30 settembre 2010

Robinho il post Dinho: dopo la nazionale anche il Milan?

Come avvenne in nazionale, potrebbe avvenire anche al Milan. Quello che sembrava infatti un regalo al Milan, potrebbe rivelarsi invece un cambio di testimone come "pupillo presidenziale". Robinho infatti arriva a Milan insieme ad Ibrahimovic, ma mentre lo svedese é un acquisto occulato, il Pelezinho é a tutti gli effetti l'ultima figurina che Berlusconi si vuole regalare, cosí come Ronaldinho e Rivaldo prima di lui. Tutti numeri 10 brasiliani, non a caso.

Robinho viene da 2 partite giocate praticamente per intero, dove ahimé, la fotografia delle sue prestazioni rimane il goal fallito ad Amsterdam piú che i progressi, sia fisici che tattici. Con Robinho il Milan é piú equilibrato, il brasiliano e Ibrahimovic compongono un buon tandem d'attacco, capace sia di venirsi a prendere la palla a centrocampo, far ripartire le azioni, che creare spazi e profonditá. Ronaldinho d'altra parte ha la sua mattonella, o meglio corsia, quella sinistra, dalla quale parte sempre per poter decidere ogni volta se puntare l'uomo o convergere sul destro per il tiro. Con il Gaucho poi si puó solo attuare il 4-3-3, perché nonostante i vari tentativi, lui di fare il trequartista centrale non ne vuole nemmeno sentir parlare. Robinho invece puó giocare sia con il 4-3-3, che fare la seconda punta nel 4-3-1-2, schema che comunque Allegri predilige e che a livello tattico offre piú garanzie. A favore di Binho gioca anche l'attuale modulo appunto, perché con il ritorno di Pato, il Papero di sicuro sará ancora piú efficente a giocare piú centrale che cosí aperto nel 4-3-3. Contemporaneamente il centrocampo é piú popolato di gente ed in grado di far filtro alla difesa, reparto che ha una piú che buona linea titolare ma manca ancora di retrovie adeguate.

Gennaio si avvicina, e nonostante tutti i proclami capitananti dal "Ronaldinho é il giocatore piú forte di tutti i tempi", le sirene brasiliane e i fantadollari americani sono sempre presenti nella testa di un non piú giovanissimo campione che, ammettiamolo, difficilmente anche noi tutti ci immaginiamo poter essere titolare nel Milan ancora per i prossimi 3 anni. Dopo dunque Ronaldinho al posto di Kaká, sembra esser arrivata l'ora del Gaucho a favore di Robinho. Il tempo ci dirá la veritá, ed eventualmente, sancirá chi ha avuto ragione.

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29 settembre 2010

Ajax - Milan: il trionfo degli ex

Nella notte degli ex, sono proprio loro a torvare il goal del definitivo pareggio: Seedorf inventa, e Ibrahimovic non sbaglia. Finisce 1 a 1 tra i Lancieri e il Diavolo, con l'Ajax che si conferma bestia nera dei nostri ragazzi, a prescindere da che secolo si giochi e dai nomi in campo.

Allegri schiera un 4-3-1-2, con Seedorf alle spalle di Ibrahimovic e Robinho. Ed sará proprio il Pelezinho a far parlare di se, nel bene e nel male. Partiamo dai lati positivi. Ha voglia, si muove, a sprazzi é incontenibile, soprattutto sullo stretto dove riesce costantemente a nascondere il pallone e a ripartire in gran carriera. Note dolenti: non si puó sbagliare un goal come quello, davanti al portiere e in solitudine. Dall'errore, per Robinho inizia un'altra partita, quella del voler rimendiare, anche a costo di strafare, con risultati sempre piú tendenti allo sconforto. Diciamocelo tranquillamente, tutti noi ieri eravamo combattuti tra la voglia di vederlo in panchina e quello di vederlo esultare per un goal. Croce e delizia, ma finora, della seconda abbiamo potuto vederne poca. Sul goal incassato c'é poco da dire, prodezza di Suarez che con un tunnel a Nesta si libera in area e serve un pallone d'oro a El Hamdaoui che non sbaglia e trafigge un incolpevole Abbiati da due passi con una sassata sotto la traversa. Di questa partita c'é poco da sottolineare, é stata molto agonistica e nel secondo tempo, soprattutto nel finale, anche abbastanza noiosa. Oltre all'erroraccio di Binho sottolineiamo comunque come l'Ajax sia stata graziata nel finale da uno scellerato Brych che decide di far ripetere inspiegabilmente una punizione del Milan, quando Pirlo a sorpresa aveva messo Inzaghi davanti a Stekelenburg. All'arbitro forse va ricordato che battere a sorpresa e non richiedere la distanza é un diritto di una squadra, anche perché il calcio non é uno sport dove si vince ai punti, o a meriti. Perché se il pareggio era onestamente il risultato piú giusto, rimane l'amarezza che senza quel fischio si poteva uscire dall' Amsterdam Arena con i 3 punti e rimanere appiati al Real Madrid in testa al girone.

Per concludere, vorrei solo ricordare ad Allegri che si possono fare 3 cambi nella partita, e se si vuole fare un cambiamento tattico per inventarsi qualcosa, come il passare al 4-4-2 con Inzaghi e Abate in campo, si puó fare prima dell'85', anche perché Robinho era da 20 minuti in netta carenza di fiato. Ció nonostante, il Milan é imbattuto in Champions, Ibrahimovic ha siglato la terza rete in due incontri, e i progressi si stanno incominciando a vedere anche a livello tattico. E il tutto con capitan Ambrosini e una punta di diamante come Pato ancora ai box.

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28 settembre 2010

Aspettando Ajax - Milan: il fascino olandese

Secondo impegno europeo per il Milan di Allegri. Dopo l'esordio casalingo contro i francesi dell'Auxerre, i Rossoneri affrontano l'Ajax, autentica rivale storica del club di via Turati, sia per le suggestive sfide negli Anni '90, che tappa fondamentale nel 2003 per la conquista della 6' Champions League. Ai precedenti possiamo tranquillamente aggiungerci gli ex della partita, Ibrahimovic e Seedorf, senza dimenticarci del naturale appeal che il calcio oranje suscita nei ricordi dei tifosi, quando il Milan di Sacchi primeggiava anche grazie tre tulipani di indiscusso carisma e dall'immortale talento: Rijkaard, Gullit e van Basten.

Dopo il match col Genoa, Allegri sembra modificare il 4-3-3 e trasformarlo in un 4-3-1-2, con Seedorf dietro alle punte e Ronaldinho in panchina a rifiatare. Ibrahimovic certo, ballottaggio Robinho-Inzaghi per la seconda maglia, col brasiliano in vantaggio sul bomber nostrano. A centrocampo, Pirlo e Gattuso sembrano confermati, con Flamini che prenderá il posto di Boateng. Difesa a 4 con Zambrotta e Antonini esterni, Nesta e Thiago Silva in mezzo. Abbiati confermato tra i pali.

Si tratterebbe dunque della 7 formazione in 7 gare (tra Campionato e Coppa), con la terza modifica tattica, se consideriamo che il finale di sabato ha visto il Milan in una sorta di 4-4-2 ibrido. Allegri sta cercando di trovare il miglior assetto e praticare il turnover dove puó, sapendo che in certi ruoli alcuni giocatori saranno costretti agli straordinari. Ad oggi il Milan non puó prescindere dal suo bomber, Ibrahimovic, perché é lo svedese che con 4 goal in 5 partite ha tolto le castagne dal fuoco in situazioni dove solo una giocata di talento poteva sbloccare la situazione. E se Inzaghi smania di goal europei per il proprio record (e tenere a distanza Raul), Robinho contro il grifone ha dato segnali positivi, ha corso, ha coperto il campo per la squadra, ha creato spazi, e ha fatto vedere numeri di alta scuola.

Oggi si sono giá sparse le voci che questa é la prova generale per l'addio di Dinho. Del resto, anche il Gaucho venne preso per sondare il terreno e poi vendettero Kaká. Vedremo cosa succede, ma intanto fino a gennaio Ronaldinho é del Milan. Perché forse il Milan vestirá meno verde-oro, ma una cosa é certa, il Milan avrá sempre un pó di oranje nell'anima.

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26 settembre 2010

Milan - Genoa: il sabato perfetto

Non si sono dovute aspettare le famose Calende Egizie, citazione dotta del celebre Fabio Noaro, per rispedire al mittente, al secolo Massimo Moratti, la famosa uscita del "sabato perfetto". Il doppio anticipo di ieri infatti ha visto scendere in campo entrambe le milanesi, con risultati opposti: il Milan conquista i tre punti contro il Grifone, mentre l'Inter ne lascia altrettanti alla Lupa. E cigliegina sulla torta, il match-winner é proprio Ibrahimovic, colui che sbaglió il rigore nella fatal Cesena.

Il Milan é incerottato, schiera la quinta formazione in altrettante giornate, in difesa torna la linea titolare di Leonardo, con Abate e Antonini sugli esterni, Nesta e Thiago Silva al centro. Fascia di capitano a Gattuso, che con Boateng e Pirlo completano la mediana alle spalle del tridente Ronaldinho-Robinho-Ibrahimovic. Allegri dunque rinuncia a Seedorf, troppo lento in questo avvio di stagione, e a Zambrotta, tra i piú propositivi contro la Lazio ma ancora in debito d'ossigeno per poter giocare ogni 3 giorni. In avanti dunque é scattata l'ora del Pelezinho, che nonostante i proclami del tecnico, rimane in campo per tutti i 90 minuti, con una prova decisamente positiva, e facendoci intravedere numeri di puro talento.

Il Genoa sulla carta schiera un 3-4-3, ma in campo assistiamo ad un 5-4-1 in cui Rafinha e Criscito sono terzini puri, mentre Mesto e Palacio (a lui il compito di raddoppiare costantemente su Ronaldinho) sono a tutti gli effetti ali. Davanti il solo Toni che per tutta la partita si prende a sportellate con l'amico Nesta. Il Genoa peró é molto piú tonico, difende in 6 ma attacca in 4 sui rovescimaneti, fisicamente sta bene e quando riparte punge. Eppure Gasperini non si fida del solo contropiede, sapendo anche che Allegri non puó piú concedersi il lusso di attaccare all'arma bianca per 90 minuti. Il Milan infatti é piú attento e disciplinato, soffre e sa soffrire, gioca a tratti da provinciale. Eppure nel primo tempo la vera occasione da goal del Grifone nasce da un cross sbagliato da Palacio e smanacciato in malo modo da Abbiati, con il risultato che il pallone di infrange sul secondo palo. Abbiati si riscatterá poi con una ottima parata su colpo di testa di Chico, ma l'amnesia precedente ha giá cancellato la prova dell'Olimpico, facendo tornare attuale l'ombra di Amelia. Il Milan si affaccia nell'area genoana solo due volte, con Gattuso e Boateng che sparano col sinistro su Edoardo da posizione ravvicinata ma troppo defilata.

Nel secondo tempo il Milan é piú in palla, Abate e Antonini prendono piú confidenza, Gattuso finché ne ha sembra essere ringiovanito 5 anni, e Pirlo dopo una serie incalcolabile di palle gettate al vento, trova il corridoio giusto per Ibrahimovic che si incunea tra Dainelli e Criscito e distende la gamba per un morbido pallonetto che Edoardo puó solo sfiorare. Goal numero 4 in 5 partite per lo svedese, il primo a San Siro in Campionato (dopo la doppietta con l'Auxerre). Girandola di cambi, il risultato non cambia, anche se non é il Genoa a rischiare il pareggio, ma é il Milan la squadra che potrebbe dilagare, se Flamini (subentrato ad un esausto Ringhio) non si divorasse due reti e Criscito non salvasse sulla linea un tiro di Robinho, giocatore che per quanto fatto intravedere avrebbe sicuramente meritato il goal.

Il Milan doveva vincere e ha vinto. I difetti ci sono, soprattutto la tenuta atletica che rimane allarmante. Ma vincere fa morale, e soprattutto punti. Anche perché fino a ieri pomeriggio l'Inter aveva giá ammazzato il campionato da sola in vetta a +5. Questa notte Vucinic ha riportato l'Inter sulla terra, e il Milan a -2. Il campionato é ancora lungo, e quando il Milan troverá assetto e finalmente la serentiá nel non dover aver giocatori costantemtne ai box, su tutti Pato, allora potremmo giudicare l'operato di mister Allegri e dare un voto a questa stagione. Intanto godiamoci Ibrahimovic, l'attaccante che ci mancava, il calciatore che risolve le partite che non potrebbero essere risolte altrimenti.

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25 settembre 2010

Aspettando Milan - Genoa: dopo l'Aquila, il Grifone

Alleate nel mercato estivo, avversarie stasera, dopo l'Aquila il Milan affronta il Grifone. Tanti i temi di analisi del match, senza dover per forza andare a rivangare il tragico passato. Da una parte il Milan, una squadra alla ricerca di una identitá precisa, che dovrebbe schierare la quinta formazione in 5 partite. Dall'altra parte il Genoa, squadra ambiziosa e ben costruita, regina indiscussa del mercato pre-Ibrahimovic, anch'essa alla ricerca di continuitá.

A mister Allegri si chiedono senza mezze parole i 3 punti, fondamentali per il morale e per non concedere ulteriore terreno all'Inter che, come da anni a questa parte, pareggia la prima di campionato e poi si colloca tranquillamente in vetta fino al termine della stagione. E se non si puó chiedere miracoli alla tenuta fisico-atletica della squadra, si puó correre ai ripari in chiave tattica. L'esperimento Seedorf-Pirlo contemporaneamente in campo sembra esser stato finalmente bocciato, questo Milan é troppo statico per concedersi il lusso di un giocatore che cammina e uno che fa jogging, solo perché nell'arco dei 90' possono trovare il corridoio giusto (come Seedorf all'Olimpico per la prima rete in Serie A di Zlatan). Boateng, Flamini e Gattuso sembrano destinati a concorrere per due maglie, mentre davanti sembra esser scattata l'ora del Pelezinho, giocatore arrivato esplicitamente per avere una riserva di lusso a Pato o a Ronaldinho. In porta fisso Abbiati, che a Roma ha riscattato le precedenti distrazioni, mentre la linea difensiva sembra dover vedere Zambrotta e Antonini esterni, oltre al duo Nesta e Thiago Silva centrali.

Della partita c'é poco da dire, il Genoa é una squadra ben disposta in campo e che schiera elementi di indiscutibile valore e interesse, quindi non verrá certo a fare da turista. Il Milan dovrá dunque mantenere le redini del centrocampo, non concedere contropiedi (il Genoa ha gente molto veloce e brava ad inserirsi, lo dimostrano anche le due reti giá realizzate da Mesto, non certo un bomber), e far vedere quanto di buono ha fatto contro la Lazio. Dietro la squadra deve rimanere concentrata, perché i goal finora subiti sono stati tiri da fuori e/o disattenzioni dei singoli. In attacco meno leziositá e piú concretezza, perché nessuno chiede di snaturarsi, ma anche all'Olimpico vedere Ibrahimovic esibirsi in un colpo di tacco al minuto 89 di certo non ha avuto un applauso come reazione.

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24 settembre 2010

Caro Allegri cambia il trend: meno aziendalismo

La serata dell'Olimpico ha mantenuto invariata l'imbattibilitá del Milan contro la Lazio, record che dura da 13 anni. Per il resto, i progressi sono stati minimi. La squadra fisicamente é indietro anni luce rispetto a tutte le altre compagini affrontate, segno che é stata fatta una preparazione atleticamente massiccia. A rafforzare l'idea, il fatto che dopo un mese di gioco, in infermeria a Milanello hanno giá timbrato il cartellino: Nesta, Zambrotta, Antonini, Thiago Silva, Ambrosini, Flamini, Robinho e Pato (due volte) e che Abate, quest'anno non titolare, all'Olimpico ha abbandonato la gara per crampi.

Che Allegri parta a diesel é cosa nota, ci volle un sorprendente Cellino a non esonerare il tecnico di Livorno che dopo 5 giornate a Cagliari era ultimo con zero punti in classifica. E combiniamo la cosa con la migliore tradizione Milan, da anni maestro nelle partenze a freno a mano tirato, per poi dover rincorrere tutto il campionato. Era cosí con Ancelotti, é stato cosí anche con Leonardo. Il Milan cambia allenatori (pochi) e interpreti (forse ancora meno), ma la "sindrome della provinciale" é rimasta. Anche qui, il problema lo aveva Ancelotti, é rimasto con Leonardo (vedi 2 punti su 6 con il Livorno retrocesso lo scorso anno). Terzo fattore: il Senato. Ancelotti faceva le formazioni con Maldini, Leonardo predicava i giovani ma poi schierava Oddo centrale, e anche Allegri sembra aver giá dato il nulla hosta a mantenere la tradizione della "Grande Famiglia", dove in estate si possono far giocare Strasser, Odumandi e Merkel, ma poi in campionato Seedorf, Pirlo e Gattuso sono ancora i titolari, come dal 2003 a questa parte. Contro la Lazio abbiamo assisitito a come due giocatori vicinissimi al Milan, Ledesma e Hernenes, abbiano non vinto, ma dominato, la sfida a distanza con Seedorf e Pirlo. Se poi consideriamo che anche il ventenne angolano Gavanda ha dato il suo onesto contributo, non oso immaginare che giocatore sia Montelongo per non meritarsi nemmeno una tribuna.

Caro mister, mi unisco al coro di quelli che preferirebbero addirittura vedere capitolare il Milan con le tue idee che giocare in questo modo con formazioni palesemente non tue. Anche perché non posso credere che hai schierato Inzaghi e Ibrahimovic chiedendo loro di disputare un tempo a testa nel ruolo di ala. Solo cosí possiamo renderci conto di che pasta sei fatto, e di che pasta é fatto questo Milan, squadra che ad oggi non é in grado di impensierire un solo club in Italia e in Europa.

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23 settembre 2010

Comunicazione di servizio

Calcio Critico cambia pelle, ma non i contenuti. Sempre puntuale e pungente. Invito tutti gli amici, milanisti e non, a seguire gli articoli. Per gli amici su Facebook, ignorate la pagina Calcio Critico Website. Era una prova e sto cercando di eliminarla o modificarla a dovere. Intanto spargete la voce!!!

22 settembre 2010

Aspettando Lazio - Milan: la situazione dei rossoneri

A poche ore dalla sfida dell'Olimpico, rimangono troppi i punti di domanda di mister Allegri, a partire dallo schema: perseverare con il 4-3-3, o ritornare al 4-3-1-2, schema che in passato il livornese utilizzava a Cagliari. Le uniche certezze sono la bocciatura di Bonera, nemmeno convocato, e che i pali saranno difesi ancora un volta da Abbiati, nonostante in panchina scalpiti un certo Amelia, portiere che in estate aveva dato le sue garanzie.

Nel Milan dei promossi, bocciati e rimandati, sono ancora troppe le incognite. 3/4 della difesa sono ormai certi, rimane sempre il ruolo del terzino destro dove a turno sono passati un pó tutti ma dove nessuno alla fine ha convinto. Certo é che il terzino di ruolo é Oddo, giocatore comunque finito ai margini della rosa. E mentre anche Allegri cerca di trovare il miglior assetto possibile, tra i tifosi si fá sempre piú forte l'idea che Montelongo sia un Mattioni bis, dal momento che non si é guadagnato nemmeno una convocazione. A centrocampo, che sia a 3 o a 4, sicuri della maglia ci sono Pirlo e Boateng, mentre Abate, Seedorf, Gattuso e Flamini dovranno attendere in primis la scelta del modulo. In avanti i titolari sono Ibrahimovic e Ronaldinho, e anche qui, rimane il punto di domanda sull'assetto, con Boateng e Abate candidati numeri uno a completare l'eventuale tridente in linea, o Seedorf nel caso si usi il rombo con le due punte. Robinho infatti non ha che un solo tempo nelle gambe, mentre Inzaghi sembra non poter reggere a 37 anni due partite cosí ravvicinate.

Alla quarta di campionato tra infortunati, convalescenti, e schemi ancora da assimilare (complice anche una estate a lavorare su Borriello, o Huntelaar, pilone centrale, per poi ritrovarsi Ibrahimovic e Robinho dalla seconda di campionato), Allegri é consapevole che il Milan non puó concedere tutti questi contropiedi agli avversari. All'Olimpico servirá una prestazione diligente, una prova di cuore, come quella che i Rossoneri disputarono la scorsa stagione in un momento delicato. La Lazio infatti da anni rappresenta, nel bene o nel male, un punto di svolta per il Milan. In schedina il match rappresenta la classica tripla, perché la Lazio é in forma e gioca in casa, ma il Milan ci ha abituato a qualsiasi cosa, se pensiamo che la passata stagione ha espugnato il Bernabeu ma é caduto in casa con lo Zurigo.

Per concludere, credo che Bonera non si sia meritato assolutamente la bocciatura, se ad esempio lo paragoniamo a Sokratis che a Cesena ha causato 1 goal e ½. Inoltre mi auguro di vedere presto in campo il Pelezinho, giocatore che in meno di un mese é passato dall'essere il regalo personale di Berlusconi al Milan ad una ingombrante riserva.

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21 settembre 2010

Prostitute intellettuali: la freddura del giorno

Revocato lo sciopero dell'AIC. Da oggi Massimo Oddo tornerá ad essere insultato soltanto per le proprie prestazioni sportive.

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Lazio - Milan é giá un crocevia

Era bastato un poker all'esordio contro il Lecce per fare del Milan la squadra piú forte dell'Universo, una formazione che poteva schierare in campo Ronaldinho, Ibrahimovic e Pato e permettersi il lusso dell'estroso Robinho e del rapace Inzaghi in panchina. Eppure come da ormai consueta tradizione (vedi anche l'inizio stagione di Leonardo), il Milan parte col freno a mano tirato, enorme é il potenziale ma gli errori sono sempre gli stessi. Tutti a puntare il dito contro la difesa. Finalmente anche la critica si é svegliata dal letargo e inizia a parlare del centrocampo, reparto che pullula di senatori e che quindi é rimasto invariato da una decina d'anni. Peccato che l'anagrafe non lasci scampo a nessuno, nemmeno se hai vinto 4 Champions come Seedorf, o sei stato per 5 anni il regista piú forte del mondo come Pirlo. L'unica certezza é che a Milanello si sono resi conto che Gattuso ha finito l'ossigeno, per il resto nulla é cambiato. Sembrava averlo capito Allegri, ma ecco puntuale come la sfiga, appunto, l'infortunio di Flamini.

Domani sera contro la Lazio il Diavolo si ritroverá di fronte un 4-5-1 ben organizzato, comandato dall'ex obiettivo Hernanes. Parentesi: Hernanes rimarrá per sempre un mistero per il tifoso milanista. É noto infatti nell'ambiente l'aneddoto della cassa di banane e di come in Brasile non si sedevano nemmeno al tavolo a discutere se l'offerta non era di 25 mln. Eppure per una cifra intorno ai 14 mln, il Profeta si é accasato nella capitale per 5 anni. Nel Milan sembra confermata la formazione che ha patito oltre modo il Catania, con forse l'unico avvicendamento tra Robinho e Inzaghi in attacco. Per il resto confermato un suicida centrocampo con Seedorf e Pirlo e un insicuro Abbiati che non ha commesso papere ma su 2 goal (dei 3 incassati) sicuramente poteva far meglio.

Parlando infine di difesa, evidenzio un dato abbastanza significativo. Il Milan dalla difesa di burro, o quasi, ha subito nelle 4 gare ufficiali (tra Campionato e Coppa), 3 reti. Il tutto avendo giá patito l'assenza sia di Nesta che di Thiago Silva. La muraglia nerazzurra invece, 4. Eppure sul banco degli imputati finiscono sempre Nesta e compagni. Questo perché alla fine contano i punti, e due vittorie per 2 a 1 fruttano 6 punti, mentre vincere 4 a 0 con il Lecce e poi perdere 2 a 0 col Cesena sono 3 punti, eppure la differenza reti é la medesima.

La sfida dell'Olimpico dunque rappresenta giá un crocevia per la stagione dei rossoneri che, in caso di sconfitta, potrebbero davvero giá perdere di vista i cugini, impegnati in casa con il Bari. Allegri é costretto a cambiare il trend e plasmare un Milan piú solido a centrocampo, perché dati alla mano, non si possono concedere costantemente 7/8 contropiedi agli avversari e sperare nella buona sorte, nella cattiva mira o nel recupero provvidenziale del difensore di turno. La difesa va protetta e se Seedorf é assolutamente da tener giú a favore del rientrante Flamini, anche l'attuale Pirlo é un lusso, considerando che con Robinho, Ibrahimovic e Ronaldinho c'é abbastanza gente che sa venirsi a prendere un pallone, portarlo in avanti e far ripartire la manovra offensiva, senza bisogno di un giocatore immobile che lanci da centrocampo per 90'.

In sintesi, quando non si puó essere sicuri di segnare 4 reti ogni partita, vale la pena abbracciare l'antica quanto sempre valida prima regola del calcio: prima non prenderle! Non fará spettacolo, ma si porta a casa la pagnotta.

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19 settembre 2010

Milan - Catania: il problema é sempre lo stesso

Questo Milan non puó permettersi contemporaneamente Pirlo e Seedorf in campo. Non puó permettersi di avere un possesso palla cosí elevato e al contempo creare quattro occasioni da rete. Non puó permettersi di lasciare a Nesta e Thiago Silva (o i centrali di turno) il compito di dover difendere da soli il portiere e tenere viva l'intera fase difensiva. Contro il Catania abbiamo assisitito, per la terza partita in otto giorni, a come un 4-5-1 organizzato possa mettere in scacco i rossoneri. Non é questione di meccanismi da imparare, é una questione di tenuta atletica.

Nel primo tempo al Meazza il Catania aspetta e riparte in contropiede, segnando un goal magnifico (ma che comunque ai tempi dei campini gli allenatori chiamavano "il tiro della domenica" quando a segnare era il Capuano di turno), ma commette l'errore di non ammazzare il toro ferito, non sapendo sfruttare altre tre occasioni nitide, una delle quali, con Ricchiuti, partita da un sorprendente 3 contro 1 a metacampo. Catania in palla fisicamente, tatticamente ordinato, capace di creare 11 tiri contro il solo guizzo di Inzaghi in avvio, prima di capitolare sul finale del tempo grazie lo stesso Inzaghi che, come da migliore tradizione, si fá trovare in linea con l'ultimo difensore, ed eludendo il fuorigioco segna su delizioso suggerimento di Ronaldinho. Nel secondo tempo il Milan gioca ad una porta, il Catania si intravede giusto quella volta per entrare nel tabellino, Mascara ormai fá il terzino e Ricchiuti dá spazio ad un ulteriore centrocampista. I siciliani hanno finito la benzina, ma il fortino regge, colpevole soprattutto un Milan che tiene palla ma non riesce a creare mai superioritá numerica e, ancora una volta, a tirare da fuori non ci prova neanche. In veritá, a provarci una volta é Seedorf, e si prende dei fischi. Cosí certo non si aiuta la squadra. Nessuna rete nella seconda frazione, e il finale é 1 a 1, con i rossoneri sono a 4 punti dopo 3 gare di campionato.

Nel dettaglio, nel primo tempo Ibrahimovic é marginato a fare l'ala, con risultati che rasentano la pietá. Pirlo vive di luce riflessa per quello che ha fatto tra il 2003 e il 2007, sbaglia una marea di lanci e non inventa un passaggio sfruttabile in zona goal, eppure rimane il regista piú forte del mondo, l'uomo insostituibile per il Milan e per la Nazionale. Saró impopolare, ma il giorno che smetterá di giocare il Milan ne sentirá il beneficio, perché Pirlo non si discute per chi é stato, ma l'attuale é un giocatore regalato agli avversari un 80% buono delle partite. Antonini sulla sua fascia non scende una volta, Bonera dall'altra parte ha spazi ma non butta nel mezzo un cross sfruttabile. A meritare la piena promozione, per il secondo match consecutivo, Ghetto Kid Boateng, giocatore che a questo Milan serve come il pane, l'unico a saper far coesistere fisicicitá e tecnica. Inzaghi é ad un goal dalla leggenda, Marco Van Basten, mentre Ronaldinho é comunque in palla, corre e punta gli avversari che sono costretti sempre al raddoppio. Sorgerebbe anche spontaneo il domandarsi di un avvicendamento tra Seedorf e Gattuso al 90' col Milan che deve sfruttare negli ultimi 4 minuti ogni possibile jolly a disposizione... ma Allegri vede comunque nel match di ieri delle note positive, che personalmente non so quali siano, a meno che non abbia appunto capito che Seedorf e Pirlo a centrocampo equivale un regalare la mediana costantemente agli avversari, e che basta un Cesena (ovvero una squadra con attaccanti piú accurati in zona rete che Auxerre e Catania, non me ne vogliano i romagnoli) a smontare i sogni di gloria del Diavolo.

Per concludere, speriamo che tornino presto Flamini e capitan Ambrosini, gli unici due elementi a cui affiancare Boateng e costruire il centrocampo del Milan, altrimenti diventa dura anche per "noi" opinionisti dover costantemente scrivere di cosa non ha funzionato senza diventare troppo ripetitivi.

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18 settembre 2010

Prostitute intellettuali: le freddure pepate di Calcio Critico

Svelato l'arcano di come mai Zamparini non abbia ancora esonerato Delio Rossi: Francesco Guidolin é ancora sotto contratto con l'Udinese.

LoMonaco assunto part-time come maschera davanti ai cancelli di San Siro: agli spettatori chiederá la tessera del tifoso, alla terna arbitrale quella del PD.

Ranieri ammette: al Chelsea ero disposto a tornare a Valencia a nuoto. Oggi, da Roma, non saprei per dove prendere l'autobus.

Un team di maghi della finanza a casa di Mourinho: dopo tre giorni di ininterrotto lavoro, hanno dimostrato al tecnico lusitano con un complicato logaritmo che puó permettersi, economicamente parlando, di allenare il Portogallo gratis per due partite. Ma che siano due...

Delneri ha la ricetta per non essere piú frainteso e diffondere piú ottimismo all'ambiente juventino: riciclererá le dichiarazioni ai tempi della Sampdoria.

Allegri studia un modulo per far giocare insime Ronaldinho, Pato, Robinho e Ibrahimovic. Contemporaneamente, Berlusconi studia una decreto legge per far giocare il Milan in 15.

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17 settembre 2010

Lite Sacchi - Ibrahimovic: un pó di umilté

Da ormai tre giorni, sta tenendo banco l'agghiacciante siparietto tra l'ex tecnico rossonero, Arrigo Sacchi, e il nuovo centravanti del Milan, Zlatan Ibrahimovic. Un episodio spiacevole, che poteva (e doveva) essere comunque gestito con modi e tempi diversi, si sta trasformando in una bambinata, la classica scenetta del bambino che intima ai compagni "il pallone é mio, e ci gioco io".

Arrigo Sacchi é un allenatore che rimarrá negli almanacchi del calcio per aver guidato il Milan dal fallimento al tetto del mondo, grazie alla sua abilitá di aver reinterpetato al passo coi tempi il calcio totale olandese, giá a sua volta basato sugli schemi delle Grande Ungheria. Un allenatore che si basava sul collettivo, sugli schemi, dove per lui, per estremizzare il concetto, un Mannari equivaleva a Van Basten se i movimenti della squadra erano eseguiti alla perfezione. Sacchi é sempre stato un allenatore pro allenatori, dove i giocatori erano parte di un collettivo. Sacchi fuori dal Milan non ha vinto piú nulla, fallendo anche nel ruolo di direttore sportivo del Real Madrid. Quindi forse, oltre a lui, i vari Baresi, Maldini, Galli, Rijkaard, Donadoni, Evani, Tassotti, Ancelotti, Gullit e Van Basten avranno avuto il loro merito. Non si discute comunque il Sacchi allenatore, ma da quando si é ritirato per stress da parte attiva nel calcio, Arrigo Sacchi si é cimentato nel ruolo di opinionista. Dall'altra parte c'é Zlatan Ibrahimovic, un giocatore che dove approda, dichiara amore eterno ai colori che indossa in quel momento. Ricordiamoci che "era tifoso dell'Inter fin da piccolo", e che bació la maglia del Barcellona alla presentzione, prima di aver dichiarato che "la maglia del Milan é la maglia piú bella". Insomma, i proclami altosonanti e i gesti forti per rufianarsi i futuri tifosi sono nel repertorio del bomber di Malmoe tanto quanto i suoi colpi e i suoi goal di tacco. In ogni caso, entrambe personalitá forti e abbastanza egocentriche, la classica situazione dei due galli nel pollaio.

Indipendentemente dal motivo scatenante, che sembra appunto la vecchia ruggine per i commenti che seguirono il passaggio di Zlatan al Barcellona, tra battute, accuse e litigi, il messaggio di Ibrahimovic a Sacchi sembrava abbastanza chiaro, ovvero basta parlare di me. Si poteva anche lasciar perdere e lasciare che l'episodio, per quanto spiacevole e a conti fatti, imbarazzante anche per gli ascoltatori (per lo meno, io ero imbarazzato dalla situazione), esaurisse la sua unica proprietá ovvero l'attualitá dell'evento; ma ecco invece, puntuale, immancabile, e apparentemente di vitale importanza, la presa di posizione ufficiale di Arrigo Sacchi, pubblicata sulla Gazzetta dello Sport (ovvero il quotidiano piú letto d'Italia), dove l'ex tecnico ribadisce i propri diritti d'opinionista, non trascurando i concetti dell'educazione. Un'altra bella lezione di bon ton, per intenderci e rimanere in tema...

Insomma, forse é ora di dare un taglio a questa pagliacciata che sta mettendo tutti e due i protagonisti in cattiva luce. Sembra di assistere ad una sfida, potenzialmente eterna, al piú permaloso di turno. Meglio fermarsi ora, prima che continui e degeneri. E forse, come cantava Maurizio Crozza imitando lo stesso Sacchi, ad entrambi i protagonisti della vicenda, farebbe comodo un bel pó di umilté.

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Europa amara per tutti, ma Juventus e Roma sono giá in crisi

Sette gli incontri disputati, una vittoria, quattro pareggi e due sconfitte. L'Europa di certo non sorride alle italiane. Ieri sera in Europa League la Juventus pareggia in casa 3 a 3 con la squadra polacca del Lech Poznan, risulato identico della sfida al Comunale contro la Sampdoria. Dopo nemmeno un mese dall'inizio dei giochi, intorno all'ambiente juventino gira il piú totale sconforto e la piú totale sfiducia, a partire da Delneri che non puó pretendere, dopo tre giorni, di essere stato frainteso.

Juventus e Roma sono due realtá del panorama italiano che, per motivi diversi, navigano in cattivissime acque. Le squadre non decollano,  i rispettivi allenatori sembrano giá voler abbandonare il timone, il mercato non é stato convincente, e i risultati parlano da solo: entrambe ferme ad 1 punto in 2 partite di campionato, e rispettivamente un pareggio e una sconfitta nelle coppe.

A Roma sappiamo che le vicende legate alla cessione del club, Unicredit, e il mercato controllato al microscopio, di certo non hanno giovato alla piazza. Peró alla Roma hanno perso lo smalto soprattutto gli uomini giusti all'interno del quadro dirigenziale, gente che col poco riuscivano a fare tanto. Con il poco a disposizione si spendono 8 mln per Burdisso, il 6' centrale dell'Inter, che alla seconda di campionato ha ricordato al calcio la sua qualitá primaria, ovvero quella del picchiatore. Mexes era un patrimonio della Lupa, poteva anche essere monetizzato, invece é alla seconda stagione nel ruolo di panchinaro extra lusso (e vedrete se non finirá al Milan nell'affare Borriello). Arriva Simplicio, per ricoprire un ruolo in cui ci sono giá Perrotta e Menez, quando faceva piú comodo Bresciano per far rifiatare Taddei; non si ritratta Motta (che finisce a gratis alla Juventus), non si cerca nessun difensore se non Burdisso jr, e ora in difesa é giá emergenza con l'infortunio di Riise. In attacco si poteva riscattare Toni, invece si é investito su Adriano, sperando che recuperi fisicamente e mentalmente, e Borriello (favore del Milan) che é a tutto un tratto diventato un bomber di razza. La squadra ha mantenuto ingenti le crepe storiche, alla pace dei principali giornalisti che, con l'arrivo di Borriello, avevano definito proprio la Roma la prima candidata a spezzare lo strapotere dell'Inter. Ranieri é un buon amalgamatore, ma a Roma si erano forse troppo esaltati delle sue doti credendolo un tecnico vincente, cosa che non é mai stato. Non é la mia opinione, ma é il suo palmares a dimostrarlo, ovvero vuoto. Inoltre anche lui sembra aver giá abdicato al ruolo di (comunque) protagonista della stagione. Totti e De Rossi saranno costretti agli straordinari, solo i due beniamini di casa potranno dare un senso ad una stagione che appunto, per detta del loro stesso tecnico, é giá finita sul nascere. Tempo a rimettersi, ma la realtá di oggi é questa.

A Torino non va meglio. Anzi. Il tesoretto di Andrea Agnelli era di 70 mln, e mentre i giornali fantasticavano su Dzeko, Marotta spese 12 mln per Martinez del Catania. Indovinate chi ha fatto l'affare? Seguono altri 10 acquisti: Storari, Bonucci, Motta, Pepe, Krasic, Aquilani, Quagliarella, Lanzafame, Rinuado e Traoré. Si vende Diego al Wolfsburg, ovvero il giocatore che nel pre-stagione aveva fatto vedere le cose migliori, e si concede il free transfer a David Trezeguet. In sintesi, la Juventus ha comprato una intera e schierabile nuova formazione, composta peró da un paio di buoni giocatori e da altri mediocri. La grande paura che la Juventus si trasformasse in una Sampdoria di lusso ad oggi non si é nemmeno verificata; ad oggi, stiamone certi, la Sampdoria é superiore.

La tre giorni europea comunque, a prescindere da Roma e Juventus, lascia la consapevolezza che ci sono squadre fuori dalla "nostra" portata. Sará una stagione lunga e faticosa, ma se queste sono le premesse, o ci si rimbocca le maniche e si inizia a lavorare, o saranno lacrime amare per tutti.

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16 settembre 2010

Milan - Auxerre: l'attacco é ok ma il centrocampo non funziona

Sapete qual'é la differenza tra la partita di ieri sera e quella disputata lo scorso sabato a Cesena? Il risultato finale. Per il resto, riassumere quanto visto esprimere da Pirlo e compagni ieri sera é bastato fotocopiare quanto giá scrissi sulla prestazione al Dino Manuzzi. Siamo sinceri, il Milan nel primo tempo poteva capitolare due volte, se la traversa prima, e un contropiede 4 contro 2 gettato al vento poi, avessero avuto miglior sorte. L'attuale Milan non puó permettersi di sostenere un possesso palla cosí elevato e dei ritmi di gioco a livelli del Barcellona, per il semplice motivo che l'anagrafe dei protagonisti gioca tutta a favore dei blaugrana.

La difesa é troppo scoperta, Nesta e Bonera rimangono quasi costantemente senza protezione, poiché anche Allegri davanti alla difesa posiziona Pirlo regista, e non un incontrista. Il Barcellona ad esempio gioca con due uomini estremamente tecnici, Iniesta e Xavi, ma Busquets (o Mascherano) non si muovono dal proteggere la retroguardia. Al Milan l'unico mastino era capitan Ambrosini, uscito dopo solo venti minuti e lasciando esordire in Europa il ghanese Boateng, autore di una prestazione maiuscola. Ma il problema rimane, perché Flamini é fuori causa e Gattuso, abbiamo visto anche a Cesena, non ha piú benzina. Il problema dunque non é la mediocritá della difesa, intesa come difensori, ma il fatto che la manovra difensiva é complicata in quanto difesa e centrocampo sono scollati per motivi fisici. Del resto, Gattuso-Ambrosini-Pirlo-Seedorf sono quattro giocatori over 30 che senza ricambi stanno correndo per il Diavolo da 10 anni.

In attacco c'é classe da vendere, Ibrahimovic e Ronaldinho sono giocatori che possono anche farti venire i nervi a fior di pelle per 80', ma quando iniziano a giocare, sono devastanti. Pato si ferma per la seconda volta nella stagione (e quarta da quando é al Milan), confermando che la sua tenuta fisica é come la sua classe: cristallina. Robinho non si é ancora calato nella parte del gregario di lusso, per sua stessa ammissione deve capire i meccanismi del Milan, ma la stellina del Santos é comunque un giocatore che dá segnali di volerci e di poterci stare in questo gruppo, quando ad esempio si vede fino in area a difendere e mettere una palla in corner, o quando defilato su un out, ubriaca con un doppio doppio-passo il terzino avversario.

In sintesi, questo doppio impegno ha purtroppo mostrato, o confermato, che per fermare il Milan basta avere una formazione che sta bene atleticamente e un 4-5-1 che si basi sull'attesa e il colpire in contropiede. Del resto, al Milan non si possono concedere spazi, come dimostra il secondo goal. Ma se il fortino regge e davanti si puó contare sulla precisione dei propri attaccanti, il gioco é fatto.

In attesa di tempi migliori e di recuperare infortunati importanti, ci si goda intanto il risultato, che a differenza del bel gioco fine a sé stesso, é alla fine l'unica cosa che conta e che porta a sollevare i trofei.


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15 settembre 2010

Berlusconi: putiferio inspiegabile per la battuta sugli arbitri di sinistra

Vorrei cogliere questo spazio per commentare l'ennesima "opinione" alla battuta di Berlusconi sugli arbitri di sinistra. Autore, il sindaco di Firenze, dr Renzi: " Non siamo come il Milan con (...) Berlusconi che la butta in rissa politica"." Anzi, non la commento, ma mostro a Lei, e a quanti vogliono immischiare Calcio (appositamente maiuscolo) e politica (appositamente minuscolo), il video del misfatto, dove Lei puó rendersi conto dell'assurditá di tali affermazioni. É evidente che Lei, e tant'altri, la famosa frase l'avete letta, o ve l'hanno riiportata. Dunque, Le mostro il clima e il contesto in cui Berlusconi é stato da Lei, che é un sindaco del PD, tirato in causa. Le ricordo inoltre che la sua squadra, la Fiorentina, ha fatto un comunicato ufficiale sul proprio sito internet sentendosi danneggiata, e nelle passate stagioni ha addirittura inviato dossier su sfavoreggiamenti presunti o tali. Senza andare a rivangare di come una squadra fallita sia riuscita a ripartire dalla C2 e a saltare la Serie C1. Distinti saluti



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Arbitri nella bufera e lezioni di bon ton

Siamo soltanto alla seconda di campionato, e la classe arbitrale italiana ha giá riempito ogni casella possibile: goal netti annullati, goal irregolari convalidati, goal fantasma, rigori negati e rigori concessi con facilitá disarmante. E di pari passo sono giá iniziate le campagne "giú le mani da..." dei vari presidenti e addetti ai lavori. Niente male per un campionato che ha giá dovuto fermarsi per il doppio impegno della Nazionale e che rischia di venir fermato ancora alla quinta giornata, causa sciopero dei calciatori (ci arriveremo anche a questo).

La prima giornata si puó riassumere nel match del Franchi tra Fiorentina e Napoli, arbitro Gervasoni: dopo 8 minuti di gioco, una incornata sulla traversa di Cavani viene trasformata in rete, quando le immagini dimostreranno che il pallone non ha mai varcato la riga. Una serie di ammonizioni futili e altre tralasciate portano all'espulsione diretta di Vargas per contatto con Campagnaro (che inscena l'ormai nota tragedia greca) e all'ammonizione dello stesso (e non si capisce perché del due pesi, due misure); poi Gervasoni corona la terribile giornata con un'altro escamotage, irritante quanto frequente, ovvero compensando la Fiorentina con l'espulsione di Blasi. Finisce a 1 a 1, ed iniziano i rumori.

La seconda giornata vede nell'anticipo il Milan capitolare al Dino Manuzzi di Cesena, in una gara dove se il Milan ha giocato male, il direttore di gara Russo ha arbitrato peggio. Goal annullato a Pato sullo 0 a 0, e decisione ripresa sul 2 a 0 per i bianconeri. Il Milan si era giá visto annullare una rete regolare di Borriello, all'esordio contro il Lecce, oltre ad un penalty non assegnato per un netto fallo di mano di Donati su tiro dalla distanza di Clarence Seedorf. La Sampdoria a Torino ricrimina i 3 punti, nel pareggio 3 a 3 con la Vecchia Signora sono 2 le reti bianconere irregolari. Il Parma a Catania concede 2 rigori, il primo fá parte della classica categoria "se fischiano tutte le trattenute le partite finirebbero con 4 rigori", il secondo discutibile. In compenso l'autore di entrambi i falli, Paci, é ammonito per una gomitata, mentre la manata rifilata a Giovinco da Capuano rimarrá impunita. Oltre ai 3 punti, il Parma ritorna dal Massimino con 5 ammoniti e Lucarelli espulso (per proteste al 93'), oltre che all'allenatore Marino. Anche Zamparini si lamenta della fredezza con cui l'arbitro ha assegnato un rigore al Brescia nell'incontro finito 3 a 2 per i lombardi.

I disastri arbitrali scatenano una serie di eventi: in primis Galliani direttamente allo stadio si é lamentato con il referente arbitrale Stefano Braschi, per poi lasciare la parola al Presidente Silvio Berlusconi, che tra ironia e politica, apostrofa in modo piú pesante l'operato degli arbitri. Quindi, passando dalle parole ai fatti, sul sito del Milan compare la regola Uefa che sancisce che "nel caso di dubbio, non segnalare". L'appello dei rossoneri viene raccolto da Zamparini che simpatizza con Galliani definindo sacrosato il diritto di un A.D. di tutelare il proprio club. In casa Inter le cose sono piú studiate invece; Moratti prima mette la pulce nell'orecchio quando, concludendo una dichiarazione d'apparente solidarietá, afferma che "e poi non si vada a fare i moralisti quando a lamentarsi é l'Inter". Neanche il tempo di capire il senso di tale frase, che un comunicato ufficiale nerazzurro si scandalizza delle 2 giornate rimediate dall'ex Burdisso, quotando il regolamento che vedrebbe dover impartire al difensore della Roma dai 3 ai 5 turni di stop per condotta violenta. Ovviamente c'é un Roma - Inter in programma alla 5', e Burdisso torna arruolabile proprio quel match.

Piccolo dettaglio, l'Inter sbaglia completamente la tempistica per certe esternazioni, anche perché ad oggi, la quinta giornata di campionato verrá saltata per lo sciopero indetto dall'AIC (Associazione Italiana Calciatori). Quindi Burdisso sará comunque arruolabile quando verrá recuperato il turno, in quanto l'argentino osserverá lo stop durante i successivi incontri. Il calendario infatti non slitta, viene saltato un turno che verrá poi recuperato infrasettimanalmente a data da destinarsi. Tra l'altro, mi sembra abbastanza fuori luogo lamentarsi sul proprio sito ufficiale per provvedimenti disciplinari rivolti a terzi. Anche perché non credo che in Via Durini abbiano criticato la durezza dell'intervento di Burdisso su Conti in quanto tale, al fine di lanciare un appello ai giocatori. Non ricordo alcun comunicato di solidarietá ad Eduardo, ad esempio, al quale spezzarono una gamba.

Insomma, tra proclami di solidarietá tra societá giá tartassate ("Dagli arbitri piú rispetto e attenzione", Comunicato Ufficiale della Fiorentina), dichiarazioni per autotutelarsi ("Col Milan voglio un arbitro di sinistra", LoMonaco del Catania) e appelli a non surriscaldare ulteriormente l'ambiente che giungono da ogni parte d'Italia e da ogni ramo ("Sugli arbitri di sinistra una battuta poco felice", Marcello Nicchi, ma ad esempio, é intervenuto anche l'On. LaRussa), alla seconda di campionato i verdetti dovevano essere ben altri, ovvero se la Juventus si era davvero rafforzata, la Roma poteva aver colmato il gap con l'Inter e il Milan di Ibrahimovic era la seria candidata al Tricolore. Invece, alla seconda di campionato, la veritá é che mentre la classe arbitrale é in piena bufera, i calciatori stanno organizzando uno sciopero, e le societá si stanno giá dando lezioni di bon ton. E il tutto senza la presenza di Mourinho...

NOTA: il referente della CAN, Stefano Braschi, é un ex arbitro radiato poiché, quando ancora era una giacchetta nera, accettó un incarico da dirigente presso l'Associazione Calcio Siena. Venne riabilitato durante Calciopoli da Guido Rossi.

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14 settembre 2010

Cesena - Milan e la maledizione della nr. 11

Parafrasando una frase di Mauro Suma, a Cesena il Milan doveva solo far capire alle provinciali l'inutilitá di disputare la partita della vita. Cosí non é stato, e adesso il Catania verrá a San Siro consapevole che una determinata tattica paga. Eravamo anche rimasti che Ibrahimovic sale in cattedra con le piccole e si abissa con le grandi, che segna con regolaritá ai propri esordi, e che Cesena per la Cabala rappresentava un 2 fisso, visti i precedenti, come l' 1 a 0 firmato Marco Van Basten, o l'esordio in rossonero del Bambino d'Oro, Ricardo Kaká. Tutto giá scritto, l'unico argomento di conversazione era l'utilizzo o meno del Poker d'Assi, giá risoprannominato con un orrendo IbRoPaRo. Invece al 93' il risultato é Cesena 2 - Milan 0. E da candidati unici a vincere (o stravincere) lo scudetto, il Milan ritorna mediocre, coi soliti problemi, con la difesa da aggiustare, e chi piú ne ha piú ne metta. Insomma, come scrissi nell'articolo "Come cambia il vento", si é passati da un estremo all'altro. Prima il Milan era la 9' forza del Campionato. Poi con gli acquisti di Robinho e Zlatan é diventata la 1' (ancora tutto sulla carta, ovviamente), e dopo una sconfitta il Milan é tornato coi piedi per terra, giá ad inseguire (1 punto dall'Inter) e via discorrendo. 

Ho atteso a fare questo articolo perché per me non ha senso farneticare a ferro caldo troppi concetti, soprattutto quando si viene da una sconfitta. In questi giorni infatti ho letto giudizi dati con troppa frenesia, non si puó commentare e dare al contempo una disamina della partita dopo un quarto d'ora. Ho la fortuna di scrive opinioni, e non fare cronaca, quindi non stupitevi quando leggerete la mia opinione sul mondiale, per dire. Ma tornaimo a monte, ovvero cosa é successo a Cesena.

Premessa: il Cesena ha giocato la sua partita, ha disputato una magnifica prestazione, con mister Ficcadenti che ha preparato i suoi in modo perfetto dal punto di vista sia fisico che tattico. Ha impostato un fortino e giocato sul contropiede, confidando nella mira dei cecchini. E il tutto ha funzionato, quindi tanto di cappello ai Romagnoli che non hanno rubato nulla, anzi.

Adesso passiamo al Milan, e vediamo cosa ha funzionato, e cosa no. A funzionare é stato Pato. Il Papero ha giocato largo, si é accentrato, ha segnato due reti e si é sbattuto per la squadra. A non funzionare, tutto il resto. Abbiati impacciato sul secondo goal e rischia di essere beffato su calcio d'angolo, Bonera da terzino non copre e non spinge, da centrale non affonda perché ormia il danno era giá fatto. Sokratis all'esordio da centrale perde Bogdani sulla prima rete e si fá saltare sul raddoppio, serata da dimenticare. Antonini ci mette volontá ma l'impegno non puó sopperire sempre a vistose lacune tecniche. Gattuso é un giocatore regalato al Cesena, perché sbaglia completamente partita. Lui doveva ancorarsi davanti alla difesa e fare solo da muro, invece si propone lasciando voragini. Non a caso, i bianconeri non lo marcano mai e Rino si ritorva un numero incredibile di palloni giocabili nei pressi dell'area o in posizione di tiro. Del resto, chi ha paura delle doti balistiche di Gattuso? Pirlo é fuori forma, il doppio impegno in nazionale lo ha completamente spompato, si limita a lanci lunghissimi. Inoltre non tira piú da fuori. Ambrosini é spaesato in mezzo al campo, non avendo nessuno dei due compagni ad aiutarlo nemmeno tatticamente. La partita di Ronaldinho dura 5 minuti, mentre Zlatan per la foga di strafare, corre a tutto campo perdendo luciditá davanti, si sofferma in leziosismi fuori luogo (un tacco sul 2 a 0 al 75' é da codice penale). Allegri sbaglia formazione, un fortino era prevedibile, quindi non si puó pretendere che i funamboli entrino in porta con la palla, e il tiro da fuori deve essere un arma. Boateng per Gattuso era indispensabile, visto che sia Flamini che Seedorf (che sono ad oggi gli unici che tirano da fuori area, visto che Pirlo ha smesso di farlo) erano entrambi out. Purtroppo l'infortunio di Thiago Silva brucia un cambio, ma Inzaghi e Robinho (per Gattuso e Ronaldinho) dovevano essere fatti al 45', visto che si era giá 2 a 0.

Detto ció, le partite si vincono anche per episodi, e il Milan ha avuto tutto contro: sfiga e arbitro. Il primo goal di Pato é regolare, e chissá se il portarsi 1 a 0 avrebbe cambiato il corso della partita. Idem il secondo goal, che ad inizio ripresa accorciava le distanze sul 2 a 1. Piú altri due fuorigioco inesistenti segnalati, con Inzaghi prima, e Ibrahimovic dopo, fermati in area davanti all'ex Antonioli. Caduta di stile o meno, il sito del Milan riporta la regola numero 6 dell'Uefa, ovvero nel dubbio non segnalare. Anche perché con il Lecce un rigore netto (mani di Donati su tiro di Seedorf) e un goal di Borriello (che sarebbe stato anche un bel lasciarsi con la propria tifoseria) sono stati lasciati in secondo piano da un travolgente 4 a 0. Ma di epidosi in casa Milan ne sono giá capitati parecchi per essere alla seconda di campionato e non aver ancora giocato uno scontro diretto. Quindi, dulcis in fundo, Ibrahimovic coglie il palo su un rigore nel finale, confermando che la numero 11 indossata nelle ultime stagioni da, nell'ordine, Gilardino, Borriello e Huntelaar, é una maglia che andrebbe ritirata per motivi inequivocabili!

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13 settembre 2010

Nazionale, provinciali e arbitri

Sará un caso, ma l'anno post Mondiale (e recente doppia sosta per le Nazionali) iniza con il freno a mano tirato per le big, mentre é la festa della provinciale. In Italia il Chievo si ritrova capolista a punteggio pieno, seguito da Cesena, Bari e Cagliari (e Inter e Samp), quando Juventus, Roma e Fiorentina sono ferme ad 1 punto. Anche Napoli e Palermo non decollano, e il Grifone ha giá subito tre sberle in casa. Del Milan parliamo domani, la fortuna di avere un blog é anche quella di non dover scrivere a caldo le proprie idee. E per me oggi l'argomento é ancora caldo.

All'estero non crediate che vada meglio: in Spagna il Real ha steccato la prima e sofferto nella seconda (a quota 4 come l'Inter), mentre il Barcellona Campione del Mondo ha subito la sconfitta al Nou Camp contro l'Hercules di David Trezeguet. In Inghilterra il Manchester City, squadra che ha investito tanto quanto l'intero calcio europeo in pratica, dopo 4 gare é a 5 punti, stesso punteggio del Liverpool. Il Manchester United all'89' vinceva 3 a 1, per capitolare con un rocambolesco 3 a 3 al 94'. In Germania in testa ci sono l'Hoffenheim e il Mainz, mentre il Bayer dopo 3 turni ha giá riempito lo scacchiere con 1 vittoria, 1 pareggio e 1 sconfitta. Lo Schalke04 di Raul e Huntelaar, e il Wolfsburg di Diego e Dzeko, sono ferme a 0 punti. In Francia non parliamone, il Tolosa é primo a punteggio pieno seguito dal Rennes. Per vedere la prima big, dobbiamo andare a Marsiglia che dopo il quarto turno si ritrova 5 punti a parimerito con il Lione, mentre il Bordeaux ne ha addirittura uno in meno. In tutta Europa, l'unica eccezione é il Chelsea di Ancelotti, 12 punti in 4 partite (con uno strepitoso score di 17 goal fatti e 1 subito), per il resto, le grandi naufragano tra problemi vari, chi ha fatto troppi nuovi innesti, chi ha cambiato allenatore, chi semplicemente non ha avuto troppo tempo di amalgamare le due cose vista appunto la lacunositá del tempo a disposizione.

Certo, le provinciale non danno giocatori alle nazionali, e hanno giocatori che non sono andati al mondiale, che non hanno giocato questi giorni ma si sono potuti preparare col club. Inoltre, le provinciali hanno una preparazione diversa, non dovendo disputare coppe, e inoltre vivono nel credo del "salvarsi il prima possibile"", e pertanto, non si appesantiscono come le altre squadre che invece devono fare fondo per riuscire a correre anche a maggio.

Tornando in Italia, in compenso, dopo l'esordio con un goal fantasma, la seconda di campionato ha visto trionfare la mediocritá della classe arbitrale italiana: due goal regolari negati al Milan, due goal irregolari convalidati alla Juventus, per finire con una hit parade del peggior scapoli-ammogliati in Catania - Parma. Non é questione di moviole, arbitri di sinistra, sudditanza (che ormai é equivalente all'antisudditanza), é semplicemente il fatto che il calcio rimane l'unico sport non adeguato coi tempi, coi ritmi di gioco, e ció nonostante non vuole sfruttare le tecnologie a dispozione.

Inutile fare dei processi, le moviole saranno anche state abolite, o ridotte, ma il mantenere gli episodi vende giornali ed é linfa vitale a tutte le trasmissioni sulle emittenti locali, a partire dal Processo di Biscardi, trasmissione che intendiamoci, non ha nulla a che fare con il contraddittorio. Il contraddittorio é una cosa completamente diversa, é rispondere con un dato ad un fatto riportato errato. Urlarsi dietro, o sopra, che é colpa di Tizio o che Caio non é un giocatore forte non é contraddittorio, é saloon, perché al bar si é piú civili.

Il calcio é rimasto l'unico sport in cui l'arbitro puó veramente decidere le sorti di un incontro. E ai piani alti, é evidente, la cosa fá ancora comodo.

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11 settembre 2010

Pagellone Serie A 2010-2011 pt.3

Continua la presentazione delle squadre che compongono la Serie A. Come per le precedenti presentazioni, verranno presi in considerazione come parametri: arrivi, cessioni, aspetto economico/finanziario, l'aver eventualmente colmato il gap tecnico rispetto alla precedente stagione, panoramica reparto per reparto e completezza della rosa in relazione agli obiettivi.

La terza e ultima puntata valuterá: Palermo, Catania, Bologna, Cesena e Chievo

PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani, Munoz, Bovo, Balzaretti; Migliaccio, Liverani, Nocerino; Pastore; Maccarone, Miccoli. All.: Rossi. VOTO: 6.5

Il Palermo a mio avviso rimane una buona squadra, ma si é idnebolita rispetto lo scorso anno. Ha perso in un solo colpo Kjaer, Bresciano, Simplicio e Cavani (4 titolari), rimpiazzando in modo inadeguato i partenti, con scommesse forse troppo pretenziose. Il budget speso per Pinilla é assurdo, soprattutto considerando la politica di Zamparini. Il vero colpo (visto che ormai é luogo comune chiamarli cosí) comunque é stato trattenere Pastore, ma servirá il miglior Palermo, soprattutto in casa, per non rovinare quanto costruito in questi anni.

CATANIA (4-4-2): Andujar; Potenza, Silvestre, Spolli, Capuano; Izco, Ledesma, Biagianti, Gomez; Maxi Lopez, Mascara. All.: Giampaolo VOTO: 6.5

A livello di mercato ci sarebbe da dare un 10, vendere Martinez a 12 mln alla Juventus é paragonabile all' operazione Cristiano Ronaldo al Real per 90 mln. Per il resto é la stessa fortezza che in casa é dura da battere e che in trasferta rimane comunque ostica. Cambia l'allenatore e Gianpaolo ha alternato le sue prestazioni come guida tecnica. Se Maxi Lopez si ripete, salvezza assicurata giá al giro di boa.

BOLOGNA (4-4-2): Viviano; Garics, Portanova, Esposito, Morleo; Buscè, Mudingayi, Krhin, Ekdal; Di Vaio, Meggiorini. All.: Malesani. VOTO: 5+

Troppi innesti, troppi primavera/giovani in rodaggio da altre squadre, allenatore nuovo, societá giovane, squadra che vedo davvero male. Solo Di Vaio puó salvare il salvabile. Lo ha giá fatto troppe volte, quando si inceppa l'ex Juventus, per i rossoblu saranno dolori. É tra le quattro squadre piú deboli del campionato.

CESENA (4-3-3): Antonioli; Schelotto, Von Bergen, Pellegrino, Nagatomo; Appiah, Colucci, Parolo; Jimenez, Giaccherini, Bogdani. All.: Ficcadenti VOTO: 5.5

C'é spirito ed entusiasmo, ma credo che la prima sia stata una Caporetto della Roma, piú che una impresa dei romagnoli. Troppi acquisti per una neo promossa, in questi casi conviene tenere un gruppo solido e giá collaudato che fare acquisti di ex giocatori della categoria. Il Cesena e il Lecce per me si giocheranno il ruolo di peggior neo promossa. Pronto a chiedere venia se i fatti diranno il contrario.

CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Morero, Andreolli, Mantovani; Luciano, Fernades, Marcolini; Bogliacino; Moscardelli, Pellissier. All.: Pioli. VOTO: 6

Ormai il Chievo lo conosciamo, é e rimarrá sempre la Cenerentola che con Delneri meraviglió e illuse l'intero panorama calcistico. Da allora sono cambiati allenatori, giocatori, schemi. Sono retrocessi e ritornati. Partono sempre come piccola, poi peró stupiscono sempre. Il tutto ruoterá intorno alle capacitá tattiche di mister Pioli, che ha da raccogliere una ereditá pesante come quella di Di Carlo. Non voglio gufare, ma per me il Chievo si salva tranquillo.

PS: Per motivi pratici, ovvero il non volere ripetere stessi pareri e concetti piú volte (come capitato per Inter e Udinese ad esempio), non riporteró le analisi di: Genoa, Sampdoria, Fiorentina, Juventus e Milan. Per richieste esplicite, prego mandare emial a calciocritico@gmail.com o usare lo spazio riservato ai commenti.

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10 settembre 2010

Specchi per allodole

Questa mattina leggendo i titoli dei principali articoli online, sono subito stato catturato dalla shockante dichiarazione del presidente Berlusconi "Felice se Kaka va all'Inter". Mi chiedo come possa esser possibile. Capisco che per motivi politici il Numero Uno rossonero debba dichiararsi felice delle vittorie nerazzurre. Ma da qui ad esporsi cosí tanto mi sembra strano, appunto perché comunque la frase avrebbe decise ripercussioni, cosa abbastanza assurda vista la recente ricementificazione tra Societá e tifoseria. Dunque, leggo l'articolo, e la dichiarazione, quotando, é stata "Se Kakà passasse all'Inter lo applaudirei anche nell'Inter, perché è sempre un grande giocatore".
Sono rimasto senza parole nel tentativo di ricostruire un percorso logico che partisse dalle dichiarazioni di Berlusconi e arrivasse al titolo. Avete presente in matematica quando ci sono da risolvere le funzioni e se un passaggio é elementare si salta? Bene, qui non riesco a capire ne quanti ne quali passaggi logici siano stati saltati. Qualcuno mi aiuti.

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09 settembre 2010

Kaká e Ibrahimovic


Kaká e Ibrahimovic sembrano avere un destino in comune. Entrambi hanno soddisfatto il fine palato di una platea difficile come quella di San Siro, entrambi hanno fallito in Spagna, ed entrambi sembrano destinati a ritornare grandi a Milano, questa volta con le casacche invertite. Veritá o fantascienza? Per Ibrahimovic il passaggio in rossonero é giá avventuo, quello di Kaká all'Inter é chiaro solo all'editore del Corriere dello Sport, che conferma l'affidabilitá della notizia visto il secco "no comment" di Paolillo. Del resto, il silenzio dell'Inter vale piú di mille conferme...  Ma vediamo un pó di fatti.

Ibrahimovic arriva all'Inter dopo due anni, e due scudetti, disputati con la maglia della Juventus. Lascia il "suo" pubblico dopo manifesti segnali di insofferenza, bacia la maglia del Barcellona durante la presentazione (Shevchenko almeno aspettó un goal per farlo) e al suo ritorno non attende un giorno a rispondere all'ex compagno di squadra Zanetti (che al contrario, attende 6 giorni per rilasciare la dichiarazione "mi hanno frainteso e ad Ibrahimovic hanno riferito parole non esatte", in un italiano impeccabile e migliore non solo di quello di Biscardi, ma di un 80% buono dei giornalisti e opinionisti in tv). Ibrahimovic non é stato rimpianto un solo giorno dal suo ex pubblico, non si é mobilitata una cittá intera. Ibrahimovic, poi, nel 2006 doveva essere venduto al Milan, non svenduto all'Inter. Oggi si ringrazia Raiola per Zlatan in rossonero, quando fú proprio Raiola a rimandare il matrimonio 4 anni fá. Ibrahimovic arriva al Milan per ricoprire un ruolo vacante della rosa rossonera, ovvero quello del Marcantonio tecnico, quindi abile non solo a tenere palla e scardinare un reparto, ma anche quello di segnare e far gioco. Ibrahimovic al Milan oggi é titolare.

Kaká all'Inter non ha un minimo senso tecnico, tattico o finanziario. Kaká lascia la tifoseria del Milan in lacrime dopo una gara con la Fiorentina. Kaká é il simbolo della Champions del 2007. Kaká ha vinto un Pallone d'Oro con il Milan. Per Kaká una tifoseria intera si é mobilitata durante una notte intera. Quando Kaká arriva al Milan sono piú noti i soprannomi e gli scherzi da bar per il nome che porta scritto che per le sue caratteristiche tecniche. Kaká é infortunato da metá anno, é parecchie stagioni che tra schiena, ginocchio e pubalgia ha problemi fisici. Kaká gioca in un ruolo dove l'Inter ha Sneijder e Coutinho, ed é comprovato dalla prima parte dell'avventura del brasiliano al Real che Kaká non puó giocare esterno. Kaká all'Inter sarebbe solo un dispetto costoso, visto che il Bambino d'Oro ha uno stipendio da galacticos, appunto. Kaká all'Inter oggi farebbe la riserva.

Dunque, non mi resta che continuare a leggere il Corriere dello Sport e a surfare in internet, nella speranza che Paolillo non smetta di non rilasciare dichiarazioni, e che Moratti continui a ribadire la sua passione per i ragazzi acqua e sapone (tipo Ronaldo, Adriano e Balotelli), prove inopinabili che la prossima maglia di Kaká sará quella che attualmente ha Milito.

Sappiano comunque lor signori giornalisti e addetti ai lavori, che Kaká all'Inter non é niente di paragonabile con Ibrahimovic (o anche un domani eventualmente Balotelli) al Milan. Kaká all'Inter equivale un Totti alla Lazio, Del Piero al Torino o quello che poteva essere un Bergomi al Milan (non Pirlo o Seedorf, scherziamo!!!???). Kaká per un tifoso del Diavolo non é stato un idolo, un mito, un eroe, un pupillo. Non é stato un giocatore immenso, capace di vincere ed enrtusiasmare con giocate che sfidavano leggi della fisica. Kaká é stato altro. É stato amore. Ibrahimovic é stato un idolo finché ha fatto vincere. Non é la stessa cosa...

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08 settembre 2010

Il trash business intorno allo sport

In Italia ci sono 3 quotidiani di caratura nazionale interamente dedicati allo sport. Inoltre, la Rosa é il piú letto anche includendo i giornali d'informazione. Capisco dunque la necessitá di dover riempire pagine e pagine di carta, ogni giorno, con notizie sportive. O forse si potrebbe andare oltre e per una volta iniziare a badare alla sostanza.

Ecco dunque l'Inter piombare su Kaká, il Milan giá muoversi per Balotelli, Huntelaar scoprirsi finalmente un campione dopo aver segnato 5 delle 7 reti rifilate dalla nazionale olandese alle rivali (bastava andare a leggere le sue statistiche, club e dunque Milan compreso, per notare un incredibile score come media minuti/reti).

Ho persino intravisto un articolo di ringraziamento alla moglie di Cassano, evidentemente responsabile per le prestazioni di Fantantonio. Prestazione intaccata dalla Rai che, nonostante un canone, vende spazi pubblicitari durante le partite, e quindi ogni corner, fallo laterale o rimessa dal fondo diventa buona per sorbirsi un vasetto di sottaceti, donne che nonostante sia il loro periodo decidono di paracadutarsi in completa tentua bianca, per finire con il famoso quanto strambo abbinamento macchina sportiva e liquore di turno... la Rai ha giá detto che questi episodi non capiteranno piú, intravisto il Divino Othelma negli studi di Saxa Rubra, unico modo per prevedere quando ci sará un goal da azione su calcio d'angolo, visto che non sono previsti i tagli alle pubblicitá. Del resto, abbiamo visto durante i Mondiali in Sudafrica la qualitá della Rai. Non abbiamo potuto vedere ottimi incontri, ma abbiamo potuto ammirare le grafiche intercambiabili di studi in cui a turno, tra "giornalisti" e ospiti ci si giocava il titolo di Peggior addetto al touch screen.

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07 settembre 2010

Le domande a Milannews.it su Calcio Critico

Oggi Calcio Critico prende in prestito le domande che i lettori di Milannews.it hanno rivolto ieri al direttore Luciano Moggi. Per questioni pratiche le domande sono state editate. L'articolo di riferimento é visionabile al seguente LINK.

D: Come si sarebbe comportato con i casi Jankulovski, Oddo, Kaladze e, a livello generale, con i giocatori che rifiutano le cessioni?

Se sono giocatori del Milan, é perché il Milan ha fatto loro un contratto. Purtroppo durante gli anni della grande famiglia  si é persa la programmazione a scapito della riconoscenza. Se un giocatore é cedibile é perché di fatto non rientra nel piano tecnico. Quindi, se i giocatori sono disposti a rimanere un intero anno a fare la sponda tra il non esser convocati e la tribuna é una scelta loro, perché i tre hanno rifiuato ogni possibile destinazione fino ad arrivare ai ferri corti con la societá. Il vero errore é stato spalmare l'ingaggio di Oddo, perché non ha accasato il terzino e il Milan si ritrova con un ex giocatore impossibile da piazzare per due stagioni. Meglio perderci dei soldi. Il vero problema é che il caso Kaladze é nato male e finito peggio, con la caduta di stile di non inserirlo nel sito ufficiale fin dall'inizio. Sicuramente un terzetto delicato, ma la situazione poteva essere gestita sicuramente meglio, soprattutto in modo piú discreto e meno pubblico.

D: Come mai Ibrahimovic non è riuscito ad essere protagonita in Europa sia nella Juve, nell'Inter e poi nel Barcellona? E poi è d'accordo che lo può essere nel Milan perchè alle sue spalle avrà giocatori che cercheranno di metterlo nelle condizioni di fare bene sia in campionato che in champions?

Nel Barca ha disputato di sicuro la sua migliore Champions, mentre nella Juventus e nell'Inter é risultato impalpabile. Evidentemente Ibrahimovic si suggestiona troppo in questa competizione, cosa che non accade in campionato, visto che di fatto ha vinto gli ultimi 7 a cui ha disputato. Nel Milan ha gente alle spalle con classe ed esperienza, ma li aveva anche nel Barcellona.

D: Come ha fatto Galliani ha prendere Ibrahimovic a 24 milioni quando l’anno prima, il suo passaggio al Barcellona, era costato ai catalani 70 milioni di euro?

Ibrahimovic andava venduto, ed essendo il Milan l'unica squadra gradita allo svedese, Rosell ha dovuto accettare la proposta dei rossoneri e quindi perdere metá cash speso per lo svedese. Ma ripeto, non pensiamo a Ibrahimovic come un investimento da 70 mln, ma un investimento in cui il Barcellona non ha rischiato di perdere Eto'o a paramentro zero e, come giá ho scritto, per me c'é un pre accordo tra Inter e Barcellona per Messi (o lo trasformeranno in una non belligeranza su un giocatore di interesse comune) che vedrá Moratti ripagare i blaugrana.

D: Secondo lei, il Milan ha svenduto Borriello?

No, non l'ha svenduto, l'ha letteralmente regalato. L'unica é che a gennaio arrivi Mexes, o che gli venga fatto scadere il contratto e che vada al Milan a giugno a paramentro zero. Altrimenti l'unica altra pista é l'amicizia Geronzi-Berlusconi, ma totalmente esterna al mondo calcistico.

D: Pensa che dietro l'acquisto di Ibrahimovic ci sia qualche promessa fatta al Barcellona su giocatori tipo Thiago Silva o Pato?

Escluderei Thiago Silva, mentre su Pato non sarei sorpreso. Il papero é potenzialmente un fenomeno, ma in due stagioni si é fermato giá 3 volte, e in prospettiva, é meglio incassare un grande assegno che avere un Ferrari costantemente dal carrozziere. Inoltre l'arrivo di Robinho potrebbe essere una operazione Ronaldinho bis, ovvero ammortizzare il colpo cessione Kaká (risultata sempre piú azzeccata). Peró é difficile da dire, Pato é davvero un diamante e Ronaldinho-Pato-Robinho insieme sono un desiderio di Berlusconi stesso. In sintesi, difficile ma non impossibile.

D: Avrebbe ceduto Ronaldinho in questa sessione di mercato?

Assolutamente si, a prescindere dall'arrivo di Robinho, e Ibrahimovic. Il Gaucho potrebbe giá svincolarsi a gennaio, attratto dai fantamilioni americani, o dalla saudade. I suoi colpi li conosciamo tutti, ma non é freschissimo, e si rischia o di perderlo gratis, o di ritrovarselo in squadra fino a 33 anni a prendere 8 mln l'anno, e tornerebbe il concetto di grande famiglia con tutti gli errori che ne conseguono.

D: Avrebbe mai preso sia Robinho che Ibrahimovic o ne avrebbe preso solo uno per non crear problemi?

Assolutamente si. Delle 4 stelle del Milan chi crea piú problemi di tutti sia a livello di tenuta fisica che dal punto di vista tattico é Ronaldinho. Inoltre se Leonardo faceva giocare il 4-2-fantasia, perché non puó riuscirci Allegri. Non vedo impossibile la contemporanea presenza del poker in campo, a patto che non ci sia anche Pirlo, giocatore che non vedo assolutamente come imprescindibile, soprattutto con gente con polmoni freschi come Boateng e Flamini (e anche un discreto tiro da fuori che non guasta) in rosa.

D: Con un terzino destro all’altezza, il Milan sarebbe completo in ogni reparto?

In attesa di scoprire chi é Montelongo, se il Milan vuole schierare il poker o comunque Pirlo in mediana é meglio che barrichi una corsia con Bonera o Sokratis. Da 3 anni (questo é il 4') faccio il nome di van der Wiel e gli addetti ai lavori se ne sono accorti questa estate, con conseguente rialzo del cartellino a 15 mln. Un buon terzino sarebbe l'ideale, ma il Milan é giá abbastanza completo.

D: Secondo lei, il Milan potrà essere competitivo su tutti i fronti?

Campionato sicuramente. In Champions League il Milan ha il girone in assoluto piú tosto, ma ha un carattere internazionale e il giusto mix di esperienza e gente che ha fame in questa competizione (come Ibra, Robinho e lo stesso Pato). La Coppa Italia va affrontata e onorata, altrimenti sará l'ennesima perdita di tempo (e denaro per chi va allo stadio).

D: Secondo lei nell' operazione borriello il milan ha preteso una clausola per mexes, magari a gennaio?

Giá risposto, se non c'é Mexes in ballo, c'é un accordo Geronzi-Berlusconi che esula da ogni caratura sportiva

D: Secondo Lei , la minusvalenza di circa 45 milioni subita dalla cessione di Ibrahimovic da parte del Barcelona, al cospetto dei 70 milioni spesi l'anno prima , non potrebbe sembrare un'agevolazione eccessiva nei confronti del Club Rossonero ? Il dubbio è : non è che l'affare Ibra , che ha fatto sognare i tifosi rossoneri , disabituati ormai a certi ''colpi'' , nasconda un'intesa tra le due società circa la futura cessione ''a buon mercato '' di un pezzo pregiato di casa rossonera? uno a caso , Pato? Tra l'altro, l'acquisto a sorpresa del brasiliano. Robinho ,a parer mio un sostituto perfetto per qualità tecniche e caratteristiche tattiche , arrivato subito dopo il buon esito della trattativa Ibra , proprio nelle ultime ore di mercato , potrebbe accrescere il dubbio circa la volontà di una futura cessione del numero 7 rossonero. Dall'alto della sua esperienza , Lei cosa ne pensa? E' possibile un tale scenario in futuro?

Nella domanda c'é giá la risposta data in precedenza, ma ribadisco, ad oggi mi risulta piú facile pensare ad un extra accordo tra Inter e Barcellona nella valutazione di Ibrahimovic che del contrario. Peró tutto puó succedere e lo scenario é assolutamente realistico.
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