Da ormai tre giorni, sta tenendo banco l'agghiacciante siparietto tra l'ex tecnico rossonero, Arrigo Sacchi, e il nuovo centravanti del Milan, Zlatan Ibrahimovic. Un episodio spiacevole, che poteva (e doveva) essere comunque gestito con modi e tempi diversi, si sta trasformando in una bambinata, la classica scenetta del bambino che intima ai compagni "il pallone é mio, e ci gioco io".
Arrigo Sacchi é un allenatore che rimarrá negli almanacchi del calcio per aver guidato il Milan dal fallimento al tetto del mondo, grazie alla sua abilitá di aver reinterpetato al passo coi tempi il calcio totale olandese, giá a sua volta basato sugli schemi delle Grande Ungheria. Un allenatore che si basava sul collettivo, sugli schemi, dove per lui, per estremizzare il concetto, un Mannari equivaleva a Van Basten se i movimenti della squadra erano eseguiti alla perfezione. Sacchi é sempre stato un allenatore pro allenatori, dove i giocatori erano parte di un collettivo. Sacchi fuori dal Milan non ha vinto piú nulla, fallendo anche nel ruolo di direttore sportivo del Real Madrid. Quindi forse, oltre a lui, i vari Baresi, Maldini, Galli, Rijkaard, Donadoni, Evani, Tassotti, Ancelotti, Gullit e Van Basten avranno avuto il loro merito. Non si discute comunque il Sacchi allenatore, ma da quando si é ritirato per stress da parte attiva nel calcio, Arrigo Sacchi si é cimentato nel ruolo di opinionista. Dall'altra parte c'é Zlatan Ibrahimovic, un giocatore che dove approda, dichiara amore eterno ai colori che indossa in quel momento. Ricordiamoci che "era tifoso dell'Inter fin da piccolo", e che bació la maglia del Barcellona alla presentzione, prima di aver dichiarato che "la maglia del Milan é la maglia piú bella". Insomma, i proclami altosonanti e i gesti forti per rufianarsi i futuri tifosi sono nel repertorio del bomber di Malmoe tanto quanto i suoi colpi e i suoi goal di tacco. In ogni caso, entrambe personalitá forti e abbastanza egocentriche, la classica situazione dei due galli nel pollaio.
Indipendentemente dal motivo scatenante, che sembra appunto la vecchia ruggine per i commenti che seguirono il passaggio di Zlatan al Barcellona, tra battute, accuse e litigi, il messaggio di Ibrahimovic a Sacchi sembrava abbastanza chiaro, ovvero basta parlare di me. Si poteva anche lasciar perdere e lasciare che l'episodio, per quanto spiacevole e a conti fatti, imbarazzante anche per gli ascoltatori (per lo meno, io ero imbarazzato dalla situazione), esaurisse la sua unica proprietá ovvero l'attualitá dell'evento; ma ecco invece, puntuale, immancabile, e apparentemente di vitale importanza, la presa di posizione ufficiale di Arrigo Sacchi, pubblicata sulla Gazzetta dello Sport (ovvero il quotidiano piú letto d'Italia), dove l'ex tecnico ribadisce i propri diritti d'opinionista, non trascurando i concetti dell'educazione. Un'altra bella lezione di bon ton, per intenderci e rimanere in tema...
Insomma, forse é ora di dare un taglio a questa pagliacciata che sta mettendo tutti e due i protagonisti in cattiva luce. Sembra di assistere ad una sfida, potenzialmente eterna, al piú permaloso di turno. Meglio fermarsi ora, prima che continui e degeneri. E forse, come cantava Maurizio Crozza imitando lo stesso Sacchi, ad entrambi i protagonisti della vicenda, farebbe comodo un bel pó di umilté.
Insomma, forse é ora di dare un taglio a questa pagliacciata che sta mettendo tutti e due i protagonisti in cattiva luce. Sembra di assistere ad una sfida, potenzialmente eterna, al piú permaloso di turno. Meglio fermarsi ora, prima che continui e degeneri. E forse, come cantava Maurizio Crozza imitando lo stesso Sacchi, ad entrambi i protagonisti della vicenda, farebbe comodo un bel pó di umilté.
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2 commenti:
d'accordissimo....speriamo che alla prossima intervista Ibra chieda scusa e tutto finisce!!!!!!!!!!
VICENDA stucchevole si riferisce ai tempi del Barca il capitolo dovrebbe esser chiuso.
Di Sacchi ricordo anche un pessimo ritorno sulla panchina rossonera in un annata disastrosa.
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