L'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, passa tra gli adetti del settore, come un luminare del managment calcistico, un direttore sportivo dalle indubbie qualitá, e chi piú ne ha, piú ne metta. Il Milan targato Galliani corrisponde al Milan targato Berlusconi, un Presidente che quando era presente, non solo economicamente, trasformó il Milan in una Accademia del Calcio nazionale ed internazionale, conquistando immediatamente scudetti e Coppe dei Campioni. Era un Milan facoltoso, una squadra che poteva comprare chiunque, a qualunque cifra, e rimandare al mittente qualsiasi offerta, di quasiasi natura. Oggi i tempi sono ben diversi, anche se i ritornelli "le stelle al Milan arrivano, non partono", "i calciatori per giocare nel Milan verrebbero a piedi" ma soprattutto "non ci sono giocatori al mondo piú forti dei nostri attuali, la nostra é una rosa competitiva su tutti i fronti, seconda a a nessuno... " ci rimbombano nelle orecchie come nostalgici evergreen. Eppure, le vicende Shevchenko e Kaká, e il quarto assalto a Thiago Silva in un mese, dicono proprio il contrario... quindi i palmares mentono, o meglio, distorgono quantomeno la realtá dei fatti.
Partiamo dal presupposto che quando si ha un potere d'acquisto illimitato, chiunque é capace di fare mercato. Al Milan agli albori Sacchi prima e Capello poi facevano il mercato consapevoli che la borsa del padrone era sempre piena d'oro. Negli almanacchi rimane celebre la vicenda che portó Rijkaard al Milan, a dimostrazione che il mercato lo facevano gli allenatori, e a Galliani bastava non dimenticarsi il libretto degli assegni ogni qualvolta prendesse un aereo. E il trend non cambió fino a pochi anni fá, a metá gestione Ancelotti per intenderci... anche Zaccheroni poté fare mercato, e arrivó lo scudetto al primo tentativo. Ma andiamo in ordine.
1) Alleanze e amicizie varie
Galliani negli Anni '90 stringe una fatidica alleanza societaria con la Juventus di Moggi. Tale allenaza di fatto non esiste, perché l'unico affare sull'asse Milano-Torino sará il solo Inzaghi, pagato profumatamente. In compenso la Juventus si accaparró Buffon e Thuram, giocatori sui quali il Milan avrebbe avuto, secondo diversi rumours, forse qualcosa di piú che accordi verbali... ma queste rimangono comunque voci. Tuttavia questa allenaza finta metterá la societá nel mirino della critica e il Milan sará bollato come "ladro". L'appellativo continua durante Calciopoli, quando basterebbe andare a vedere gli albi per rendersi conto che il Milan ha vinto 1 scudetto con una squadra che l'anno prima aveva vinto la Champions proprio contro la Juventus, e che l'anno dopo avrebbe perso una rocambolesca finale ad Istambul. Un grande bottino per essere "ladri". Si allea infine anche con la Roma, chissá in quale modo, a che titolo, e come, visto che l'unico giocatore richiesto in questi anni é stato Mexes e sappiamo tutti l'esito. L'alleanza con la Roma in pratica consiste nel non chiedere un giocatore se non é la Roma stessa a metterlo sul mercato. Traduzione: quando volete monetizzare, vi compriamo Mexes a cifra pattuita.
Galliani inoltre vuole a tutti i costi diventare anche Presidente di Lega, cosa che lo renderá inviso all'intero panorama calcistico italiano. In questo modo non c'é una singola societá in Italia che voglia fare affari col Milan, per ogni giocatore richiesto viene duplicato il costo d'ingaggio. Lo dimostrano i costanti fatti, vedi non ultimo il giocatore Felipe dell'Udinese, al Milan per 15 mln cash, alla Fiorentina per circa 12 in due rate con i primi sei mesi in prestito oneroso.
Oltre alle societá, si attira le mire di ogni tifoseria d'Italia, eppure ribadiamo, lo scudetto vinto é stato uno. Riesce anche ad inimicarsi perfino la propria, con appellativi verso i propri supporters che svariano da "ingrati" al "poco evoluti". Quindi, ormai abbandonato dalla maggior parte dei Presidenti di Serie A, si circonda di un manipolo di "amici" (che continua a nominare tali), che sono i piú grandi furboni del calcio. Presidenti come Lotito e Cellino, ovvero gente che col Milan ci ha sempre e solo guadagnato, sia economicamente che in termini sportivi. Eppure i rapporti dichiarati da Galliani sono sempre eccellenti: vediamo infatti come é andata liscia e tranquilla la vicenda Allegri, o quella Suazo prima di lui con Cellino, per non parlare di Oddo, o attualmente di Ledesma... O come non ci sará da battagliare per Astori, come si é perso Matri... per non parlare degl amici esteri, capitanati da Perez... la lista é infinita o poco ci manca.
2) Scouting e mercato
Se togliamo Cafú e la prima stagione di Tomasson, non ha azzeccato un singolo parametro zero, a parte forse Flamini che forse quest'anno troverá continuitá, pagato comunque 4 mln netti l'anno per aver fatto la riserva a Gattuso. In compenso sono arrivati Voegel, Dorahsoo, Onyewu e il trentaquatrenne Yepes.
I due colpi di mercato migliori del decennio in termine di rapporto tecnico-tattico/costo, Kaká e Thiago Silva, e l'unico fenomeno in attacco da Shevchenko in poi, Pato, sono tutti e tre colpi targati Leonardo. Leonardo che essendo un ottimo talent scout e dirigente, é stato obbligato ad allenare in un anno transitorio, e quindi in un anno il Milan ha perso sia un ottimo professionista che il piú talentuoso scopritore di talenti sudamericani in circolazione...
Galliani appena vende Shevchenko per 45 mln, ne investe 22 per Oliveira dal Betis Sevilla. Il carioca segna all'esordio e Galliani si fionda in tribuna stampa dichiarando "Sono 20 anni che faccio mercato...". Seguirono altri 2 goal nelle 26 partite successive.
Ha smantellato una Primavera che da Albertini non é riuscita ad inserire in pianta stabile in Prima Squadra un solo giocatore. In compenso i talenti rossoneri vengono fatti pellegrinare tra prestiti e comproprietá per anni, per poi essere regalati (Matri, Sammarco, Perticone), o essere ripagati al doppio/triplo (Borriello, Antonini). La politica scellerata sui giovani continua, quando si rinnova il trentasetenne Inzaghi e si lascia Paloschi a Parma, o quando per un greco (buono, ma non fenomeno), si cedono tre comproprietá, tra cui i due Primavera piú forti e di prospettiva. Non a caso, il primo anno in cui si torna ad investire, la Primavera vince la Coppa Italia contro il Palermo (all'epoca Campione d'Italia in carica) e raggiunge le finali in campionato.
Nell'anno dell'austerity e del rilancio dei giovani, annuncia come primo acquisto Yepes, 34 anni, e rinnova il contratto a Abbiati, Zambrotta ma soprattutto ad Oddo. L'anno scorso a gennaio si stava per vincolare con l'Inter per Mancini, ex calciatore che tra cartellino e ingaggio sarebbe costato al Milan 34 mln.
Ha rimediato in pochi anni figuracce di caratura mondiale, come il mal di denti di Cissokho, o le casse di banane per Hernanes, giocatore talmente inarrivabile che se lo stanno contendendo Lazio e Palermo attualmente, non certo quindi due superpotenze finanziarie. Non riesce ad ottenere un obbiettivo primario richiesto dall'allenatore da Helveg e Bierhoff. In compenso tutti gli obiettivi dichiarati diventano oggetto di mercato delle altre, come Aogo, Krasic e Dzeko per la Juventus. Dzeko inoltre poteva arrivare tranquillamente se non veniva sbandierato obiettivo primario dopo aver appena incassato l'assegno per Kaká... in questo Moggi era un maestro, vendette Zidane con in mano i cartellini di Thuram e Buffon dal Parma, Nedved e Salas dalla Lazio... E inoltre anche il tanto decantato appeal del Milan é praticamente sparito, dal momento stesso in cui perfino i supporter del Getafe derisero la squadra sul proprio sito ufficiale durante i rumours su Pedro Leon, finito per 9 mln al Real Madrid.
É riuscito anche nella non facile impresa di svendere uno dei migliori talenti in circolazione, Gourcuff, dando al Bordeaux la migliore soluzione possibile, ovvero un prestito gratuito con diritto di riscatto prefissato, quindi indipendente dal valore del giocatore o dai risultati del club transalpino. Risultato: il Bordeaux si laurea Campione di Francia, spezzando l'egemonia del Lione, il giocatore viene riscattato per 15 mln (reinvestiti per Huntelaar) e l'attuale cartellino del francese é sui 30/35.
Oltre al giá citato Oddo, negli ultimi anni é riuscito a fare altri disastri in fatto di gestione, gravando inverosimilmente sulle giá ristrette casse societarie. Rifiuta di cedere Kaladze al Liverpool e al Chelsea ritenendolo "il centrale piú forte del mondo con Nesta". Anzi, gli prolunga il contratto a 3.8 mln l'anno. Rinnova un finito Dida per non perderlo a parametro zero per un quadriennale da 4 mln netti l'anno, mandando quindi Abbiati in pellegrinaggio per un paio di stagioni. Inoltre si ostina nel volere un terzo portiere di ruolo, elemento inutile, che negli anni é costato denaro per avere in rosa gente come Eleftheropoulos, Fiori o Roma. Non riesce ad infilare Digao nella trattativa col Real per Kaká, non chiede nessuna contropartita tecnica per poi l'ultimo giorno di mercato prendere Huntelaar a 15 mln appunto. Ha offerto al trentunenne Seedorf un rinnovo quadriennale e sta pensando di rinnovarglielo nuovamente ancora oggi. Come giá detto, ha rinnovato per due volte Inzaghi a scapito di Paloschi, non ha ceduto a tre offerte esorbitanti per Gattuso (2 anni fá si parlava di 14 mln dal Bayern Monaco), riuscendo a far rimanere il giocatore rinnovandogli il contratto e spacciando la notizia come un acquisto. Lo scorso mercato ha addirittura usato la parola "acquisto" per annunciare il rifiuto all'offerta del Chelsea (18 mln + Pizarro) per Pirlo (31 anni), e per il rientro di Nesta (33 anni), l'ennesimo, visto che il giocatore non é integro da 6 stagioni.
Per finire, ormai é noto che se non si é consigliati da Bronzetti, amici di Fonseca o pupilli di Raiola, al Milan non si viene. Cosí come se non si é brasiliani, in pratica, quando olandesi, francesi e tedeschi sono calciatori che storicamente si adattano bene al nostro torneo e fanno comodo.
Quindi, che Galliani rimanga pure nell'organigramma societario, ma con altri compiti. Del resto, se prima faceva il manager alla Fininvest c'era un motivo, Berlusconi non si circonda certo di gente incapace. Peró evidentemente Galliani ha delle lacune a livello sportivo, dovute soprattutto, a quanto credo, alla sua natura sentimentalista. Quindi per il bene del Milan, si cerci un DS, visto che uno dei migliori sulla piazza giá c'era, ma é stato appena mandato via.
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Quindi, che Galliani rimanga pure nell'organigramma societario, ma con altri compiti. Del resto, se prima faceva il manager alla Fininvest c'era un motivo, Berlusconi non si circonda certo di gente incapace. Peró evidentemente Galliani ha delle lacune a livello sportivo, dovute soprattutto, a quanto credo, alla sua natura sentimentalista. Quindi per il bene del Milan, si cerci un DS, visto che uno dei migliori sulla piazza giá c'era, ma é stato appena mandato via.
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