22 agosto 2010

Il mercato delle percentuali e capri espiatori

In attesa di scoprire come, o a questo punto se, verrá speso da Galliani il misero quanto famoso tesoretto di 15 mln, il mercato rossonero vive sempre di piú parole, e sempre meno di fatti. I conti si fanno alla fine, giustissimo. Peró alla fine del mercato mancano pochissimi giorni, e le strategie delle altre squadre sono giá state attuate, o comunque ben definite e in fase di dettagli finali. L'Inter sembra essersi magicamente resa conto che Sculli non era certo l'uomo ideale per il post Balotelli (e non solo a livello di colpo mediatico) e sembra esser ritornata su Kuyt, strizzando l'occhio al vecchio rapace Klose come vice Milito. La Juventus dopo due mesi di marcatura ha ufficializzato Krasic e rimpatriato Aquilani dal Liverpool, giocatore che se non si infortuna é il regista che mancava a Delneri. A proposito di Krasic, con il russo, Pepe, Lanzafame e Martinez, mi chiedo quali siano le gerarchie: io credo che siano esattamente quelle da me espresse, e pertanto, ritorno a giudicare assurdo l'acquisto dell'ex esterno del Catania per 12 mln. Al Milan, finita la dieci giorni mediatica per Boateng, é iniziata immediatamente la maratona per Ibrahimovic, o per meglio definirla, la maratona delle percentuali e dei capri espiatori.

Galliani afferma che Ibrahimovic non si fará al 99,99% (periodico). Affermazione che conta come il famoso due a briscola. Se lo svedese non dovesse finire al Milan, l'A.D. l'aveva detto che era difficile. Se invece si verificasse l'opposto, giá mi immagino Galliani gongolarsi per una operazione ritentua impossibile. In ogni caso, la famosa 99,99% é la classica percentuale che la dá vinta alla dirigenza rossonera, comunque; ergo inutile per farne qualsiasi previsione. Ibrahimovic peró é talmente pompato dalla stampa rossonera, faziosa e meno, da risultare ormai il salvatore della patria, il colpo che dimostra una presidenza presente e attiva; inoltre, in lungo e in largo si leggono articoli che parlano del colpo voluto dal popolo, ma siamo sicuri: ricordiamoci che il "popolo" é un concetto che non esiste, é pura demagogia. Perché allora il popolo rossonero fu anche quello che fischió Maldini alla sua ultima a San Siro, e certamente é quello che non si dimentica che Ibrahimovic, all'epoca del passaggio in nerazzurro, dichiaro che "l'Inter é la squadra per cui tifo fin da bambino" (cit.). Tuttavia questa brama di vedere lo svedese in rossonero ha portato spiacevoli episodi, causati comunque dal martellante ritornello societario "se nessuno parte, nessuno arriva". Scusate, ma quest é una politica da serie b, segno di una societá schiava dei propri tesserati e che si vuole lavare le mani della sorte del Milan, potendo sempre contare sul fatto che non si é potuto costruire una squadra con Tizio perché Caio non se ne é andato... scusate, ma Caio chi lo ha voluto e chi lo ha fatto firmare?

Il Caio per definizione al Milan é Huntelaar, giocatore che Galliani prese l'ultimo giorno del mercato proprio per dare il contentino ai tifosi e non far vedere un Milan totalmente immobile. Huntelaar arriva dunque da non desiderato, tanto che l'olandese chiede di esser ceduto giá a gennaio. La dirigenza si impunta e lo convince a rimanere. Il Cacciatore finisce la stagione con 7 goal, 6 dei quali determinati, che portano 15 punti in classifica. Considerando il minutaggio, e il fatto che gioca da esterno quasi tutti gli incontri, Huntelaar é come rapporto l'attaccante piú prolifero rossonero. Rincuorato dalle parole di Braida sulla fiducia della societá, parte per il mondiale, per poi ritrovarsi (a sua insaputa) centro di una guerra mediatica nei suoi confronti, in quanto la sua permanenza di fatto blocca il mercato del Milan. La situazione degenera fino a toccare il fondo pochi giorni fá, quando una manciata di supporter avrebbero apostrofato l'attaccante ad andarsene. Qui mi vergogno della societá, una societá che non solo non tutale un proprio tesserato, ma é la causa delle sue disavventure.

Partiamo dal dire che non voglio giudicare l'operato di Huntelaar come calciatore, ma analizzare la situazione. Intanto, va ben definito il ruolo dell'attaccante, ovvero quello di punta centrale. Ogni squadra dovrebbe avere due giocatori per ruolo, il Milan gioca con due o tre attaccanti (molto piú probabile), quindi servono comunque minimo cinque. Pato e Ronaldinho gli esterni, Borriello, Huntelaar e Inzaghi le punte centrali. Considerando che Huntelaar é piú giovane e piú bomber di Borriello, che l'olandese é anche il piú propenso di tutto il parco attaccanti a fare la riserva (Borriello alla seconda panchina scalcerebbe come un neonato), e che Inzaghi coi suoi 37 anni non puó essere considerato una prima riserva (ve lo immaginate titolare per 90' anche solo 1 mese se Borriello si infortuna?), qualcuno mi spieghi la base tecnico/tattica di un beneficiare della cessione di Huntelaar. Punto secondo, i soldi. Huntelaar frutterebbe esattamente quanto investito, 15 mln. Considerando che ad oggi l'attaccante seguito é Ibrahimovic (che arriverebbe in prestito con diritto di riscatto, e cifra lontano anni luce dai 15 mln), a cosa servirebbe tale gruzzoletto? 15 mln sono poi il tesoretto intatto, qualcuno ha in mente un colpo da 30 mln della dirigenza? Quale sarebbe? Dzeko? Non scherziamo... E con la bellezza di 11/12 difensori, e l'impossibilitá di piazzare Kaladze, Oddo, Jankulovski e Onyewu, il ricavato di Huntelaar andrebbe a picchettare la difesa? Sempre restando al concetto che un difensore da 30 mln é fuori discorso (Nesta e Silva sono i titolari), anche solo 15 mln sono giá tanti per portarsene a casa uno ottimo (Otamendi si accaserá al Porto per 7/8 mln), ma in ogni caso il tesoretto é inalterato e 15 mln per un Bale o un van der Wiel sono intoccati da giugno.

Il mercato delle parcentuali e dei capri espiatori entra dunque nel vivo, ed essendo alle battute finali sará sempre piú intenso e sempre piú tagliente. Alla fine pero conterá il concreto, che se non si stringe nulla, un acquisto sfumato, che sia stato del 0 a 99,99% non fá differenza, rimane sempre un acquisto mancato, o peggio, un acquisto altrui.


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