Nonostante sia contemporaneamente domenica e festa (bella sfiga!), non mi piaceva l'idea di lasciare il blog vuoto. Questo accadrá solo quando fisciamente non avró un pc a portata di mano per un'intera giornata, o quasi. Peró, invece di scrivere qualcosa di nuovo, sono andato nostalgico a ripescare dei miei vecchi articoli, datati 2008, dove giá allora parlavo dei problemi del Milan, o meglio, dei problemi di una societá che erano evidenti e sotto gli occhi di tutti, tranne evidentemente dei diretti interessati. La cosa quasi sconvolgente é come i temi siano di una attualitá disarmante, fatto che in pratica non significa altro che la dirigenza rossonera é ferma da ben tre stagioni sotto questo aspetto. In ogni caso, BUON FERRAGOSTO A TUTTI!!!
Tratto dal mio blog sul forum di calciomercato.com, scritto il 2 Aprile 2008.
PRESIDENTE: Berlusconi ormai non è più un presidente, inteso come lo abbiamo sempre inteso. Non vive 24/24 per il Milan, non investe più i milioni delle sue casse. Al Milan serve quell'imprenditore innamorato che a fine Anni 80 comprò il Milan, quel presidente che mangiava 3 volte a settimana coi giocatori a Milanello, quel presidente che andava a vedere il Milan indipendentemente giocasse la finale di Coppa dei Campioni o il triangolare con Monza e Lugano. Gli impegni politici hanno tolto questa figura al Milan, ma il Milan ne ha bisogno, se ne nutriva. Presidente, affidi il Milan a suo figlio, e che mi auguro segua le sue orme, vivendo per il Milan, e investendo del proprio capitale come faceva lei quando ci regalava i Van Basten, i Boban, gli Shevchenko.
DIRIGENZA: la grande colpa di Galliani è il sentimentalismo. La "Grande Famiglia". Galliani è un manager, non un imprenditore. I manager devono fare una cosa, non cinque. Le grandi compagnie hanno diversi manager, non uno. C'è chi acquista, chi vende, l'esperto della logistica, l'esperto finanziario... Galliani fa tutto invece, senza avere i capitali. Al Milan arrivi uno staff di tre/quattro persone, ognuno con un ruolo. Galliani è un signor manager, che ha comprato i suoi pacchi (come tutti) ma una flotta di stelle (come pochi). Ma i suoi sbagli sono dettati dalla buona fede e dal sentimentalismo appunto. Bisogna avere il coraggio di vendere i Gattuso e di dire basta ai Maldini. Che si inizi a pensare come fosse una fabbrica. La NOKIA non ha vissuto sugli allori per aver sfornato il telefonino perfetto, il 3310, ma si è reinventata e rinnovata per rimanere ai vertici. Nessuna label camperebbe coi soli diritti d'autore dei Beatles. Questa non è irriconoscenza, anzi. Gli irriconoscenti non sono tifosi, e non vale la pena nemmeno rispondere. Ma Galliani dovrebbe essere più pragmatico. Per il bene del Milan, e per la continuità del Milan, società che esisteva prima che lui nascesse, e società che esisterà anche quando andrà in pensione. La società per cui noi tiferemo in eterno indipendentemente dal Presidente, dall'Allenatore e dai Giocatori.
Della serie history repeats itself, posto un altro intervento sul mio blog di calciomercato.com del 12 maggio 2008, intitolato La mano di bianco non copre le crepe in eterno
Il ciclo Ancelotti si apre nel Novembre del 2001, concludendo una stagione al 4° posto e semifinalista di Coppa Uefa. L'anno dopo (2002/3) vince Champions League (grande rivincita sulla Juventus) e Coppa Italia. Nel 2004 vince la Supercoppa Europea e si laurea Campione d'Italia. Nel 2005 arriva 2° in Serie A e perde la finale maledetta di Istambul nel modo che tutti ricordiamo (chi più e chi meno). Nel 2006 siamo ancora 2° in Campionato (retrocedendo poi 3° per i fatti di Calciopoli) e usciamo in semifinale di Champions League contro i campioni del Barcellona, dopo una sfida al Camp Nou che ci vede annullare ingiustamente una rete di Shevchenko. Nel 2007 vinciamo la Champions League contro il Liverpool ad Atene. Nel 2008 arrivano prima la Supercoppa Europea, poi l'Intercontinentale (o Mondialito, o Trofeo dell'Amicizia, a seconda di chi ne parla). Il Palmares di Ancelotti dice che in 6 stagioni intere (2002/3 - 2007/8), sono stati vinti 8 trofei sui 9 disputabili (manca la Uefa dell'anno in cui è subentrato). Un ciclo che si può dire vincente. Un ciclo che sembra essersi chiuso già con la vittoria di Champions però, dovuta più che altro, alla poca lungimiranza di una dirigenza che credeva di avere gli 11 migliori giocatori al mondo... pardon... la miglior rosa al mondo. E invece, è proprio lì lo sbaglio di Galliani e Co. Gli 11 vanno bene, sfido a dire il contrario. Ma non sono eterni, e non hanno cambi. E qui entra in ballo la rosa, la vera lacuna del Milan. Vediamo il mercato di questi anni:
2002: mercato stellare, con gli arrivi di Seedorf, Rivaldo, Tomasson e Nesta (e partenze di Jose Mari, Javi Moreno, Albertini e Contra)
2003: parte Rivaldo, ma arrivano Cafù, Pancaro e Kaká
2004: Stam, Dhorasoo e Crespo
2005: Gilardino, Kalac, Voegel e Vieri. Arriva anche Jankulovski infortunato
2006: Oliveira (per tamponare Shevchenko) e Gourcuff, poi d'inverno arrivano Oddo, Ronaldo, Grimi e Storari (gli ultimi 2 oggetti misteriosi a Milanello)
2007: Emerson e Digao, più Pato (da Gennaio)
Da questo si vede come il Milan non abbia comprato un solo titolare dal 2003 (ovvero da 5 anni), e che ha affidato a Pato respolsabilità fuori misura. Gilardino è stata una scommessa persa e Stam un buon rincalzo temporaneo, ma è dall'estate del 2003 che il Milan non fa una campagna acquisti. Se andate a vedere la formazione del 2003 e quella attuale, 7/8 elementi sono sempre quelli. La squadra è vecchia e logora da mille battaglie, senza uno straccio di sostituto se non il povero Bonera (acquistato per sbaglio tra l'altro, ma questa è un'altra storia). Al Milan hanno pensato che con le vittorie si passa una nuova mano di bianco, ma le crepe ci sono e si stanno facendo sempre più profonde... è ora di investire pesante, anche a costo di spendere 10/15 mln per i panchinari e i gregari. 3/4 di questo Milan sta giocando senza pausa (tranne forzata per infortunio/squalifica) da 5 anni. Forse è ora di iniziare a pensare a pianificare un turnover e liberarsi degli ex giocatori, che coi sentimentalismi si vince nulla... se l'Inter ha cacciato Bergomi, perchè noi non cacciamo i Maldini tanto per iniziare? Invece il Milan è l'unica società che da la facoltà ai propri giocatori di decidere quando terminare la carriera... La Grande Famiglia andava bene finchè si vinceva, adesso che si prendono 3 sberle dal Napoli nella partita della vita, è ora di prendere il fratello o cugino di turno per le orecchie e mostrargli la porta!!!
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