Si é appena aperta la seconda giornata per portare Ibrahimovic al Milan. Ormai é la sagra della speculazione, dalla piú classica "é tutta una messa in scena, Milan e Barca sono giá d'accordo", alle ennesime percentuali dell'A.D. rossonero, scese da 99.99% periodico, poi a 90%, oggi addirittura 50%. L'affare Ibrahimovic, in realtá, é abbastanza lineare, il vero scoglio da affrontare per garantirsi le prestazioni sportive dell'attaccante svedese é costituito dal proprio rappresentante Mino Raiola. Questo perché l'agente otterrá una percentuale sul movimento in denaro, e percepirá anche una percentuale derivante dall'entitá del contratto di Zlatan.
Il Barcellona acquistó Ibrahimovic 12 mesi fá dall'Inter, in una operazione complessa che vide l'ex numero 8 nerazzurro e Maxwell in blaugrana, e Eto'o e 55 mln al club di Via Durini. Sapete giá che secondo me c'é in ballo un futuro passaggio di Messi, tempo 3 (massimo 4) anni. In ogni caso, Ibrahimovic passó dal percepire 11 mln a 12. Qui il primo "ostacolo", ovvero che il Milan non puó garantire lo stesso stipendio. La proposta é decurate lo stipendio del 40%, arrivando dunque sui 7 mln (e "rotti"), che in pratica diventerebbero 8 appaiando Ronaldinho nella top list salariale. Questo vorrebbe giá meno soldi per Raiola, che non a caso, anche ieri a Barcellona, é uscito con una dichiarazione abbastanza perentoria quale "non esiste che Ibrahimovic si tagli l'ingaggio". In Spagna sono tutti furiosi con Raiola, Guardiola non passa giorno che lo apostrofi, lo stesso club, seppur in modo decisamente piú diplomatico, non ha gradito molto i suoi interventi, tanto che nelle ultime 24 ore, i progressi maggiori sono avventui quando a trattare erano direttamente Rosell e Galliani.
Ibrahimovic ormai, nonostante le classiche dichiarazioni di facciata e sorrisini di rito, é in rotta con l'intero ambiente, é diventato il quinto attaccante nelle gerarchie e non é da escludere che anche qualche elemento della Cantera possa passargli davanti. Di certo, per lo svedese si presenta il classico scenario "ora o mai piú", in quanto con 4 anni di contratto davanti, non puó permettersi di rimanere ancorato tra panchina e tribuna per altro tempo, e garantirsi il famoso vitalizio (autentica specialitá rossonera, alla faccia delle belle parole e dei manifesti sull'austerity, sulla salary cap, sulla programmazione e sul progetto giovani...). Da qui la quasi inevitabile necessitá di trovarsi un club. Le sirene inglesi del Manchester City non lo attirano piú del necessario: ritroverebbe infatti l'ex mister Mancini, ma anche un club in costruzione e senza Champions, palcoscenico in cui lo svedese vuole assolutamente partecipare.
Tornando alla trattativa, c'é da valutare la formula d'acquisto. Il Milan, da parte sua, vorrebbe il giocatore in prestito con diritto di riscatto (e qui Raiola guadagnerebbe poco e niente), mentre il Barcellona vorrebbe garantirsi quantomeno 35/40 mln (ovvero la metá di quanto investito la scorsa estate), anche perché cosí Rosell potrebbe investire il ricavato per Mascherano e/o Fabregas. Il problema economico e abbastanza superabile, se vogliamo, perché ormai tutte le squadre comprano a rate, e quindi, il Milan potrebbe girare subito 10 mln del "tesoretto" al Barcellona. Senza comunque dimenticarci che Zlatan sarebbe il famoso "regalo", o "colpo", del Presidente Berlusconi in persona, e che quindi, in quanto regalo, potrebbe anche esser calcolato senza l'intaccamento diretto delle casse societarie; la stessa normativa sul fair-play finanziario parla della donazione, e quindi, Berlusconi potrebbe donare Ibrahimovic al Milan.
In sostanza, la trattativa per Ibrahimovic, sia questa giá terminata o meno, é comunque parte del big show che nel frattempo ha fatto (e sta facendo) vendere giornali, monitorare siti internet, e che ha trasformato il Trofeo di ieri in un evento mediatico mondiale a prescindere dalla presenza di molti talenti e l'atteso ritorno di Ronaldinho in Spagna. Resta il fatto che la sua soluzione é piú lineare di quanto vogliano farci credere, Raiola e precentuali di Galliani a parte, che come giá scrissi, si stanno dimostrando comunque una strategia mediaticamente vincente.
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