19 settembre 2010

Milan - Catania: il problema é sempre lo stesso

Questo Milan non puó permettersi contemporaneamente Pirlo e Seedorf in campo. Non puó permettersi di avere un possesso palla cosí elevato e al contempo creare quattro occasioni da rete. Non puó permettersi di lasciare a Nesta e Thiago Silva (o i centrali di turno) il compito di dover difendere da soli il portiere e tenere viva l'intera fase difensiva. Contro il Catania abbiamo assisitito, per la terza partita in otto giorni, a come un 4-5-1 organizzato possa mettere in scacco i rossoneri. Non é questione di meccanismi da imparare, é una questione di tenuta atletica.

Nel primo tempo al Meazza il Catania aspetta e riparte in contropiede, segnando un goal magnifico (ma che comunque ai tempi dei campini gli allenatori chiamavano "il tiro della domenica" quando a segnare era il Capuano di turno), ma commette l'errore di non ammazzare il toro ferito, non sapendo sfruttare altre tre occasioni nitide, una delle quali, con Ricchiuti, partita da un sorprendente 3 contro 1 a metacampo. Catania in palla fisicamente, tatticamente ordinato, capace di creare 11 tiri contro il solo guizzo di Inzaghi in avvio, prima di capitolare sul finale del tempo grazie lo stesso Inzaghi che, come da migliore tradizione, si fá trovare in linea con l'ultimo difensore, ed eludendo il fuorigioco segna su delizioso suggerimento di Ronaldinho. Nel secondo tempo il Milan gioca ad una porta, il Catania si intravede giusto quella volta per entrare nel tabellino, Mascara ormai fá il terzino e Ricchiuti dá spazio ad un ulteriore centrocampista. I siciliani hanno finito la benzina, ma il fortino regge, colpevole soprattutto un Milan che tiene palla ma non riesce a creare mai superioritá numerica e, ancora una volta, a tirare da fuori non ci prova neanche. In veritá, a provarci una volta é Seedorf, e si prende dei fischi. Cosí certo non si aiuta la squadra. Nessuna rete nella seconda frazione, e il finale é 1 a 1, con i rossoneri sono a 4 punti dopo 3 gare di campionato.

Nel dettaglio, nel primo tempo Ibrahimovic é marginato a fare l'ala, con risultati che rasentano la pietá. Pirlo vive di luce riflessa per quello che ha fatto tra il 2003 e il 2007, sbaglia una marea di lanci e non inventa un passaggio sfruttabile in zona goal, eppure rimane il regista piú forte del mondo, l'uomo insostituibile per il Milan e per la Nazionale. Saró impopolare, ma il giorno che smetterá di giocare il Milan ne sentirá il beneficio, perché Pirlo non si discute per chi é stato, ma l'attuale é un giocatore regalato agli avversari un 80% buono delle partite. Antonini sulla sua fascia non scende una volta, Bonera dall'altra parte ha spazi ma non butta nel mezzo un cross sfruttabile. A meritare la piena promozione, per il secondo match consecutivo, Ghetto Kid Boateng, giocatore che a questo Milan serve come il pane, l'unico a saper far coesistere fisicicitá e tecnica. Inzaghi é ad un goal dalla leggenda, Marco Van Basten, mentre Ronaldinho é comunque in palla, corre e punta gli avversari che sono costretti sempre al raddoppio. Sorgerebbe anche spontaneo il domandarsi di un avvicendamento tra Seedorf e Gattuso al 90' col Milan che deve sfruttare negli ultimi 4 minuti ogni possibile jolly a disposizione... ma Allegri vede comunque nel match di ieri delle note positive, che personalmente non so quali siano, a meno che non abbia appunto capito che Seedorf e Pirlo a centrocampo equivale un regalare la mediana costantemente agli avversari, e che basta un Cesena (ovvero una squadra con attaccanti piú accurati in zona rete che Auxerre e Catania, non me ne vogliano i romagnoli) a smontare i sogni di gloria del Diavolo.

Per concludere, speriamo che tornino presto Flamini e capitan Ambrosini, gli unici due elementi a cui affiancare Boateng e costruire il centrocampo del Milan, altrimenti diventa dura anche per "noi" opinionisti dover costantemente scrivere di cosa non ha funzionato senza diventare troppo ripetitivi.

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