso? Pirlo é fuori forma, il doppio impegno in nazionale lo ha completamente spompato, si limita a lanci lunghissimi. Inoltre non tira piú da fuori. Ambrosini é spaesato in mezzo al campo, non avendo nessuno dei due compagni ad aiutarlo nemmeno tatticamente. La partita di Ronaldinho dura 5 minuti, mentre Zlatan per la foga di strafare, corre a tutto campo perdendo luciditá davanti, si sofferma in leziosismi fuori luogo (un tacco sul 2 a 0 al 75' é da codice penale). Allegri sbaglia formazione, un fortino era prevedibile, quindi non si puó pretendere che i funamboli entrino in porta con la palla, e il tiro da fuori deve essere un arma. Boateng per Gattuso era indispensabile, visto che sia Flamini che Seedorf (che sono ad oggi gli unici che tirano da fuori area, visto che Pirlo ha smesso di farlo) erano entrambi out. Purtroppo l'infortunio di Thiago Silva brucia un cambio, ma Inzaghi e Robinho (per Gattuso e Ronaldinho) dovevano essere fatti al 45', visto che si era giá 2 a 0.

Detto ció, le partite si vincono anche per episodi, e il Milan ha avuto tutto contro: sfiga e arbitro. Il primo goal di Pato é regolare, e chissá se il portarsi 1 a 0 avrebbe cambiato il corso della partita. Idem il secondo goal, che ad inizio ripresa accorciava le distanze sul 2 a 1. Piú altri due fuorigioco inesistenti segnalati, con Inzaghi prima, e Ibrahimovic dopo, fermati in area davanti all'ex Antonioli. Caduta di stile o meno, il sito del Milan riporta la regola numero 6 dell'Uefa, ovvero nel dubbio non segnalare. Anche perché con il Lecce un rigore netto (mani di Donati su tiro di Seedorf) e un goal di Borriello (che sarebbe stato anche un bel lasciarsi con la propria tifoseria) sono stati lasciati in secondo piano da un travolgente 4 a 0. Ma di epidosi in casa Milan ne sono giá capitati parecchi per essere alla seconda di campionato e non aver ancora giocato uno scontro diretto. Quindi, dulcis in fundo, Ibrahimovic coglie il palo su un rigore nel finale, confermando che la numero 11 indossata nelle ultime stagioni da, nell'ordine, Gilardino, Borriello e Huntelaar, é una maglia che andrebbe ritirata per motivi inequivocabili!

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